16, Ottobre, 2024

Tesori nascosti in Valdarno: tre Chiesette tutte da scoprire

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Piccole, nascoste e così poco conosciute, queste sono le caratteristiche che accomunano tre chiese del Valdarno:Santa Maria in Campo Arsiccio a Terranuova Bracciolini, San Michele a Castelfranco di sopra, Badia di Sant’Andrea a Loro Ciuffenna. Tuttavia, tutte e tre nascondono tesori al loro interno, storie da riscoprire e opere da ammirare nuovamente.

Santa Maria in Campo Arsiccio a Campogialli

Nel Comune di Terranuova, per la precisione a circa un chilometro dal centro della frazione Campogialli, si trova questa prima Chiesa. Nascosta da ulivi in un altopiano di terre, questa struttura, probabilmente del XIV secolo, si presenta inconsueta: solo il piccolo campanile a vela e il portico fanno presumere la presenza di un luogo sacro, essendo addossata anche ad un’abitazione del Cinquecento. Santa Maria, a differenza delle prossime Chiese, è stata oggetto di uno studio recente che ne ha ricostruito le vicende storiche. Carlo Fabbri racconta la sua storia ne Santa Maria in Campo Arsiccio, dal legame con la famiglia Pazzi in Valdarno che ne commissionò la costruzione ai fatti storici che l’hanno portato a cambiare nel tempo. Prima Chiesa, poi meta per i viaggiatori verso San Pietro, poi sconsacrata e ridotta in una stalla. Un luogo che ha assunto diverse funzioni e che, quindi, andava modificato anche nella struttura a seconda delle esigenze: ingresso e portico hanno subito cambiamenti via via che al corpo primario si aggiungevano edifici.

Nei secoli, la Chiesa venne adornata da affreschi che ancora oggi sono in parte visibili. Fabbri: “Sempre i Pazzi potrebbero aver commissionato una prima serie di affreschi di cui si leggono tracce nella parete opposta a quella adiacente al portico, ma per quelli dell’antica controfacciata col Giudizio universale e quelli della Passione di Cristo c’è una datazione precisa, il 1364, leggibile sotto la scena”. Affreschi di diversi mani e periodi (XIV-XV secolo), occupano le pareti interne: realizzati da artigiani ben dotati e conservati nel tempo. Ad esempio, si può osservare: un’Annunciazione (altare), un Giudizio universale (altare e parete destra) e la storia della Passione di Cristo (parete destra). Nel 1954, il proprietario di allora, Marino Debolini, fece restaurare le opere a sue spese e Santa Maria venne vincolata alla Sovrintendenza per i beni artistici di Arezzo. Rimasta chiusa fino al 2015, adesso è nuovamente visitabile su appuntamento grazie al volontario della Proloco, Andrea Checcacci. Il numero per fissare le visite è il seguente: 3393276964.

 

San Michele a Castelfranco di sopra

Poco distante dal centro cittadino di Castelfranco, imboccando la Setteponti e svoltando verso la frazione Pulicciano, dopo un chilometro e mezzo, sulla sinistra si erge San Michele. In stile romanico (XII secolo), la Chiesa è stata ristrutturata negli anni ’50, quando vi fu aggiunto il campanile ispirato a quello di Santa Maria Novella a Firenze. Le sue particolarità si riscontrano anche all’interno: grosse sedie di legno al posto delle panche occupano l’unica navata; due affreschi dei Santi Michele e Agostino nell’abside e, infine, nelle pareti laterali si trovano due bellissimi, e rari, confessionali in muratura. Inoltre, nel periodo natalizio San Michele ospita un originale presepe, che grazie alle sue grandi dimensioni è molto evocativo. La chiesa è aperta ogni domenica dalle ore 10, durante la messa, ed è possibile accedervi suonando il campanello della Canonica adiacente.

Badia di Sant’Andrea a Loro Ciuffenna 

A pochi minuti dalla piazza lorese, proseguendo verso le frazioni montane e, poi, imboccando una stradina sulla sinistra seguendo le indicazioni, immersa in campi di ulivi si trova, infine, Sant’Andrea. Già esistente nell’ XI secolo, la Badia si presenta austera e composta, anch’essa in stile romanico. La sua podestà è cambiata varie volte nei secoli, nel 1425 venne incorporata nell’Abbazia di Vallombrosa, per poi diventare suffraganea alla Chiesa di Gropina, anch’essa nel Comune di Loro. La sua storia si ferma nel 1737, quando il Vescovo di Arezzo la rese Archipriora. L’edificio fu realizzato con grandi conci di arenaria e presenta, esteriormente, un portale sormontato da una bifora con capitello e sulla parte terminale un piccolo campanile a vela, visibile spostandosi sulla destra. Proprio davanti all’entrata si trova un tratto dell’antica via medievale e un pozzo in pietra. Al suo interno custodisce un dipinto settecentesco della Madonna col bambino tra i Santi Andrea e Giovanni Gualtiero. Ma non solo, nella celletta adiacente all’abside si trovano le reliquie dell’eremita Frate Forte. Venne, inoltre, restaurata anni fa dalla Sovrintendenza aretina, ma rimane ad oggi chiusa al pubblico in vista di una possibile riapertura.

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