06, Dicembre, 2024

“Solidarietà a Franceschini, ma siamo sbigottiti per le affermazioni della Asl10”, intervengono i Cobas

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Dopo l’incendio doloso ai danni dell’auto del dottore Franco Franceschini e la presa di posizione della Asl10, intervengono Andrea Calò e Domenico Mangiola dei Cobas sanità. Chiedono all’azienda sanitaria di non strumentalizzare la vicenda i consiglieri Piero Caramello e Valentina Trambusti. “Un’azienda pubblica non può permettersi di lanciare sospetti così gravi nei confronti di sindacati e forze politiche democraticamente elette da lavoratori e cittadini”

Tutti condannano il grave atto compiuto contro il dottore Franco Franceschini, la cui auto è stata distrutta da un incendio di chiara matrice dolosa ma molti chiedono alla Asl10 di non strumentalizzare la vicenda. Lo fanno Valentina Trambusti della lista civica Salvare il Serristori e Piero Caramello, ma in maniera particolare i Cobas sanità Andrea Calò e Domenico Mangiola che, dal comunicato dell'azienda sanitaria, si sentono chiamati in causa.

Condannando la vicenda e parlando di atto intimidatorio la Asl10, infatti, aveva scritto: "Un clima all’interno del quale alcune forze politiche ed alcune organizzazioni sindacali restano ostinatamente e immotivatamente convinte che sia in atto un processo di smobilitazione e smantellamento dell’ospedale valdarnese". 

Andrea Calò e Domenico Mangiola non ci stanno e replicano.

"Esprimiamo ferma condanna, rammarico e preoccupazione per quanto è accaduto al dottore Franco Franceschini responsabile della chirurgia d'urgenza dell'ospedale di Santa Maria Annunziata a cui nel pomeriggio del 3 dicembre nel parcheggio dell’ospedale Serristori gli è stata incendiata la macchina. Si tratta di un atto grave, vile, ritorsivo e inaccettabile proprio sul piano della convivenza civile e della democrazia. A Franceschini va la nostra vicinanza e solidarietà".

E poi:

"Rimaniamo sbigottiti per il comunicato strumentale, demagogico e di basso profilo rilasciato dall’Asl 10 all’indomani dell’incendio doloso, sul quale sono in corso le indagini degli inquirenti per accertarne la matrice e le responsabilità. Con un cinismo che non ha precedenti la direzione sanitaria dell’Asl 10 getta fango sull’intero tessuto democratico, laddove cerca maldestramente di mettere in correlazione il vile attentato con il giusto e necessario clima di polemiche e di opposizione democratica che da anni interessa le sorti di un Ospedale, spesso oggetto di smantellamento, degrado e fatiscenza e difeso strenuamente da forze politiche, civiche e dal sindacalismo di base primo fra tutti i Cobas".

"Al di là del teorema aziendale che “macchia e criminalizza il dissenso” i Cobas ribadiscono punto per punto le critiche mosse alla gestione Morello, alle quotidiane inadempienze della dirigenza che se non rimosse rischiano di mettere in grave difficoltà un Ospedale che attende da anni un rilancio, una riqualificazione e una messa in sicurezza. A Morello & Soci mandiamo a dire che noi non ci faremo intimidire e/o imbavagliare da chi non sa nemmeno rispettare la democrazia e i valori della necessaria dialettica sociale e politica. I Cobas che insieme ad altri difendono il diritto alla salute pubblica, i bisogni socio sanitari della popolazione e i diritti dei lavoratori da speculazioni e smantellamenti, non arretreranno di un solo punto dalle proprie rivendicazioni".

Condannano il grave atto contro il dottore e chiedono, però, all'azienda di non strumentalizzare l'accaduto i consiglieri di Figline Incisa Valentina Trambusti, di Salvare Il Serristori, e Piero Caramello, che ha  lasciato il Movimento 5 Stelle.

"Una ferma condanna del gesto che ha colpito l’automobile del dottor Franceschini verso il quale esprimo pubblicamente, come ho già fatto in privato, tutto il mio sostegno e l’augurio che le indagini conducano all’individuazione dei responsabili. Non posso fare a meno però di commentare la nota stampa dell’Asl 10 di Firenze. Parole che colpiscono tutta la comunità di Figline, utilizzando un episodio criminale per giustificare scelte aziendali che non sono giustificabili – ha dichiarato Valentina Trambusti,  della lista civica Salvare il Serristori – Non entro nel merito della questione come ha fatto l’Asl richiamando il “grave clima di polemiche innescate riguardo al futuro dell’ospedale valdarnese” e definendo “pretestuose” posizioni espresse democraticamente".

"Confermo invece l’impegno sulle tematiche dell’ospedale profuso finora con quello stile di fermezza, correttezza e rispetto degli interlocutori che contraddistingue la lista Salvare il Serristori. Lo stesso rispetto che in quella nota stampa, l’Asl non ha dimostrato verso la comunità politica e civile del Valdarno preoccupata per i tagli alla sanità. Non accettiamo che questo fatto venga utilizzato come un secchio di vernice che cancelli tutto quello fatto finora. Su questo punto – conclude – faccio presente che la nostra lista civica e tutto il Comitato Salvare il Serristori non è disposto ad accettare nessun tipo di bavaglio".
 
Chiede poi una rettifica del comunicato il consigliere Piero Caramello, ex Movimento 5 Stelle, che esprime solidarietà al dottore:

“È grave, e deve far riflettere, che l’Asl getti pesanti accuse – affema il consigliere – tacciando “alcuni sindacati” e alcune forze politiche “di esasperare gli animi”, come se questa “esasperazione” fosse la causa di un atto intimidatorio nei confronti di un medico dell’ospedale. I cittadini valdarnesi guardano all'ospedale non per una questione romantica ma con la speranza di avere un centro sanitario in grado di rispondere ai bisogni della cittadinanza. Non esiste ad oggi un piano chiaro del futuro del Serristori che soffre la vicinanza di una struttura privata troppo spesso utilizzata dalla stessa ASL10.  La cosa peggiore che può fare un'azienda è sottovalutare il capitale umano, vero valore assoluto. Il blocco dei contratti e del turnover di fatto avvilisce coloro che sono i veri protagonisti del servizio sanitario nazionale”.

“Auspico un confronto aperto con l'azienda affinché si possa comprendere definitivamente quale sia il destino dell'ospedale. Ma chiedo immediatamente all’Asl di ritirare le accuse lanciate ingiustificatamente. Un’azienda pubblica non può permettersi di lanciare sospetti così gravi nei confronti di sindacati e forze politiche democraticamente elette da lavoratori e cittadini”.

 

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