27, Aprile, 2024

L’antico Santuario di Montecarelli e il furto del Cristo crocifisso con le braccia abbassate

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

È intitolata a San Jacopo, protettore dei pellegrini, la chiesa di Montecarelli: un santuario che dall’alto delle balze domina la piana faellese, nel comune di Castelfranco Piandiscò. Una chiesa molto antica ma delle cui origini si hanno poche informazioni. Nel suo libro “Sulla riva destra dell’Arno”, Roberto Cellai scrive: “Purtroppo, le notizie storiche riguardanti questa località sono piuttosto scarse o ancora da ricercare. […] L’origine di questo insediamento è, probabilmente, da ritenersi longobardo poiché la denominazione ‘Monte Carelli’ risale al nome personale germanico Carello”.

È solo nel Medioevo che si hanno le prime fonti scritte che citano Montecarelli, spiega ancora Cellai: “Nel Libro di Montaperti del 1260, che raccoglie gli atti dell’esercito di Firenze riguardanti l’azione di guerra contro Siena, è elencato il popolo di Montecarelli unito a quello di San Miniato, con la denominazione “S.Jacobi et S.Miniatis de Monti Carelli”. È citato sotto la giurisdizione del plebato di Scò, con l’impegno di fornire 24 staia di grano alla Repubblica Fiorentina, quale tributo straordinario per sostenere l’alleata Montalcino. È il contributo più alto, identico a quello del popolo di S. Tommaso a Soffena, pagato da un popolo nel plebato di Scò. Indubbiamente questa notizia ci fornisce l’indicazione per comprendere che la zona assoggettata ai due popoli era un terreno piuttosto fertile, a differenza del fondovalle che doveva essere ancora impaludato”.

Sono numerose le citazioni successive di Montecarelli nel corso dei secoli, che attestano il ruolo chiave della chiesa nel territorio locale, punto di riferimento del ‘popolo’ che abitava nella zona. Rimase Parrocchia a sé stante a lungo, fino agli anni Ottanta del Novecento: come scrive infatti Innocenzo Petrella, nel suo libro “Faella”, “Nel 1986 vi fu un declassamento che riguardò da vicino la chiesa di S. Iacopo a Montecarelli. Questo si verificò in occasione del nuovo Concordato stipulato fra la S. Sede e il Governo italiano nel quale era prevista una riduzione del numero delle Diocesi e delle parrocchie. Il Vescovo di Fiesole Mons. Luciano Giovannetti mise mano a questa riduzione portando le parrocchie valdarnesi da 90 a 83: fra quelle soppresse di fu appunto anche Montecarelli, che da quel momento dipese dalla parrocchia di Faella”.

Dal punto di vista architettonico, si tratta di una chiesa che ha subìto numerose trasformazioni nel tempo: oggi, nonostante l’origine sia dunque antica, il suo impianto è semplice ed essenziale.

Il santuario di Montecarelli è tuttora particolarmente venerato, e in particolare lo era un prezioso crocifisso ligneo, forse risalente al XVIII secolo, che si conservava al suo interno: curiosamente, il Cristo era rappresentato a braccia abbassate. A quel Crocifisso, che nell’immagine qui sotto è accompagnato da alcuni ex-voto, si attribuivano numerosi miracoli.

L’opera però oggi non è più all’interno del santuario: fu trafugata infatti il 16 dicembre 1995, sempre secondo quando riporta Roberto Cellai. Un furto di cui non è stato possibile ritrovare traccia nelle cronache dell’epoca, e quindi non ci sono molte informazioni al riguardo: il crocifisso originale non è mai stato ritrovato, e al suo posto all’interno della Chiesa di Montecarelli ne è stato collocato un altro, sempre con la rappresentazione a braccia abbassate.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati