Dopo le due ordinanze dell’amministrazione comunale, la società Il Gelsomino, proprietaria dell’ex Impero, ha presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. “Per noi questa è una vicenda complessa, da anni aspettiamo che il comune completi l’acquisizione dell’immobile”
Affonda nel 2008 l’origine delle vicende che riguardano il passato più recente dell’ex Teatro Impero di via Pascoli a Montevarchi. Oggi su quell’edificio, il cui tetto è parzialmente crollato, pesano due ordinanze dell’amministrazione comunale per la bonifica dell’amianto, anche se il sindaco Silvia Chiassai Martini ha sottolineato negli ultimi giorni che non ci sarebbero rischi per la salute pubblica.
Ora per la prima volta parla anche la proprietà dell’ex Impero. Due dei soci della società Il Gelsomino, che da maggio 2008 possiede il Cinema Teatro, intervengono per precisare alcuni aspetti di questa complessa vicenda. “Noi stiamo aspettando dal 2009 che il comune di Montevarchi, come da accordi stipulati, entri in possesso di questo immobile”, spiegano. Perché la loro società lo aveva acquistato, allora, solo per cederlo al comune, a fronte della concessione di Slu su un'area edificabile, a “semplice richiesta dell’Amministrazione”, come previsto in delibere e accordi. Il comune, dal canto suo, lo avrebbe ristrutturato usufruendo dei fondi Piuss: era in carica la giunta Valentini, che stava infatti approntando il Piano Integrato di Sviluppo Urbano della città.
Peccato che in dieci anni quella 'semplice richiesta' da parte di Palazzo Varchi non sia mai arrivata. “Noi abbiamo acquistato l’ex Cinema Teatro, nel 2008, poi abbiamo presentato a nostre spese il progetto al bando Piuss, in quanto proprietari del bene: nel dicembre 2010 – ricordano i proprietari – il Comune ci informò che era stato accettato fra i progetti portanti del Piuss di Montevarchi”. Sembrava insomma cosa fatta, e invece no. “Negli anni successivi, abbiamo inviato numerosi solleciti formali affinché si completasse l’accordo come previsto: e cioè il comune prendesse proprietà dell’ex Teatro Impero e trasferisse la Slu sull’Atr individuata. Non abbiamo mai avuto risposta”.
Nel frattempo era subentrata l’amministrazione Grasso, e nel 2012 il progetto sull’ex Impero cambia radicalmente: invece di un’opera da oltre 8 milioni di euro, diventa una ristrutturazione per un budget pari a meno della metà, circa 4 milioni di euro. E così, finisce per essere ‘cassato’ dai progetti portanti del Piuss, e infine stralciato del tutto. “Su quella modifica progettuale – spiegano i soci – abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti con i nostri avvocati, per capire come sia stata elaborata. Perché noi non ne eravamo neanche al corrente”.
Intanto il degrado si fa sentire e già nel 2014 l’amministrazione emette un’ordinanza, con cui intima alla società proprietaria dell’Impero di eseguire controlli sulla copertura dell’edificio, e valutare le condizioni dell’amianto eventualmente presente. “Affidammo gli studi ad una ditta specializzata – raccontano oggi due dei soci – che certificò come non ci fossero rischi di dispersione di fibre cancerogene”.
E oggi? “A questo punto, abbiamo presentato ricorso al Presidente della Repubblica. Aspettiamo una risposta. Dal 2010, purtroppo, nonostante ci fossero tutte le condizioni per farlo, il comune non ha mai ottemperato a quell’impegno preso per subentrare nella proprietà dell’ex Cinema Impero. Noi non siamo costruttori, non ci eravamo mai occupati di questo settore. E sicuramente, tornando indietro, non lo rifaremmo”.