Ieri la proposta di Enzo Brogi, oggi quella del primo cittadino di Montevarchi. Che però va in un’altra direzione, quella di costituire il tanto discusso Comune unico del Valdarno, o almeno del fondovalle. L’invito ai neo-sindaci e ai segretari di partito è di riaprire una discussione
La parentesi elettorale si è appena chiusa, in Valdarno, che già si guarda al futuro assetto geopolitico di vallata. Ieri la proposta di Enzo Brogi: "I comuni con lo 055 passino all'Area Metropolitana Fiorentina". Oggi quella del sindaco di Montevarchi, Francesco Maria Grasso, che però ha un obiettivo diverso: quello di riaprire una discussione sul tema, mai accantonato ma in realtà mai preso seriamente in considerazione, del Comune unico del Valdarno. O almeno di fondovalle, tra Montevarchi, San Giovanni e Terranuova.
"Da troppo tempo – sostiene il primo cittadino di Montevarchi – il dibattito intorno alla nascita dell’Unione dei Comuni del fondovalle per arrivare poi al Comune Unico, si è bloccato e non sembra produrre sbocchi significativi che possano portare velocemente alla sua piena concretizzazione. Tutto questo mentre intorno a noi sono nate nuove realtà istituzionali (la fusione tra Figline e Incisa, quella tra Castelfranco e Piandiscò, la nascita dell’Unione dei Comuni tra Pergine, Laterina e Bucine) che si muovono proprio in tale direzione".
"Eppure – aggiunge Grasso – il rischio che stanno correndo soprattutto le tre città maggiori, Montevarchi, Terranuova e San Giovanni, in tema di forza istituzionale, di possibilità di accesso a finanziamenti pubblici e soprattutto di visione politica, a mio giudizio è veramente grande e rischia di pregiudicare il possibile sviluppo economico e sociale delle nostre comunità".
Il Valdarno potrebbe, secondo il sindaco di Montevarchi, perdere gran parte del proprio peso nel nuovo assetto che la Toscana vedrà affermarsi con l'applicazione della riforma Del Rio. Un rischio che, sostiene Grasso, finora è stato sottovalutato: "Anche i partiti politici, ad iniziare dal Pd locale e valdarnese, non sembrano aver preso coscienza di questo rischio e rimandano il confronto su questi temi che rappresentano il futuro della nostra vallata. Eppure solo unendo le forze, i servizi, il personale, solo avendo una visione comune dello sviluppo urbanistico e infrastrutturale del territorio, potremmo dare un futuro alle nostre comunità".
"Dunque – conclude il sindaco di Montevarchi – ora o mai più: pertanto sono qui ad invitare tutti i Sindaci, ma anche i segretari dei movimenti politici che ci sostengono nell’azione amministrativa nelle tre città e negli altri comuni, a riprendere immediatamente questo cammino che non potrà, secondo il mio giudizio, non sfociare nel tempo nel comune unico almeno del fondovalle valdarnese. L’uniformità della guida di giunte di centrosinistra del nostro territorio, l’apertura di un confronto tra le istituzioni locali, con le associazioni di categoria, il mondo imprenditoriale e associativo, deve spingerci a garantire ai nostri concittadini una maggiore uguaglianza e una garanzia di servizi di qualità e continuativi nel tempo e a permettere al Valdarno uno sviluppo economico e sociale".
"In caso contrario non vedo altra ipotesi che creare un grande movimento di popolo nei vari territorio per percorrere la strada che porti al referendum e al voto per questo importante obiettivo, l’unico che può garantire un futuro al nostro territorio".