Il cantiere era stato chiuso con un Certificato di regolare esecuzione, ma alla luce degli ultimi sviluppi una determina dirigenziale stabilisce la necessità di un certificato di collaudo. Prima Montevarchi all’attacco: “Avevamo ragione nel voler attivare una commissione d’inchiesta”
Sarà una commissione composta da tecnici esterni al comune ad occuparsi del collaudo dei lavori sulla frana di Ricasoli. La decisione è sancita con una delibera dirigenziale che, tra l'altro, revoca invece la determina con cui si chiudevano i lavori con un Certificato di regolare esecuzione, nello scorso mese di novembre.
Il passaggio è complesso. A novembre, infatti, una determinazione del comune individuava nel Certificato di Regolare Esecuzione l’atto di verifica della corretta esecuzione dei lavori a Ricasoli: un appalto che, stando alle cifre ribadite anche dal sindaco nel suo intervento in sede di consiglio comunale, ha avuto un investimento complessivo di 1 milione e 300mila euro. Viene emesso quello provvisorio, senza però la pronuncia del Rup.
Intanto, il 29 febbraio i residenti denunciano lo scivolamento di una parte del versante su cui si era lavorato: sul posto viene eseguito un sopralluogo, e il Direttore dei lavori chiede alla ditta esecutrice dei lavori, Cooperativa Alto Valdarno, la messa in opera di opere provvisionali e di sicurezza nel cantiere. Nel frattempo lo stesso Direttore dei lavori provvede a "annullare in autotutela il certificato di regolare esecuzione emesso in data 26 novembre 2015".
Da qui il passaggio successivo, la decisione del Rup di affidare al collaudo la verifica della corretta esecuzione dei lavori: se ne occuperà una commissione composta da membri esterni al comune, visto che il Funzionario Tecnico in servizio a Palazzo Varchi "non ha dato la propria disponibilità, motivando adeguatamente la propria risposta", si legge nell'atto.
Duro il commento di Prima Montevarchi: "Avevamo ragione nel voler attivare una commissione d'inchiesta sulla situazione complessiva di Ricasoli. Ecco che la più lampante dimostrazione emerge dal provvedimento appena emanato dal dirigente di settore. A margine di tutto questo ci fanno sorridere quelle forze politiche di opposizione che argomentano il rientro alla 'casa madre' e le primarie con il Pd di Grasso perché hanno linee programmatiche comuni. Basta con questo sistema di potere, politicamente responsabile in solido in tutte le sue emanazioni di questa situazione".