24, Dicembre, 2024

Inchiesta Keu, Libera si costituirà parte civile nel processo a carico delle persone rinviate a giudizio

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Libera Toscana ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo incentrato sull’indagine sul Keu, che vedrà a giudizio gli imprenditori della zona del cuoio, accusati di aver intrattenuto rapporti con le aziende mafiose per lo smaltimento dei rifiuti tossici, con una inquietante triangolazione con membri delle amministrazioni locali e regionali, anch’essi sotto inchiesta, tesa a garantire prassi disinvolte nell’ambito della sicurezza ambientale. A ribadirlo è stato il Referente Regionale di Libera, Andrea Bigalli.

L’inchiesta Keu, lo ricordiamo, ha toccato da vicino anche il Valdarno, dove ha sede uno degli impianti dei Lerose posti sotto sequestro, e dove sono stati riscontrate anche contaminazioni da keu nelle terre utilizzate in un lottizzo a Bucine.

Nel ribadire la volontà di costituirsi parte civile, Libera Toscana ha anche parlato di un “allarme inascoltato”. “All’inaugurazione dell’anno giudiziario, la Procura Generale della Toscana ha presentato la consueta relazione consuntiva sull’anno appena trascorso. Tra molti altri, un dato emerge con chiarezza: in Toscana si registra un aumento del 115% dei procedimenti per associazione mafiosa. Un dato abnorme, che ci fa ormai ritenere che nella nostra Regione non si può più parlare di infiltrazione ma ormai di radicamento delle principali mafie nel tessuto produttivo, economico e sociale”.

“Libera Toscana, nella dimensione del suo coordinamento regionale, si è presa una pausa di riflessione prima di pronunciarsi sulla situazione, volendo valutare quali sarebbero state le reazioni degli organi di informazione e delle rappresentanze politiche ed amministrative. Salvo qualche eccezione la notizia non ha suscitato reazioni degne di nota. Eppure le notizie del mesi scorsi non lasciavano presagire niente di diverso: procede l’iter giudiziario di uno dei casi criminali più eclatanti di sempre, l’inchiesta sui rifiuti tossici sversati nella zona del cuoio, con i collegamenti con il Valdarno e Livorno per la presenza di aziende coinvolte anche in quei comparti; il ruolo dei principali porti toscani nella dinamica del narcotraffico; l’alto numero dei beni confiscati e dei reati spia per il riciclaggio. Un elenco che si allunga e si aggiorna”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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