13, Novembre, 2024

Amianto, la Regione annuncia monitoraggi e scrive al Governo: “Serve una legge che fissi i valori limite”. I Comitati: “L’amianto deve sparire”

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Stamani la conferenza stampa degli assessori regionali in merito all’amianto nell’acquedotto. Annunciato un tavolo di lavoro che monitorerà la presenza di fibre nell’acqua potabile. Ma la richiesta va al Ministero: “Deve fissare valori limite”. I promotori della petizione replicano invece: “Richiesta assurda, va sostituito l’amianto nelle tubature”

Restano distanti le posizioni in merito alla questione della presenza di amianto nei tubi dell'acquedotto pubblico, in particolare in quello gestito da Publiacqua. Da una parte i pareri delle istituzioni, stamani la Regione Toscana è intervenuta per la prima volta sul tema; dall'altra i Comitati che invece hanno promosso la Campagna "No Amianto Publiacqua". 

Alla conferenza di oggi hanno parlato l'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini e quello alla salute, Luigi Marroni. Diverse le informazioni emerse: a partire dal fatto che in queste settimane sono state svolte analisi a campione sull'acqua potabile, "Campionamenti che ad oggi hanno dato risultati tranquillizzanti".

La Regione ha istituito un Tavolo di lavoro sul tema dell'amianto nell'acquedotto. "Un Tavolo costituito per affontare la questione dal punto di vista sanitario e scientifico, che ha programmato le azioni da intraprendere e prime tra queste priorio i campionamenti delle acque", hanno spiegato gli assessori. "Insieme all'Ispo, l'Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, si è fatto poi il punto sulle conoscenze in nostro possesso e sulle norme che riguardano la presenza di fibre d'amianto nelle acque per le quali le 'Linee guida per la qualità dell'acqua potabile' emesse dall'Oms nel 1994, e poi ribadite nel 2011, affermano che non esiste alcuna prova seria che l'ingestione di amianto sia pericolosa per la salute".

Gli assessori hanno annunciato che "a fine gennaio 2015 è previsto un nuovo incontro con l'Istituto Superiore di Sanità per la messa a punto della metodica analitica nazionale, mentre a metà gennaio è prevista la riunione del gruppo di lavoro regionale per la definizione del progetto di monitoraggio analitico, e sulla rete delle condotte in cemento-amianto verranno selezionate le reti a maggiore rischio di presenza di fibre di amianto, valutate attraverso la vetustà delle condotte, l'aggressività delle acque e la portata fluente".

La conferenza stampa è stata però l'occasione per lanciare una precisa richiesta al Governo. "Abbiamo provveduto – hanno annunciato Bramerini e Marroni – a scrivere al Ministero dell'Ambiente e a quello della Sanità per chiedere che sia fissato un valore limite di legge anche per l'amianto che ad oggi, in base alla normativa italiana, non rientra nei parametri da analizzare".

Ed è proprio su questa richiesta che sono arrivate le critiche dei Comitati promotori della Campagna contro l'amianto. "Gli assessori regionali Bramerini e Marroni hanno messo nero su bianco la loro scarsa competenza scientifica in merito al mesotelioma all’addome e alla pleura causato dall’amianto. Chiedono infatti al Governo che per l’amianto “sia fissato un valore limite di legge”, affermando così, in sostanza, che un cittadino può bere acqua contenente amianto purché il numero di fibre risulti essere sotto una soglia fittizia stabilita a tavolino. Garantiscono così i nostri decisori pubblici la serenità e la tranquillità dei loro cittadini? Berrebbero loro dell’acqua con solo 'qualche' fibra di amianto?".

Perché i movimenti che hanno dato vita a questa Campagna hanno una posizione molto più precisa: l'amianto va rimosso, senza compromessi. "Noi chiediamo al presidente della Regione Enrico Rossi, visto che i suoi assessori non danno risposte, perché si continua a ignorare il DM del 14 maggio del 1996 che impone una rapida sostituzione delle condotte in amianto e il controllo della presenza di fibre nell’acqua potabile interessata da tubazioni in amianto". 

"Preoccupa inoltre – sottolineano i Comitati – quanto dichiarato da Alessandro Mazzei, direttore dell’Autority, durante la conferenza stampa. Sollecitato dalla domanda di un giornalista ha confermato che se l’eliminazione dei tubi sarà fatta, a pagare saranno i cittadini con l’aumento della tariffa in bolletta. E ciò è francamente intollerabile, visto che Publiacqua ha già la bolletta più cara d’Italia e che solo quest’anno ha spartito tra i soci ben 47 milioni di euro di utile. Su questo tema la Campagna ha chiesto, visto che i soldi ci sono, che a partire dal 2015 sia predisposto un piano triennale di eliminazione delle condotte in amianto, in piena sicurezza per i lavoratori e senza attendere il nuovo piano d’ambito che entrerà in vigore dopo il 2021". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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