26, Aprile, 2024

Il confine turco-siriano raccontato dalla valdarnese Silvia Berlingozzi, impegnata in un progetto di solidarietà

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“From Aleppo to Kilis: quando la guerra crea migrazioni”: è il racconto di Silvia Berlingozzi, che attraverso parole e immagini fa luce sulle condizioni infantili (e non solo) sul confine turco siriano, dove ha preso parte a un progetto di solidarietà nel settore odontoiatrico di una ONG

Silvia Berlingozzi, valdarnese, laureata igienista dentale, fa parte di "Smile Mission Onlus" che per occuparsi della solidarietà odontoiatrica internazionale, ogni anno attiva nuovi progetti nel mondo. In quest'occasione Silvia racconta la sua esperienza a Kilis sul confine turco siriano. "Sono partita con un'associazione che si chiama 'Una mano per un sorriso – onlus', che collabora con una Ong siriana riconosciuta dallo stato turco che è 'Sons of war'. L'associazione ha un asilo e segue 30 famiglie con gravi problemi economici e con bisogni speciali. Ho lavorato per loro quattro giorni: due di attività nell'asilo e due portando aiuti dall'Italia nelle famiglie, aggiornando i report e soprattutto fotografando, questo era il mio compito", spiega. 

 

Si estende per 760 km la barriera di cemento fatta costruire da Erdogan (presidente della Turchia) per sigillare il confine tra Turchia e Siria e per contenere il movimento del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan): "Questo intervento – racconta – ha avuto disastrose conseguenze sia per i curdi che per il flusso migratorio di civili siriani in fuga dalla guerra". 

Silvia era a Kilis, dove il muro "si vede ma soprattutto si sente: circa 130 mila profughi, di cui 60 mila vivono in campi di accoglienza e i restanti alloggiano in garage, tende, case abbandonate, con scarsi servizi igienici, poca acqua e spesso senza luce".  L'obiettivo dei progetti attivati dall’ONG “Una mano per un Sorriso – For Children” è quella infatti di diminuire la condizione di disagio e fare un passo verso l'uguaglianza. "Auspicare all'uguaglianza non è utopia", scrive Silvia. 

Per quattro giorni ha preso parte a tre di questi progetti insieme ad altre due volontarie. Smiling school è il nome di uno dei progetti e prevede l'istruzione di base per 82 bambini, piccoli rifugiati siriani a Kilis, dai tre ai sei anni.

Smiling Family è il secondo progetto che nasce nel 2016 con la selezione di 30 famiglie a cui viene consegnato un voucher mensile per dei supermercati convenzionati. Il compito di Silvia insieme alle altre due volontarie Lila e Francesca è quello di aggiornare un report per che riguarda gli sviluppi degli stati igenici e di slaute dei componenti delle famiglie selezionate. Inoltre, si aggiunge a questo, un progetto interno, chiamato Special smile: nato per difendere il diritto alla vita e alla cura della disabilità per tutti quei bambini speciali che vivono in condizioni particolarmente disagiate. "Il nostro compito – conclude – è quello di sensibilizzare, smuovere gli animi e ricostruire insieme".

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