30, Aprile, 2024

Slot machine: a Montevarchi e San Giovanni spese record. I dati

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I due comuni nel 2016 hanno addirittura superato la spesa media provinciale sul comparto delle slot, ovvero 731 euro pro-capite

20 milioni e 300mila euro e 19milioni e 580mila euro: sono le somme ingenti che nel 2016 sono state giocate alle slot machine rispettivamente a Montevarchi e San Giovanni. Comuni che insieme ad Arezzo e Sansepolcro hanno superato la spesa media provinciale che si attesta sui 731 euro. A rendere noti i dati è Simona Neri, Sindaco di Pergine e Responsabile del Progetto Ludopatie Anci Toscana.

"Ho elaborato un dato della nostra Provincia di Arezzo rispetto alla sola spesa sulle cosiddette 'macchinette', ovvero AWP (che si trovano prevalentemente dentro ai bar o tabacchi) e VLT (che invece si trovano nelle sale slot dedicate). Nel 2016 sono stati complessivamente 478 i milioni che nella provincia si sono riversati nel comparto del gioco ed oggi evidenzio che di questa impressionante cifra, 252 milioni (ovvero più della metà, coerentemente con il dato nazionale) afferiscono al solo settore delle slot".

Scende, rispetto a San Giovanni e Montevarchi, nella graduatoria con 6 milioni e 940mila euro Terranuova che ha una spesa procapite di 564 euro. Fanalino di coda nella classifica valdarnese è Cavriglia con una spesa totale di 991.860 euro e procapite di 103 euro.

E sono cifre in aumento rispetto agli anni passati a San Giovanni, dove esistono 183 apparecchi, e dove la spesa procapite nel 2016 di 1.154 euro era di 1.065 nel 2015, e a Montevarchi, dove ce ne sono 175, e dove si è passati dai 797 del 2015 agli 832 dell'anno scorso. (Dati L'Italia delle slot del GruppoEspresso). Invece Terranuova, che conta 110 macchinette, ha visto scendere a 564 euro la spesa procapite del 2015 che era di 639. Stessa tendenza a Cavriglia dove ci sono 16 apparecchi, la spesa è scesa dai 110 euro del 2015 ai 103 del 2016.

"A seguito dell’accordo raggiunto in Conferenza Unificata tra Stato, Regioni ed Enti Locali il numero di AWP – continua Simona Neri –  verrà sensibilmente ridotto nei prossimi mesi. Il controllo del fenomeno della dipendenza patologica da gioco passa anche da questa misura, insieme agli interventi che tutti gli attori del contrasto alla ludopatia metteranno in campo: i regolamenti dei Comuni con distanziometro e mappatura dei luoghi sensibili, le ordinanze dei Sindaci per la regolazione delle fasce orarie di apertura, maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine e soprattutto le iniziative sanitarie degli operatori sanitari dei SerD che, specialmente sul nostro territorio, hanno costruito una rete di sostegno forte ed in continuo aggiornamento che in accordo con il terzo settore e le Istituzioni sta creando moltissime occasioni di sensibilizzazione".

"La dipendenza da gioco è un fenomeno in netta crescita che riguarda gli Amministratori e gli Uffici delle Politiche Sociali molto da vicino: distrugge le famiglie ed i rapporti e forse si tratta dell’unica dipendenza che coinvolge massicciamente anche gli anziani. Intervenire si può, intanto, attraverso le iniziative sopra citate che, ad esempio, nel caso di Pavia (ribattezzata nel 2013 dal New York Times come la “Capitale mondiale dell’azzardo”) hanno portato a ridurre la spesa procapite cittadina da 2500  a 1300 € in tre anni.

Infine Simona Neri lancia l'appello "di portare in approvazione i Regolamenti Comunali per mappare i luoghi sensibili di ognuno dei nostri territori. La parola d’ordine rimane però “formazione”: i bambini devono conoscere già dalla tenera età i rischi connessi alla compulsività del gioco ma soprattutto del gioco on-line. Ancora troppa pubblicità insiste sulle fasce orarie non protette ed ancora troppi riferimenti culturali o mediatici si prestano come testimonial del mondo dell’azzardo. Il gioco è bello quando è sociale."

 

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