26, Aprile, 2024

Infotirrena, il comune condannato a restituire i 100mila euro di risarcimento. Riesplode il caso. Bucci: “Paghino i responsabili, non i cittadini”

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La controversia tra comune e Infotirrena risale al 2005: l’amministrazione fece ricorso al Collegio arbitrale dopo il caso delle “cartelle pazze”. Nel 2008 la società fu costretta a pagare 100mila euro come risarcimento del danno. Ma oggi la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza: e Palazzo Varchi deve restituire quei soldi. “Mozione di sfiducia al sindaco, deve andarsene”, tuona Prima Montevarchi

Qualcuno se lo ricorderà ancora come il caso delle "cartelle pazze". Una controversia tra comune di Montevarchi e Infotirrena Srl, che nel 2008 aveva visto prevalere la posizione dell'amministrazione comunale. Oggi, però, la Corte d'Appello ha ribaltato tutto: il comune deve restituire 100mila euro più interessi. E riesplode la polemica. 

Tutto risale ai primi anni 2000. Nel '99, infatti, il comune di Montevarchi affidò alla società Infotirrena la “realizzazione del sistema informativo territoriale mediante censimento delle unità immobiliari, con contestuale verifica e accertamento tributario”. Passano pochi mesi e nelle case dei montevarchini arrivano migliaia di cartelle errate di richiesta di pagamento Ici. Allora, il comune si rivolge al Collegio arbitrale per rescindere il contratto e chiede i danni alla società. 

Nel 2008 la sentenza: Infotirrena è condannata a restituire al comune la somma di 62.589,47 euro più Iva, come "differenza tra l’ammontare dell’aggio nella misura determinata dal Collegio e la somma degli acconti versati al Comune", ma anche a risarcire per danni subiti il comune di Montevarchi con la somma di 100mila euro. 

Sono proprio quei centomila euro, una sorta di risarcimento danni, che il comune di Montevarchi (che li aveva riscossi nel 2010) ora deve restituire a Infotirrena, con tanto di interessi. In tutto, per la precisione, 114.381,89 euro. Lo ha stabilito la Corte d'Appello di Firenze, a cui la società si era rivolta, e dalla quale ha ottenuto il parziale annullamento della sentenza del lodo arbitrale. 

Con questa sentenza si riaprono le polemiche, per un caso che ha fatto molto discutere a Montevarchi. A parlare per primo è Luciano Bucci, capogruppo di Prima Montevarchi: "Nel 2008, all'epoca nella quale venne emesso il lodo arbitrale per il contenzioso Comune-Infotirrena, dicemmo che Montevarchi aveva perso la partita. Proprio così, il comune (ma cominciamo a dire cittadini, perché sono loro a pagare), a fronte delle somme che aveva pagato infruttuosamente alla ditta ed ai danni evidenti che emergevano,  si vide riconoscere solo 100 mila euro a titolo risarcitorio, invece dei miliardi di lire richiesti". 

"Oggi, il sindaco Grasso, ci fa pervenire una proposta di deliberazione titolata 'Debito Infotirrena'. Immaginate lo sconcerto nostro. La Corte d'Appello di Firenze, alla quale era ricorsa Infotirrena perché riteneva di aver pagato ingiustamente anche quei soli 100 mila euro, ha dato ragione alla ditta, imponendo al Comune (leggi i cittadini) di restituire i soldi!. Ma la questione ancor più grave, gravissima, intollerabile, è che quella sentenza è stata pronunciata  a dicembre 2013 e depositata a gennaio 2014, oltre cinque mesi fa, e Grasso si è guardato bene da darne opportuna, puntuale e doverosa notizia al Consiglio comunale! Con una prassi inaccettabile, non asseverabile in democrazia, ha atteso il consiglio comunale del 30 luglio per portare la questione alla conoscenza degli eletti". 

Il capogruppo di Prima Montevarchi fissa allora due richieste: "Prima di tutto, chiediamo alla Corte dei Conti di far gravare la spesa in questione sui responsabili e non sui cittadini; e poi, al sindaco chiediamo di andarsene perché è inammissibile che una questione tanto grave sia rimasta sepolta nei cassetti del potere per tutto questo tempo. Per questo presenteremo una mozione di sfiducia per il 30 luglio. Non possiamo tollerare oltre certi comportamenti". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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