19, Maggio, 2024

Tav, conto alla rovescia per le decisioni di Rfi. Le possibili conseguenze della revisione del progetto per il Valdarno

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Nel pomeriggio del 18 ottobre prevista la presentazione dei nuovi progetti di Rfi per il nodo di Firenze. Certo ormai l’abbandono della Foster, restano sul tavolo ipotesi distinte: o la realizzazione di un mini-tunnel, oppure lo stop definitivo agli scavi. L’incognita delle terre lascia in bilico il Valdarno

Si conosceranno nell'arco di ventiquattro ore, le reali intenzioni di Rfi per Firenze. Ma dopo l'estate e gli interventi che si sono registrati, pare ormai certo che la revisione del progetto porterà con sé l'abbandono definitivo della stazione Foster agli ex Macelli, il recupero di un ruolo centrale di Santa Maria Novella, anche per l'alta velocità. 

Nel pomeriggio del 18 ottobre a Roma si terrà la presentazione dei nuovi piani. Che avranno ripercussioni anche per il Valdarno: da una parte, per via di quelle terre di scavo destinate a Cavriglia, e con la cui compensazione si erano progettati interventi di viabilità importanti; dall'altra, per i pendolari, che aspettano di capire quale possa essere la soluzioni per il collo di bottiglia di Rovezzano, che è all'origine di 'inchini', dirottamenti sulla Lenta e ritardi. 

Sul fronte delle terre di scavo si gioca forse la partita più importante. Dopo mesi passati ad attendere chiarimenti sulla loro natura, sul potenziale inquinamento, e dopo il via libera del Ministero ad aprile (con la prescrizione di analisi puntuali sui carichi in arrivo a Cavriglia), alla fine potrebbe non arrivare nemmeno un pugno di terra. Se Rfi decidesse di fermare tutti gli scavi, e rinunciare ai tunnel intorno a Firenze, allora il Valdarno potrebbe dover rinunciare anche ai fondi associati a quelle terre. 

Si tratta di oltre 20 milioni di euro: di questi 14,5 milioni sono destinati alla nuova Variante alla Strada provinciale delle Miniere, destinata a collegare l'area industriale di Bomba alla SR69 bypassando i centri abitati e soprattutto l'incrocio semaforico del Porcellino, con un tunnel. Altri 5 milioni erano destinati al terzo ponte a San Giovanni, ma visti i costi inaccessibili sono stati dirottati per la viabilità sostenibile intorno al centro abitato; 1 milione di euro è per il sottopasso di Ponte alle Forche, già realizzato; e 900mila euro per la sistemazione del Porcellino nel Comune di Figline e Incisa. 

L'altra ipotesi sul tavolo, però, è che Rfi non dica del tutto addio agli scavi, ma che preferisca procedere con la riduzione della lunghezza del tunnel, realizzando un passaggio interrato da destinare solo ai treni veloci che non fermeranno a Firenze. In questo modo gli scavi si farebbero comunque (e magari le penali da pagare eventualmente alla ditta appaltatrice in caso di rinuncia sarebbero molto minori) e probabilmente ci sarebbe anche terra per l'area ex mineraria di Cavriglia. E i relativi finanziamenti. 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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