Fiom Cgil, Fim Cisl, e i lavoratori esprimono soddisfazione per gli accordi che vedono la garanzia delle attività alla ex Ferriera. 16.600 tonnellate di materiale che grazie a una nuova strategia aziendale fanno ben sperare per il rilancio dello stabilimento
Per il momento si tratta di continuare le attività nel 2015 grazie a 16.600 tonnellate di materiale. Saranno necessari ancora ammortizzatori sociali e sacrifici da parte dei lavoratori. Questa volta però secondo Fiom Cgil e Fim Cisl l'azienda non guarda più allo stabilimento della ex Ferriera come a una realtà da chiudere. La Beltrame adesso ha cambiato strategia industriale e crede nel futuro della struttura sangiovannese.
Per i lavoratori una buona notizia. Dal 27 ottobre 2011, momento in cui la Beltrame nel corso di un incontro con il sindaco di San Giovanni annunciò la volontà di chiudere lo stabilimento siderurgico, i dipendenti hanno lottato con ogni mezzo civile e pacifico per il posto di lavoro: iniziative, manifestazioni, appelli, fino al giorno in cui si sono incatenati al loggiato di Palazzo d'Arnolfo. Tante le promesse fatte e non mantenute, tante le speranze disattese. Adesso, finalmente, un respiro di sollievo.
Ad esprimere soddisfazione per l'accordo raggiunti sono i lavoratori, le Rsu aziendali e le organizzazioni sindacali. Alessandro Tracchi, Fiom Cgil:
"Siamo stati sorpresi dal cambio di passo del gruppo: venivamo da un momento difficile in seguito ai mancati accordi che avevano caratterizzato il 2014. Riscontriamo invece che con l'arrivo del nuovo amministratore delegato è cambiata la strategia industriale della Beltrame. Le 16.600 tonnellate previste e ipotizzate per il 2015 ci fanno respirare un'aria diversa e più possibilista anche per il 2016. I lavoratori, anche se con fasi alterne e con gli ammortizzatori sociali, alterneranno le ripartenze a momenti di stop. Per la prima volta l'azienda comincia a fare strategie industriali e si cerca di privilegiare il mantenimento degli impianti anche con sforzi e chiedendo sacrifici ai lavoratori. Il momento non è di passaggio ma ripetibile anche nel 2016. Una svolta in prospettiva per lo stabilimento di San Giovanni non esclusivamente legato a un avvenimento sommario".
"Oggi rileviamo che dentro al gruppo e alla società si sta maturando la convinzione che anche lo stabilimento di San Giovanni possa diventare strategico. Non c'è una scelta a priori sulla chiusura: adesso si verifica se lo stabilimento può stare in piedi e andare avanti. Noi ci siamo sentiti in dovere di giocare questa svolta anche sapendo che il percorso è in salita".
Anche Gianni Di Scala, Fim Cisl, esprime soddisfazione per l'accordo raggiunto con l'azienda.
"È una scommessa, siamo pronti a giocarla. Finora la partita l'abbiamo impostata noi, nonostante l'azienda non ci credesse. Adesso ha cambiato passo. Il 2015 sarà comunque un anno di transizione: o andiamo avanti oppure le cose saranno rimesse in gioco. Noi ci crediamo. Non sarà certo finita: gli ammortizzatori continueranno ad esserci ma c'è un'impostazione diversa. Ci hanno chiesto anche di metterci del nostro e noi ci scommettiamo. Questo dimostra quanto i lavoratori ci credono: non avrebbero giocato sul proprio salario e la propria retribuzione. La proprietà ci ha dato segnali importanti: crede nel progetto San Giovanni".