19, Marzo, 2024

Bancarotta fraudolenta e fatture false: agli arresti domiciliari Tiziano Renzi e la moglie

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Provvedimento emesso dal Gip di Firenze, riguarda i genitori dell’ex premier e una terza persona. I reati contestati riguardano tre società. La coppia è ai domiciliari a Rignano, Matteo Renzi commenta su facebook: “Ho molta fiducia nella giustizia italiana e penso che tutti i cittadini siano uguali davanti alla Legge”

Sono agli arresti domiciliari nella loro casa di Rignano, Tiziano Renzi e Laura Bovoli: per i genitori dell'ex premier Matteo Renzi la misura cautelare è stata disposta dal gip di Firenze nell'ambito di una inchiesta che riguarda tre società di cui sono stati amministratori i Renzi e di un imprenditore ligure, anche lui finito ai domiciliari.

I reati contestati sono di bancarotta fraudolenta ed emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, nel periodo fra il 2013 e il 2018. Il provvedimento, eseguito dalla Guardia di Finanza, è relativo a tre società cooperative, due delle quali dichiarate fallite: in questo caso il periodo finito al centro dell'inchiesta va dal 2010 al 2013.

Si tratterebbe, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, di aziende collegate alla "Eventi 6", già finita nei mesi scorsi sotto la lente degli investigatori per studi di fattibilità per un ampliamento dell'outlet The Mall di Leccio mai eseguiti davvero.

Il commento di Matteo Renzi è arrivato via facebook: "Da circa un’ora mio padre e mia madre sono ai domiciliari. Ho molta fiducia nella giustizia italiana e penso che tutti i cittadini siano uguali davanti alla Legge. Dunque sono impaziente di assistere al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato. Mai. Adesso chi crede nella giustizia aspetta le sentenze. Io credo nella giustizia italiana e lo dico oggi, con rispetto profondo, da servitore dello stato.
Arriveranno le sentenze e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano – oggi, casualmente proprio oggi – questo provvedimento. Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no". 

"Da rappresentante delle Istituzioni difendo lo Stato di diritto e chiedo a tutti di credere nella giustizia. Da figlio sono dispiaciuto per aver costretto la mia famiglia e le persone che mi hanno messo al mondo a vivere questa umiliazione immeritata e ingiustificata. Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo paese i miei oggi sarebbero tranquillamente in pensione". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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