18, Maggio, 2024

Le ricchezze della pieve di Galatrona con i capolavori in terracotta di Giovanni Della Robbia

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Una pieve romanica immersa tra gli olivi della campagna toscana, che vanta il pregio di ospitare al suo interno alcune opere in terracotta invetriata di Giovanni Della Robbia. Questa settimana la parte di Valdarno da riscoprire sarà la pieve di Galatrona, aperta la domenica alle visite grazie a un gruppo di volontari

Le terracotte invetriate di Giovanni Della Robbia sono il capolavoro che la pieve romanica di Galatrona ha il pregio di ospitare al suo interno. Una pieve immersa negli ulivi tipici della campagna toscana, nei pressi di Mercatale. Al di sopra si staglia la torre di Galatrona, unica visibile dell'antico castello appartenente al Viscontado di Valdambra, che fino al 1300 vide il dominio dei conti Guidi.

La pieve di San Giovanni Battista a Galatrona risale probabilmente all'epoca paleocristiana: citata in alcuni documenti nel 963, si pensa che sia stata costuita sui resti di un tempio pagano, forse etrusco. Un indizio è l'altare rivolto verso ovest invece che verso est, come voleva la cristianità. L'edificio sorgeva lungo l'antica Cassia Adrianea, costruita dai romani, che congiungeva Chiusi con Firenze e la sua importanza nel XIV secolo era tale che poteva contare ben undici chiese suffraganee.

La nostra guida alla scoperta della pieve di San Giovanni Battista è Rolando Telari, uno dei volontari che da un paio di anni si impegna ad aprire l'edificio ogni domenica pomeriggio per le visite. "La ricchezza di questa pieve sono le tre opere robbiane: il fonte battesimale, la statua di San Giovanni Battista e il ciborio dell'altare. Furono commissionate nel 1518 da Leonardo Bonafede, per dieci anni rettore della pieve e successivamente vescovo di Cortona".

Le tre opere sono state restaurate nel 2009 per l'Anno Robbiano. Il fonte battesimale è composto da sei piastrelle in bassorilievo che rappresentano la vita di San Giovanni Battista, raffigurato al di sopra, all'interno di una nicchia, con una statua a grandezza naturale, anch'essa in terracotta invetriata.

 

Il ciborio sopra l'altare riproduce un tempietto a forma esagonale, anche questo con sei scene rappresentate: nel pannello centrale è raffigurato il Cristo, mentre negli altri si trovano Maria Maddalenda, San Lorenzo, San Girolamo e anche San Leonardo.
L'altare era completato anche da due angeli sempre realizzati da Della Robbia, che sono stati trafugati. Sul soffitto appartiene all'artista anche la ghirlanda sul soffitto.

La visita della pieve prosegue alla scoperta anche dei dipinti presenti all'interno: oltre a due quadri di autore sconosciuto del 1500, uno dei quali raffigura il castello di Galatrona, accanto alla statua del Battista è stato ritrovato un affresco del 1300 raffigurante l'Annunciazione, nascosto dalla calce che ricopre le pareti dell'edificio. I successivi saggi effettuati dalla Soprintendenza hanno portato alla luce alcune tracce di affreschi nascosti in altri punti delle pareti: probabilmente tutto l'interno è stato affrescato, ma ricoperto dalla calce nel periodo delle epidemie di peste.

 

La pieve è disponibile per matrimoni e cerimonie religiose. Il gruppo di volontari che cura le visite è a disposizione ogni domenica pomeriggio da aprile a ottobre dalle ore 16 alle ore 18. Inoltre, è possibile concordare una visita infrasettimanale per gruppi di almeno cinque persone contattando direttamente i responsabili (signora Adua: 055.9707019 oppure 333.4302222. Rolando Telari: 338.2879310).

Nella gallery le immagini della pieve, delle opere di Della Robbia e un video con la storia dell'edificio.

Si ringrazia l'ufficio Beni Culturali della Diocesi di Arezzo Cortona Sansepolcro per l'autorizzazione.
 

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