19, Aprile, 2024

Il dottorato di ricerca in spettroscopia molecolare all’università di Zurigo dove ha insegnato Einstein: la storia di Claudio Zanobini

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28 anni, una laurea magistrale in Scienze Chimiche con indirizzo spettroscopia molecolare e il desiderio di una nuova avventura in una città dove la ricerca è ben finanziata e la popolazione è benestante. Il racconto di Claudio Zanobini, da due mesi a Zurigo per il dottorato: “Soddisfatto della mia scelta, un’opportunità unica lavorare con persone che fino a poco fa conoscevo solo per il loro nome in pubblicazioni scientifiche internazionali”

Un dottorato di ricerca nello stesso istituto di Zurigo dove ha insegnato anche Albert Einstein. Claudio Zanobini è uno dei giovani che ha lasciato il Valdarno e si è trasferito in Svizzera da due mesi con una laurea magistrale in Scienze Chimiche dall’università di Firenze, conseguita presso il LENS (Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non Lineare) di Sesto Fiorentino: “Materia concettualmente non semplice da capire ma molto affascinante”.
 
“Lavorando al LENS e allo stesso tempo in pizzeria a San Giovanni, mi sono reso conto purtroppo che al momento in Italia un giovane non ha una prospettiva futura” – ci racconta Claudio, 28 anni  – “Non riuscivo ad avere una visione del mio futuro in questa nazione, con grande rammarico. È davvero un peccato che in Italia la ricerca non sia finanziata a dovere: spesso ciò costringe molti scienziati italiani ad andarsene dal proprio paese per cercare lavoro altrove”.
 
Da qui l’idea di cercare un’esperienza di dottorato all’estero. Dove? Tra le prime ipotesi c’erano Spagna e Olanda, per unire studio e divertimento. Ma una serata di riflessione con un amico è stata il momento in cui le idee si sono concretizzate in un'altra direzione: “Luca mi ha detto chiaramente che la risposta era a due passi da casa, la Svizzera: un Paese dove la ricerca è ben finanziata, la popolazione è benestante, ci sono degli ottimi tenori di vita e stipendi, belle città da visitare e pure divertimento notturno. Poche settimane prima del conseguimento della laurea, consigliato da amici e colleghi del LENS, ho inviato tante e-mail per una possibile posizione di dottorato ai vari gruppi di ricerca europei nel campo della spettroscopia molecolare”.

Con grande stupore, numerose sono state le risposte: dalla Svezia (Università di Lund), poi dall’Olanda (Università di Amsterdam), dalla Spagna (ICFO Barcellona) e dalla Svizzera, sia dal Politecnico di Losanna (EPFL), sia dall’Università di Zurigo (UZH). Sostenuti positivamente i due colloqui in Svezia e a Zurigo, la scelta: “Sono tutte università ottime, ma quella di Zurigo è la più famosa, così come lo è il gruppo di ricerca che mi ha offerto la posizione di dottorato”. Anche se questa nuova avventura, che durerà circa quattro anni, è appena iniziata, Claudio è già soddisfatto di questa scelta: “Ho un ottimo lavoro: mi diletto a fare lo scienziato in una delle migliori università d’Europa con laboratori e strumenti all’avanguardia e colleghi con un’ottima preparazione scientifica. Per di più sono ben retribuito e vivo in una bellissima città”.
 
Spazio anche a un'analisi tra Svizzera e Italia: quali sono le differenze? “Tutt’oggi rimango esterrefatto ogni giorno dall’inverosimile precisione, organizzazione e efficienza svizzera. Sono distanti anni luce da noi: è possibile rendersene conto solamente vivendo assieme a loro” – spiega – “Per esempio, qui c’è un sistema di trasporti pubblici efficientissimo, nei laboratori dell’università ci sono apparecchiature e strumentazioni eccezionali. La grande differenza che noto rispetto a dove ho studiato fino a pochi mesi fa non è tanto nella qualità delle persone che vi lavorano, ma nelle disponibilità economiche”.

Un Paese al di fuori della Comunità Europea, preciso e molto rigido dal punto di vista burocratico: “Per poter essere ammessi a vivere in città, sono molto severi: devi avere un lavoro, un alloggio e non so quali altri requisiti, altrimenti ti rimandano indietro. La burocrazia è complessa ma efficiente. L’ammissione all’università di Zurigo è stata snervante, hanno controllato tutto nei minimi dettagli. Sono molto severi, ma una volta che si è dentro devo dire che a Zurigo si vive molto bene. Le persone sono gentili e cortesi; quando si cammina per strada si nota benessere, sicurezza, tutto funziona e la criminalità è praticamente assente. Non a caso Zurigo è stata nominata per diverse volte la città dove si vive meglio al mondo: anche se è anche una delle più care che ci siano, infatti una persona con uno stipendio medio italiano non riuscirebbe a viverci”.
 
Una città che per la scienza è stato un vero e proprio punto di riferimento: “Sì, Albert Einstein è stato studente al Politecnico di Zurigo (ETH) e professore di fisica teorica sia all’Università (UZH) che allo stesso Politecnico. Oltre a lui, qui hanno insegnato e lavorato tanti altri famosi scienziati tra cui Erwin Schrödinger, Peter Debye e Wolfgang Pauli. L’università è un ambiente veramente internazionale, tutti parlano inglese e si vedono studenti, dottorandi e professori provenienti da tutto il mondo. La lingua ufficiale di Zurigo è il tedesco, ma la popolazione parla un dialetto molto differente. Ho cominciato a studiare il tedesco per cercare di integrarmi meglio, anche se ci vorrà del tempo per impararlo perché non è semplice”.
 
Claudio racconta anche dei primi giorni a Zurigo, dell’accoglienza da parte dei colleghi, di quello che è stato necessario per adattarsi in un luogo nuovo e diverso: “Il primo giorno al lavoro sono stato veramente ben accolto dal professore e da tutti i membri del gruppo di ricerca, mi è stata subito assegnata una scrivania personale con tanto di nominativo e un computer da 28 pollici! Della prima volta in città mi ricordo bene la neve perenne, il freddo e il vento glaciale: ora con la primavera le giornate sono decisamente migliorate e Zurigo sembra una città differente. Per coincidenza, durante le prime due settimane sono stato in compagnia di un amico di studi universitari di Firenze che si trovava per lavoro al politecnico: fa molto piacere vedere e parlare con una persona amica quando si è in un posto del tutto nuovo e lontano da casa". Poi il corso di ballo e salsa trovato anche in città che ha rappresentato un ulteriore modo per svagarsi e allo stesso tempo socializzare.
 
“Adesso lavoro con quelle persone che fino a pochi mesi fa conoscevo solo per nome e fama perché nominate negli articoli delle migliori riviste scientifiche. Ancora non mi sembra vero! Questa opportunità non me la dovevo far scappare, un'occasione del genere capita una volta nella vita e io l’ho presa al volo”, conclude Claudio, pensando anche alla famiglia, agli amici e agli affetti lasciati in Valdarno. “Non è stato facile: talvolta però bisogna buttarsi. Sapevo che se per qualsiasi motivo le cose sarebbero andate storte, sarei sempre potuto tornare a casa. E poi avevo voglia di vedere qualcos’altro, di cambiare qualcosa in me e nel mio stile di vita, un po’ di avventura".

"Sono pienamente soddisfatto della mia scelta, meglio di così non potrebbe andare. Un’esperienza all’estero la consiglio caldamente a tutti anche se per farla occorre una grande determinazione". Poi un consiglio finale a giovani come lui, indecisi su cosa fare o dove andare: "Riflettete sul fatto che se si vive sempre nello stesso posto, con gli stessi amici, nella stessa città e medesime abitudini, la mente tende a chiudersi: è importante vedere qualcos’altro per poter fare un paragone su come e dove stiamo vivendo. Se non ci muoviamo, non si ha niente a disposizione per fare un confronto e viaggiare apre la mente! Spero che l’Italia si rimetta presto in sesto e che risolva i propri problemi nel più breve tempo possibile, così da garantire un futuro a tutti i suoi abitanti, giovani in primis”.
 

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