23, Dicembre, 2024

Fimer, assemblea dei lavoratori. “Una vertenza senza fine: questo stabilimento si sta spegnendo”

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Una vertenza che va avanti da oltre un anno e mezzo e che ancora non sembra destinata a risolversi. 280 lavoratori, erano 500, i creditori, istituzioni e sindacati, che lamentano ancora mancanza di chiarezza e di risposte certe, tornano a chiedere a Fimer spa di prendere una decisione per il futuro dello stabilimento di Terranuova che opera nel settore degli Inverter. E la decisione deve essere quella di ufficializzare il nome dell’investitore che in questo momento sarebbe interessato ad intervenire da un punto di vista economico e industriale. Se non entra presto liquidità, affermano i sindacati, la sorte dello stabilimento è segnata. Inizia da oggi lo stato di agitazione dei lavoratori. Seguirà un incontro con la Regione Toscana. Poi altre iniziative se la situazione non dovesse sbloccarsi.

Sergio Chienni, sindaco di Terranuova: “Come abbiamo detto fin dall’inizio di questa vertenza, che ormai risale a oltre un anno e mezzo fa, è necessaria l’immissione di risorse economiche perchè l’azienda possa continuare la sua attività e rispondere agli ordini che ci sono e salvaguardare il lavoro delle tante famiglie coinvolte: parliamo di 280 persone, un numero considerevole al quale aggiungere l’indotto, i creditori e le aziende che lavorano per la Fimer. Le notizie parlano di un’offerta, di un fondo industriale vincolante che è stata presentata, se questa offerta esiste, anche se ancora non ufficializzata, è una soluzione da percorrere. Oggi il quadro cede l’azienda produrre sulla base di finanze che vengono erogate da General Finance e un futuro che è legato a un nuovo soggetto investitore. Evidentemente le turbolenze a cui stiamo assistendo rischiano di inficiare una situazione che è delicata: sarebbe necessario che in una procedura di concordato in continuità tutto si svolgesse con una certa linearità invece alcune turbolenze ci sono state e bisogna che questa non compromettano chi oggi sta erogando finanze perchè l’attività possa andare avanti e nemmeno possano inficiare l’ingresso di un nuovo investitore”.

Alessandro Tracchi, segretario provinciale di Arezzo Cgil: “Questa è una vertenza aperta da oltre un anno e mezzo e non è un caso che c’è il segretario generale della Cgil. Non vorrei che questo passasse in secondo piano. Le stesse confederazioni Cgil, Cil e Uil sono attenzionate a questa vertenza perchè questo stabilimento riveste un ruolo e un’importanza per la provincia di Arezzo non secondario. E questo è un dato. L’altro dato è che questa azienda ha un concordato in continuità che, fin dalla sua presentazione, parlava della necessità dell’intervento di un investitore per supportare un business, un business che c’è. Siamo, infatti, nel cuore della transizione ecologica e questa è un’azienda che da venti anni progetta e sviluppa questi prodotti e che per il nome, per le competenze, per la qualità dei prodotti che vengono prima ideati, poi realizzati e poi commercializzati, in questi anni si è fatta un nome indipendentemente dalle proprietà che si sono succedute. Questa società è dentro un concordato perchè ha avuto problemi ma ha ancora un portafogli ordini – clienti e il piano concordatario prevede l’intervento di un soggetto finanziatore che gli consenta di produrre inverter, affermarsi nel mercato, riconquistando spazi importanti come è avvenuto nella sua storia”.

“Siamo a conoscenza che c’è l’interessamento di un investitore che per la prima volta, a differenza del passato, ha fatto un’offerta vincolante: noi vogliamo che questo venga ufficializzato. Noi vogliamo che questo soggetto, se esiste e c’è, arrivi qui prima possibile. Per noi la priorità in questa fase è la tutela dei posti di lavoro, la tranquillità di queste famiglie, la tutela degli interessi dei crediti perchè c’è qualcuno che si è visto congelare i propri crediti e che aspetta lo sviluppo del concordato per vederli soddisfatti. Noi vogliamo conoscere l’investitore perchè vogliamo che entri il prima possibile, vorremmo agevolarlo a entrare. In una situazione così questo stabilimento si sta spegnendo perchè è una vertenza senza fine”.

Ilaria Paoletti, Fim Cisl: “In questo momento siamo in attesa dell’ufficializzazione di un’offerta da parte di un soggetto industriale che, facendo le prime verifiche, ci risulta abbia i requisiti economici, finanziari e industriali per poter risollevare l’azienda e farla uscire dalla crisi. La comunicazione richiesta entro ieri non c’è. Intanto partiamo oggi con l’assemblea pubblica per poi continuare il 26 aprile con un incontro con la Regione direttamente qui in azienda per chiedere che questa offerta ci venga ufficializzata. Non abbiamo altre alternative o cambi di strategia: come organizzazioni sindacali noi abbiamo sempre sostenuto fin dall’inizio che per uscire da questa vertenza serve un soggetto che porti liquidità. Se oggi questo soggetto c’è quell’offerta deve essere accettata per salvare l’occupazione e il mantenimento dello stabilimento”.

Luana Casucci, Uilm Uil: “Sembra di giocare al gioco dell’oca. Questa vertenza va avanti da un anno e mezzo. Si sono succeduti vari Consigli di amministrazione, l’ultimo ancora non si è presentato. Noi vogliamo sapere cosa intendono fare di questa azienda. I lavoratori meritano di saperlo. Chiediamo di conoscere il piano industriale del nuovo soggetto interessato”.

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