23, Dicembre, 2024

“Per la seconda volta”: una storia di Resistenza contemporanea, diretta da Andrea Mugnai

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Il documentario del regista originario di Castelnuovo dei Sabbioni –oggi abitante Londinese- ha vinto il premio ANPI nell’ultima edizione di Valdarno Cinema Fedic, all’interno della quale è stato presentato per la prima volta in Valdarno.

Sentirsi Partigiano per la seconda volta, con un piccolo gesto di amore determinato da una mancanza di rispetto destinata a far bruciare ferite ancora aperte, anche superati i novanta anni: è questa la storia di Enrico Angelini, ex partigiano di Foglino, raccontata nell’ultimo lavoro di Andrea Mugnai, regista nato nel 1980 originario di Castelnuovo dei Sabbioni, oggi “Valdarnese all’estero” stabilitosi a Londra.

“Per la seconda volta” è un documentario che parte da un fatto di cronaca curioso, incontrato casualmente tra i quotidiani nazionali online due anni fa da Andrea, trasformato in un opera dopo cinque giorni di riprese in loco e finalmente presentato anche al pubblico valdarnese durante l’edizione di Valdarno Cinema Fedic appena conclusa, all’interno della quale è stato premiato con il “Premio Anpi.
Diplomatosi nel 2005 al Dams di Bologna, Andrea ha realizzato numerosi cortometraggi, lavorando contemporaneamente come assistente alla regia di lungometraggi e produzioni televisive, trasferendosi per un periodo anche a Roma, prima di lasciare l’Italia.  

 

“Mi sono trasferito a Londra stabilmente da due anni, ma nei tre anni precedenti ho fatto la spola tra il Regno Unito e l’Italia” racconta Andrea.
“Il motivo principale della mia scelta risiede in una persona, colei che nel frattempo è diventata mia moglie, e che lavora e vive nel Regno Unito da molto tempo. Ulteriormente mi ero reso conto che in Italia le difficoltà relative al lavorare nel cinema erano molteplici, e non offrivano garanzie di sicurezza; proprio per questo ho proseguito nel lavorare a produzioni audiovisuali anche a Londra, e la risultante di una serie di esperienze che ho maturato negli ultimi anni è proprio “Per la seconda volta”, il primo documentario che ho diretto”.

Per la seconda volta” racconta la storia recente di Enrico Angelini, partigiano novantenne di Foligno, salito alla ribalta della cronaca nazionale due anni fa per aver cancellato (nonostante gli acciacchi e la veneranda età) alcune scritte operate da sconosciuti, che imbrattavano quello che era stato il rifugio per la resistenza nei monti Umbri, il Casolare di Raticosa. Attraverso il commosso racconto di Angelini, Andrea ripercorre i sentimenti e le storie di quegli anni, ponendoli in parallelo con l’odierno, attraverso l’incontro con una classe del Liceo di Foligno, e dando voce anche a posizioni anche ideologicamente opposte agli ideali che furono della Liberazione. Ne emerge una fotografia realistica sull’attuale, e sul complicato passaggio di consegne tra la memoria partigiana e la società di oggi, caratterizzata spesso da riletture ed omissioni figlie del non aver vissuto, neanche per testimonianza diretta, i tragici eventi che hanno caratterizzato quel periodo storico nel Centro Italia.

“Mi sono misurato per la prima volta con il linguaggio documentaristico, e sono rimasto affascinato dall’inevitabile contatto con le persone incontrate durante le riprese. Strutturalmente, il metodo di selezione del girato ha l’obiettivo di donare ad un lavoro basato sul racconto del reale, una linea guida personale: per questo risulta fondamentale informarsi  in prima persona, e quindi entrare in contatto anche in modo fisico, dentro una determinata storia altrimenti sconosciuta. Malgrado tutto, il lavoro finale deve mantenersi il più obiettivo possibile, per proporre allo spettatore un racconto realistico dal quale ogni singolarità può recepire potenzialmente morali differenti: non è ovviamente facile, soprattutto in fase di montaggio. Sono stato aiutato dall’esperienza maturata a Londra, dove collaboro anche come filmmaker intervistando personalità politiche di passaggio in città”.

 

 

 

Il documentario di Andrea è destinato ad esser presentato in tutta Italia, coerentemente con l’obiettivo che si pone: la diffusione di una memoria storica che altrimenti rischia di disperdersi con il passare del tempo.

“L’augurio è che l’Estate ventura possa essere un periodo particolarmente impegnato nella diffusione del documentario stesso: abbiamo già confermato numerose date di presentazione in giro per l’Italia, ed altre sono in via di definizione. A Settembre proietteremo “Per la seconda Volta” a Villa San Giovanni in Calabria, prima ancora saremo a Torino ospiti dell’Anpi cittadina, ed il 10 di Giugno alla Marx Memorial Library a Londra, per la prima proiezione inglese. Inoltre, parlando recentemente con il Presidente dell’Anpi di Foligno, ho saputo che il documentario ha risvegliato interesse sull’argomento e in particolare sul Casolare di Raticosa, che nel frattempo è andato all’asta, e per il quale acquisto da parte dell’Anpi stiamo avviando un Crowdfunding di sostegno: l’idea è quella di renderlo un luogo di memoria anche e soprattutto per i giovani della scuole, che come ho riportato nel documentario già stanno lavorando sullo studio storico dell’argomento. Tra l’altro presenteremo il documentario  proprio a Raticosa il prossimo 16 di Giugno, anniversario della Liberazione di Foligno. È interessante vedere come attraverso un piccolo lavoro come “Per la seconda volta”, si possa risvegliare l’interesse di una comunità a salvaguardia della proprie radici storiche e culturali”.

 

Un progetto professionale destinato inevitabilmente ad incrociarsi con il progetto di vita di Andrea, che per il momento mantiene Londra come “sede principale”.

“Ho potuto constatare come la proposta di un lavoro simile a Londra, susciti un effettivo interesse, aiutato anche dai sottotitoli in inglese che ho aggiunto, e che lo rendono fruibile anche ai non italiani. Ovviamente è necessario trovare sempre contesti adatti alla proiezione, e l’esistenza dell’Anpi di Londra ha indubbiamente contribuito a creare interesse e occasione di visualizzazioni all’interno della comunità Italiana cittadina. Del resto l’idea di proseguire nella produzione audiovisiva era primaria all’interno del mio progetto di trasferimento nella capitale Inglese; rispetto all’Italia è inevitabile scontrarsi con muri differenti, che rendono difficile lo sviluppo professionale in quella direzione, inevitabile quello della lingua. Ho comunque lavorato con alcuni italiani anche come aiuto regista, nella produzione di un cortometraggio indipendente, oltre ai lavori di intervista ai politici invitati spesso dal Partito Democratico di Londra.

Professionalmente la volontà è quella di proseguire, in attesa di scontrarmi con un’altra storia interessante da raccontare, magari provando nel frattempo a rilavorare su un cortometraggio che ho prodotto per un concorso qualche anno fa, “ReflexMan”, per il quale ci sono nuove idee di ampliamento.

Personalmente invece, l’idea è quella di tornare in Italia prima o poi, o quantomeno di cambiare paese. Ovviamente devono crearsi i presupposti giusti e non si tratta di un qualcosa di prossima prospettiva, tuttavia in questi anni mi sono scontrato con tutte quelle difficoltà tipiche di chi emigra all’estero anche in cerca di soddisfazione professionale. Lo scoglio più complesso da superare, magari perché a livello di età ho lasciato l’Italia relativamente tardi, è quello dei rapporti sociali con gli Inglesi: ci sono differenti metodi di condivisione anche culturale, attraverso i quali si creano inevitabili divisioni comunitarie. A livello di approccio è stato molto più facile per me entrare in confidenza con Francesi, Spagnoli o Polacchi di quanto non lo sia stato con gli Inglesi stessi.

Del resto Londra è notoriamente città multietnica, ma la convivenza tra le differenti origini seppur pacifica ed armoniosa, principalmente si risolve in divisioni per comunità, all’interno delle quali ognuno tesse nuovi rapporti sociali con persone provenienti principalmente dal proprio paese”.  

 

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