19, Aprile, 2024

La nascita delle balze e Leonardo Da Vinci: l’intuizione di un genio

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Le Balze, che rappresentano l’elemento di unicità del paesaggio valdarnese, sono rilievi formati da sedimenti stratificati, presenti nel nostro territorio a partire da 150mila anni fa. A raccontarci l’incontro fra Leonardo e le balze è stato Paolo Zanibelli, appassionato ed esperto conoscitore delle balze: “Il primo ad aver capito come si fossero create le Balze fu Leonardo da Vinci, quando, nel 1400, venne mandato in Valdarno dai Medici, per conto della Repubblica Fiorentina. Leonardo aveva un duplice lavoro da svolgere: creare una fitta rete di canali che facessero defluire le acque stagnanti nell’Arno e in seguito metterlo in sicurezza creando degli argini. Durante le fasi di studio del territorio Leonardo si imbatté nelle Balze e grazie al suo genio intuì come si fossero create. Leonardo per primo capì che non erano rocce di stampo tettonico ma ciò che restava del fondale di un lago scavato col tempo da torrenti e fiumi”.

Dopo l’intuizione di Leonardo è stato necessario aspettare gli anni sessanta del ‘900 quando due geologi, Mutti e Ricci Lucchi, studiarono in maniera scientifica le Balze. Tre milioni di anni fa esisteva il “Lago del Valdarno”, al tempo il Valdarno era sommerso dai sedimenti portati dai torrenti e dal paleo-Arno dal Pratomagno. Questi sedimenti arrivavano ad altezza riconducibile al punto di massima altezza delle balze creando una superficie sulla quale poggiava il Lago del Valdarno. Questo lago era profondo, nei punti di massima profondità, circa 6/7 metri. 150mila anni fa l’Arno, erodendo la collina di Incisa, che da questo fatto prende il nome, creò un’insenatura dalla quale defluì tutta l’acqua del lago lasciando scoperto il fondale.

Sul fondale ormai nudo si fecero largo l’Arno, in senso longitudinale, e una rete di torrenti in senso trasversale che in 150mila anni lo hanno eroso fino a creare la situazione attuale, il Valdarno. Le balze sono ciò che rimane del fondale, ciò che non è stato portato via dai fiumi.

Leonardo da Vinci rimase affascinato dalle Balze a tal punto, sostengono alcuni studi, da inserirle nello sfondo del suo capolavoro “La Gioconda”. Nell’ultima parte della sua vita non aveva avuto fortuna, dopo essere stato licenziato dai Medici iniziò a vagare per altre corti portando con sé La Gioconda non ancora terminata. Lo sfondo dell’opera venne realizzato in un secondo momento e consiste, probabilmente, nell’accostamento di più paesaggi che Leonardo ricorda di aver osservato in momenti floridi della sua vita. Uno di questi è senz’altro il paesaggio delle Balze che osservò durante il periodo apicale della sua carriera lavorativa presso la corte dei Medici.

Sulla conformazione geologica delle Balze abbiamo chiesto l’intervento del geologo Luca Pagliazzi.

Da cosa sono formate le Balze?
“Le balze sono la parte terminale del colmamento del lago Villafranchiano valdarnese e sono depositi alluvionali costituiti da sabbie e ghiaie prevalenti. Dopo la “cattura” dell’Arno, che prima scorreva verso la Valdichiana, da parte della Sieve, l’Arno ha iniziato a scorrere verso Firenze ed ha iniziato ad erodere le balze.”

L’erosione da parte degli agenti atmosferici è in continuo svolgimento. Un giorno spariranno? Se si, è possibile prevedere quando?
“Nel tempo le balze spariranno per erosione “regressiva” da parte degli agenti atmosferici e per crolli successivi, ma non è possibile ipotizzare quando. Questo è fortemente influenzato dal clima”.

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