03, Maggio, 2024

Alberi monumentali, approvato il primo elenco regionale: sono 55 in Toscana, 9 di questi in Valdarno

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La parte da leone la fa il comune di Reggello: qui, fra Vallombrosa e Sammezzano, si concentrano il maggior numero di esemplari considerati monumentali, e quindi da tutelare. Ieri il via libera al primo elenco (che potrà in seguito essere arricchito) da parte della Commissione regionale

Ci sono nove piante che affondano le loro radici sul sul territorio del Valdarno, fra i 55 alberi monumentali inseriti ufficialmente nell'elenco della Regione Toscana. Nove alberi che, per dimensioni e valore storico, sono degni di una particolare tutela. La lista dei primi 55 esemplari è stata approvata ieri dalla IV Commissione regionale con voto favorevole all’unanimità. 

Sono considerati gli alberi simbolo della Toscana, perché fanno parte del paesaggio caratteristico, o perché sono legati a eventi storici o religiosi, o magari perché compaiono raffigurati in opere d’arte. Il primo elenco di alberi monumentali, contenente 55 esemplari, ha ricevuto voto favorevole all’unanimità dalla commissione Territorio e Ambiente, secondo quanto previsto dalla legge 10 del 2013. La commissione ha accompagnato al parere favorevole una lettera con cui si sollecitano i Comuni che ancora non lo hanno fatto a censire e segnalare gli alberi nel loro territorio.

Dopo che il provvedimento nazionale è stato varato, infatti, la Toscana con una legge regionale ha dato il via alle operazioni di censimento, anche tramite una convenzione con il Corpo Forestale dello Stato per dare supporto ai Comuni. Ad ora sono state ricevute e vagliate 130 proposte di inserimento nell’elenco degli alberi monumentali, e ne sono state accolte 55. Si tratta di un elenco in corso di aggiornamento, che andrà a costituire, con quello delle altre regioni, il primo elenco nazionale. 

Ecco dunque quali sono i nove alberi monumentali individuati in Valdarno. La parte da leone la fa Reggello, che fra Vallombrosa e Sammezzano ne vanta ben sette. Gli atri due sono invece a Montevarchi e a Figline. 

– Montevarchi, Colle dei Cappuccini: Quercus ilex L. – Leccio. Circonferenza del fusto, 520 centimetri; altezza, 20 metri. Si trova proprio nel piazzale adiacente l'ex convento, ed è caratterizzato da una enorme chioma che, vista da una particolare angolatura, ha l'aspetto di un cuore. 

foto da florablog.it

– Figline, Sant'Andrea in Campiglia: Insieme omogeneo di Morus nigra L – Gelso, circonferenza fusto circa 150 centrimetri, altezza circa 5 metri. Sono i due gelsi dell'eccidio di Pian d'Albero, segnalati dall'amministrazione comunale proprio per il loro valore storico. 

– Reggello, Leccio, Castello di Sammezzano: Sequoia sempervirens (D. Don) End – Sequoia sempreverde, circonferenza fusto 840 centrimetri, altezza circa 40 metri. 

– Reggello, Leccio, Castello di Sammezzano: Chamaecyparis lawsoniana (A. Murray) Parl –  Cipresso di Lawson, circonferenza fusto 230 centrimetri, altezza circa 20 metri. 

– Reggello, Leccio, Castello di Sammezzano: Sequoiadendron giganteum (Lindl.) J. Buchholz  – Sequoia gigante, circonferenza fusto 610 centrimetri, altezza circa 28 metri. 

Tre esemplari del Parco di Sammezzano che dimostrano la ricchezza arborea e di varietà a cui contribuì in maniera determinante la volontà del Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona. La sequoia più alta è quella 'gemella'. 

La sequoia gemella

– Reggello Foresta di Sant’Antonio: Fagus sylvatica L. – Faggio, circonferenza fusto circa 500 centimetri, altezza 30 metri. 

– Reggello Vallombrosa: Fagus sylvatica L. – Faggio, circonferenza del fusto 380 centimetri, altezza 22 metri. 

– Reggello Vallombrosa, Arboreto: Sequoiadendron giganteum (Lindl.) J. Buchholz – Sequoia gigante, circonferenza fusto 650 centimetri, altezza 30 metri. 

– Reggello Vallombrosa, Arboreto: Pinus lambertiana Douglas – Pino di Lambert, circonferenza fusto 515 centimetri, altezza 40 metri. 

Due faggi, una sequoia gigante, un esemplare di pino: sono i quattro alberi riconosciuti come monumentali e situati intorno a Vallombrosa, fra la foresta e l'arboreto sperimentale. Scelti per pregio paesaggistico ma anche per valore storico e culturale, mentre per il Pino di Lambert ha 'pesarto' anche la rarità botanica della specie. Tra i due faggi, anche quello sotto cui avrebbe trovato riparo San Giovanni Gualberto, e noto appunto come Faggio Santo (nella foto in testa all'articolo). 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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