26, Aprile, 2024

Metalmeccanica, la Cgil fa il punto in Valdarno fiorentino. “Settore di eccellenza, ma servono formazione e servizi”

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Si chiama ‘Valmeccanica’, l’iniziativa promossa dalla Fiom Cgil che a Figline ha presentato i dati sul settore della metalmeccanica: 460 aziende fra Valdarno fiorentino e Valdisieve, in cui lavorano quasi 3mila addetti. Un settore che sta dando i primi segnali di ripresa, anche se ancora non è strutturale

È un settore di eccellenza del territorio del Valdarno fiorentino e della Valdisieve, dove dà lavoro a circa tremila addetti, e che mostra i primi segnali di ripresa, anche se ancora non strutturale. È il quadro del comparto della metalmeccanica, tracciato nel corso di un seminario promosso al Palazzo Pretorio di Figline dalla Fiom Cgil di Firenze, sulla base di dati raccolti nelle due aree di riferimento. 

Il settore metalmeccanico, in Valdarno fiorentino e Valdisieve, comprende in tutto 460 aziende con 2949 addetti. Quasi sette aziende su dieci sono di piccole dimensioni, sotto i 5 dipendenti: una peculiarità di questo territorio che però conta anche insediamenti più grandi. “Questo settore – ha spiegato Iuri Campofiloni, FIOM Cgil Firenze – in questo territorio ha delle importanti eccellenze e poli che, con il loro indotto, lavorano sulla qualità delle produzioni. Si va dalla meccanica all’illuminazione, dall’idraulica agli accessori per la moda, fino ai macchinari per le costruzioni. Ma il numero più grande di addetti opera nel ramo della mobilità: dal cordino per pneumatici della Bekaert fino ai componenti per mezzi di trasporto dalla Bertolotti, oppure dalla produzione di motocicli della Beta Motor di Rignano fino agli impianti di lavaggio della Bitimec e così via”.

“Dal punto di vista della sindacalizzazione – ha aggiunto il rappresentante sindacale – questo territorio lo è di meno rispetto ad altri: una naturale conseguenza delle dimensioni di azienda, perché in quelle di più piccole dimensioni succede spesso che non ci sia una rappresentanza sindacale interna”. Dove questa è presente, però, la Fiom è la più rappresentativa: “Su 9 Rsu aziendali, abbiamo 17 delegati FIOM e 7 di altre sigle”. 

 

 

Lo studio portato avanti in questo comparto ha permesso però di mettere in luce alcune criticità. “La prima – spiega Campofiloni- riguarda i servizi pubblici per la mobilità dei quasi tremila addetti del settore. La maggior parte di quesi dipendeni, infatti, va a lavoro con i propri mezzi, percorrendo in media 26 chilometri al giorno, e vedendo così ‘bruciare’ uno stipendio l’anno per muoversi. Basti pensare anche alla scarsità di collegamenti pubblici fra il Valdarno Fiorentino e quello aretino”. 

“Altra criticità – ha concluso l’esponente di fiom Cgil Firenze- riguarda invece la formazione: a fronte di un settore così presente in Valdarno Fiorentino e Valdisieve, in questi due territori non ci sono scuole professionali, Le più vicine sonno  Firenze o San Giovanni. Un limite anche per la scuola-lavoro, ad esempio”. 

Presente al seminario anche la sindaca di Figline e Incisa, Giulia Mugnai, che ha commentato: “Iniziative di questo genere sono molto importanti per comprendere meglio aspetti del tessuto produttivo locale e trovare, eventualmente, soluzioni per sostenere il comparto”. Molti gli interventi che nel corso della mattinata hanno visto protagonisti sia rappresentanti sindacali che esponenti delle dirigenze di alcune delle aziende del settore. 

 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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