25, Aprile, 2024

“La nostra scrofa presa di mira e colpita con un dardo da balestra”: la denuncia di un’associazione animalista

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I fatti risalgono a domenica scorsa. La scrofa, insieme agli altri animali ospitati e accuditi da un’azienda agricola che non li destina alla macellazione, si trovavano nell’area di pertinenza dell’azienda. Coco, questo il suo nome, è tornata poco dopo con un dardo nella zampa: fortunatamente sta bene. I proprietari hanno sporto denuncia: “Cose del genere non devono accadere mai più”

Presa di mira e colpita, senza alcuna ragione, con un dardo da balestra, che le ha trafitto la zampa. Coco, è il nome che i suoi proprietari le hanno dato, è una scrofa che è ospitata e accudita, insieme a tanti altri animali, in una fattoria molto particolare, ad Ambra. Un'azienda agricola bio-vegan che in realtà è un rifugio per animali da reddito, che ospita tra gli altri anche Ciccino, ora Pablo, il cinghiale di San Leolino. Con una regola: niente macellazioni. Gli animali vengono curati e ospitati, non allevati. 

Il racconto di quanto successo domenica scorsa lo fa proprio una dei responsabili dell'azienda, che fa parte anche di associazioni animaliste. "Nel pomeriggio, domenica scorsa, visto che era bel tempo, abbiamo aperto il recinto gigante nel quale le scrofe stanno protette e le abbiamo fatte girellare felici in mezzo a rovi e alberi, sempre comunque all'interno della nostra area di 26 ettari". 

"Ad un certo punto Coco, la scrofa rosa, è andata dietro all'ultimo capannone da sola. Dopo dieci minuti abbiamo iniziato a chiamarla, visto che non ritornava: siamo andati a cercarla e lei era sempre dietro al capannone, ci è venuta incontro con un fianco e la zampa sinistra davanti completamente insanguinati e con una freccia rossa appuntata sulla sua spalla". Subito la richiesta di intervento veterinario, mentre intanto la scrofa era riuscita a far staccare un pezzo della freccia. 

"Il giorno dopo è tornato il veterinario per estrarle la punta che le era rimasta conficcata nella cotenna: pensavamo le fosse rimasto dentro un pezzettino piccolo, una puntina irrisoria invece ci siamo trovati davanti ad una cuspide assassina, usata per spaccare le ossa e con 3 lame", raccontano ancora i proprietari. 

Nel frattempo, è scattata anche la denuncia ma prima siamo andati a sporgere denuncia alla Polizia, mentre i titolari dell'azienda agricola hanno anche informato le Asl di Arezzo e Valdarno, la Polizia Provinciale e da ieri anche la Polizia Municipale e il Sindaco di Bucine. "Al sindaco, come privati cittadini, come associazione Venus in Fur e come I-Care abbiamo chiesto che venga revocato il permesso di cacciare nella zona delimitata dalla proprietà del Podere L'Isola che stiamo per acquistare e della quale abbiamo l'utilizzo". 

C'è amarezza e rabbia, nelle parole dei proprietari: "Primo, perché la balestra non è assolutamente un'arma consentita per la caccia; secondo, non si spara ad un maiale; terzo, non si spara all'interno delle proprietà altrui. Nei prossimi giorni stileremo un testo di richieste da portare al Sindaco che devono essere accolte per consentire la tranquillità nostra e soprattutto dei nostri animali. Accogliamo animali da privati, da enti e da associazioni: non possiamo sentirci sempre come potenziali vittime. Non ne possiamo più e abbiamo deciso di agire".

"Ora Coco sta bene, la ferita si sta rimarginando senza problemi, l'appetito le è tornato alla grande e dopo quello che è successo, oltre all'amicizia si è consolidata anche la fiducia nei nostri confronti. Noi faremo tutto quello che è in nostro potere per trovare il responsabile e per far si che cose del genere non accadano mai più". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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