28, Aprile, 2024

Evoluzione e tradizione: la storia del Perdono di Terranuova Bracciolini

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

La Festa del Perdono di Terranuova Bracciolini è, ormai da anni, una delle fiere più attese del Valdarno, segnando anche un pò la fine dell’estate stessa. Quest’anno, giunta alla sua 409 esima edizione, avrà luogo dal 21 al 26 settembre con un ricco programma.

Tuttavia, le origini di questo noto Perdono non sono spesso conosciute, così grazie alla collaborazione della ProLoco di Terranuova Bracciolini e del loro libro appena uscito La Fiera del Perdono di Terranuova, abbiamo ricostruito la sua storia.

La fondazione stessa, voluta dalla Repubblica fiorentina nel 1337, della cittadina di Terranuova Bracciolini era collegata al controllo strategico della vendita dei prodotti alimentari. Inoltre, il mercato terranuovese di distingueva per i prodotti che venivano direttamente anche dalla montagna del Pratomagno, così per facilitare la vendita Firenze decise sin da subito di agevolare il comune valdarnese. Ai tempi, il mercato si distribuiva attorno alla piazza centrale e nei loggiati adiacenti (che all’epoca erano quattro): gli affari andavano bene, anche se non mancavano problematiche causate dai numerosi animali presenti e all’igiene, ma anche ai classici “furbi” che modificavano il peso degli alimenti e coloro che vendevano al di fuori della mura per non pagare le gabelle. “Tutto questo dà chiaramente l’idea di quanto il mercato di Terranuova fosse importante per il Valdarno intero durante tutto il Medioevo e gran parte dell’età moderna”, scrive Carlo Fabbri ne La Fiera del Perdono a Terranuova.

Di pari passo al mercato settimanale, si sviluppò una fiera annuale che la comunità aveva ottenuto di poter effettuare già nel 1615 e che, ancora oggi, rimane uno degli eventi più attesi in Valdarno e in Toscana. Ottenere i consensi per la fiera annuale non fu, però, facile per i terranuovesi: le loro richieste fatte al Granduca Ferdinando I de’ Medici trovarono a lungo dinieghi, soprattutto perchè si temeva di danneggiare il vicino mercato figlinese. Dopo innumerevoli richieste cadute nel vuoto, finalmente la fortuna girò con Cosimo II, ma soprattutto grazie all’interessamento del “Maresciallo d’Ancre”. Ancora Carlo Fabbri: Finalmente i Terranuovesi si videro accordare nel 1615 la loro fiera annuale per la quarta domenica di settembre, col sabato precedente e il lunedì seguente, a patto però che che impegnassero a rinnovare il permesso ogni tre anni. A partire poi dal 1672, al posto del giorno di sabato, fu concesso il martedì.

 

La scelta del mese di settembre, che inizialmente fu una scelta causale, si rivelò invece molto azzeccata per la stagione mite, il tempo della vendemmia. La gente iniziò così a frequentare la Fiera per vendere e comprare cose e già nel 1732 si prevedeva un tale afflusso che il Comune aveva già pensato in precedenza una somma in più per pagare “la pattuglia” durante la festa.

Durante i primi anni di vita della Festa del Perdono a Terranuova era comune trovare bestiame di ogni tipo, manifatture, mercerie, vasi vinarii, terre cotte, ma divenne anche l’occasione per i cacciatori di acquistare uccelli da richiamo. Una testimonianza del 1977 del giornalista Giorgio Batini trasmette a pieno il clima festoso del Perdono: “A Terranuova si può comprare tutto ciò che serve alla vita e al lavoro dei campi: dalle ceste per l’uva, alle botti, alle bigonce, ai tini alle falci, alle zappe, alle moderne macchine agricole, alle sofisticate attrezzature enologiche. Una folla incalcolabile si muove tra le cento e cento bancarelle che espongono noci, nocciole, brigidini, mandorle, croccanti, semi di zucca, lupini (…). C’è poi la fiera nazionale degli uccelli con esposizione di campioni canori, di fringuelli e tordi dall’ugula eccezionale, con gare di chioccolatori e fischiatori, con vendita di tutto ciò che può interessare gli appassionati della cac-cia. E poi ancora, giochi popolari tra i giovani dei diversi rioni, corse podistiche, ciclistiche, corse di cavalli, tombola, concerti bandistici, fuochi d’artificio, balli in piazza“.

Dal Seicento, la Fiera del Perdono a Terranuova ha un importante eco in tutta la Regione Toscana, evolvendosi di pari passo alle innovazioni tecnologiche e aumentando sempre di più la sua fama. La sua storia nei secoli è stata ricostruita nel libro già citato, nel quale si sottolinea la sua evoluzione nello specifico e le caratteristiche che la rendono tali, dalla tombola ai fuochi pirotecnici alle corse ippiche, che si tenevano una volta. Al giorno d’oggi, invece, un’attrattiva fondamentale rimane la Fiera degli Uccelli del lunedì, che da “fiera di appendice alla Festa” si è trasformata in un vero e proprio evento a cui tantissimi ogni anno partecipano. 

 

 

Articoli correlati