22, Novembre, 2024

Keu, Giani e Monni: “Pretendiamo che chi ha inquinato paghi”. Iniziato lo screening sul sito di Bucine

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Sulla vicenda dei materiali riciclati contenti Keu, che ha visto protagonista anche un impianto di Bucine, la Regione Toscana si sta muovendo per le bonifiche. Il presidente della Regione Eugenio Giani insieme all’assessora all’ambiente Monia Monni e al direttore di Arpat Pietro Rubellini hanno fatto il punto sui tre siti di competenza regionale: Sr429 e i 2 siti Le Rose a Bucine e Pontedera. Sul sito di Bucine la Regione sta effettuando uno screening, o meglio un triage, per individuare le priorità su cui intervenire nell’immediato e procedere poi con gli approfondimenti necessari.

“Stiamo procedendo con determinazione- ha detto il presidente Giani- con le bonifiche. Indubbiamente già l’intervento di giovedì a Pontedera è un fatto molto concreto, ma contemporaneamente abbiamo deciso di portare nella variazione di bilancio di aprile 10milioni di euro, 5 milioni sul 2023 e altri 5 sul 2024 che si uniscono a 5 milioni di quest’anno. L’obiettivo è avere risorse e provvedere alle bonifiche sulle quali siamo molto determinati e impegnati. E’ importante – ha proseguito Giani- che ci sia da parte della Regione questo ulteriore impegno economico che unito alle indicazioni e al lavoro prezioso di Arpat porti alla messa in sicurezza dei siti in modo da frenare quelli che possono essere gli effetti dannosi sulla salute”

L’assessora Monia Monni entra nel dettaglio e spiega:  “il presidio costante e l’attenzione da parte di Arpat per garantire che non ci siano problemi di compromissione delle matrici ambientali e quindi di inquinanti dannosi per la salute e l’ambiente E’ tutto seguito con la massima cura– rassicura Monni annunciando appunto la partenza dei lavori giovedì su Pontedera e il triage su Bucine – per garantire sicurezza alle cittadine e i cittadini. Si tratta di un lavoro molto intenso- sottolinea l’assessora all’ambiente- , di procedure complesse per le quali ho chiesto agli uffici di prestare massimo rigore e attenzione. Contemporaneamente saremo fermi e rigorosi nel richiamare chi ha inquinato alle proprie responsabilità verso il territorio, perché in questo paese chi inquina paga e noi pretendiamo che chi ha inquinato paghi. Sono procedimenti molto complessi che hanno potuto avere una loro definizione grazie alla grande e preziosa collaborazione della magistratura che ci ha messo a disposizione la documentazione che ci ha consentito di individuare chi sono questi soggetti responsabili. Noi pretendiamo che chi ha delle responsabilità risponda. Non mi riferisco a responsabilità penali che saranno accertate da altri, ma imprese che sono cresciute, hanno prosperato nel territorio di fronte a una situazione come questa, di fronte ad una ferita così profonda, non possono voltare le spalle e non non permetteremo che lo facciano”

Monni ha poi spiegato che “i soldi della variazione di bilancio servono per essere messi a disposizione della struttura commissariale del generale Giuseppe Vadalà. Il generale ci ha dato la sua disponibilità. Con lui – ha spiegato Monni- abbiamo già effettuato una serie di sopralluoghi e approfondimenti. Il 14 dicembre 2021 avevamo formalmente richiesto l’attivazione della struttura del commissario unico per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti nel territorio nazionale diretta appunto dal generale Vadalà. Abbiamo già il nulla osta del ministero; aspettiamo il Dpcm che incarichi la struttura commissariale di seguire queste bonifiche e siamo fiduciosi che arriverà in tempi brevi”

Il direttore di Arpat Pietro Rubellini ha sottolineato “il tempo e le energie che Arpat sta dedicando per studiare un materiale che era la prima volta che ci trovavamo a considerare nell’ambito di utilizzi dentro comparti ambientali che potevano essere aggressivi e quindi potevano estrarre e veicolare dei contaminanti anche pericolosi. Abbiamo fatto due convenzioni – ha aggiunto Rubellini – con le università di Pisa e Firenze per studiare il keu, l’aggregato riciclato e il loro comportamento dentro il comparto ambientale. E’ risultato che possiamo avere un minimo di tranquillità nel senso che le contaminazioni non sono rapide e che si diffondono in poco tempo su superfici ampie. Abbiamo quindi tempo per stabilire i procedimenti di bonifica e messa in sicurezza certamente non ignorando la presenza di questo materiale e impegnandoci per la messa in sicurezza. Da questo punto di vista stiamo continuando a monitorare i siti di competenza con monitoraggi precisi e intensi”

“Grazie agli studi – ha concluso Monni- abbiamo capito e mi riferisco ai tre siti regionali dove esattamente è collocato questo materiale, la sua natura (in questo riciclato non ci sono solo materiali riciclati derivanti da Keu ma anche altri tipi di rifiuti); abbiamo un quadro sostanzialmente definito. Sulla strada regionale abbiamo fatto la messa in sicurezza, ora aspettiamo il piano di caratterizzazione da parte del Comune; il sito di Pontedera e Bucine non sono più nella disponibilità della famiglia Le Rose ma sono gestiti da un amministratore giudiziario con il quale è in corso un approfondimento e una collaborazione”.

Articoli correlati