Il Movimento Consumatori Toscana APS esprime piena solidarietà al Comitato Pendolari Valdarno Direttissima, dopo la denuncia relativa alla volontà di RFI di deviare i treni regionali dalla Direttissima alla Linea Lenta a partire dal prossimo dicembre.
“Una decisione grave, annunciata dalla Regione Umbria, che avrebbe ricadute pesantissime su migliaia di cittadini che ogni giorno si spostano per lavoro, studio e necessità familiari tra Arezzo, il Valdarno e Firenze. La Regione Toscana non può restare in silenzio: il Presidente Giani e l’Assessore Baccelli devono immediatamente chiarire se fossero al corrente di questa ipotesi e, soprattutto, quali azioni intendano intraprendere per tutelare il diritto alla mobilità dei cittadini toscani. Non è accettabile apprendere notizie così impattanti da comunicati di altre Regioni”, scrive il Movimento Consumatori.
“Deviare il traffico passeggeri sulla Linea Lenta significa allungare ulteriormente i tempi di percorrenza, già oggi insostenibili per molti utenti a causa di ritardi, disservizi e frequenti guasti. La conseguenza concreta è la negazione del diritto costituzionale alla mobilità, un diritto fondamentale che deve essere garantito soprattutto a chi non ha alternative all’uso del treno. Inoltre, con un’A1 spesso congestionata da incidenti e traffico intenso, penalizzare ulteriormente il trasporto ferroviario significa spingere i cittadini verso l’auto privata, con conseguenze negative su ambiente, sicurezza stradale ed equilibrio sociale. In un momento in cui si parla di nuovi treni regionali Pop 200 capaci di viaggiare a 200 km/h, appare anacronistico e irrazionale il progetto di spostare i treni su una linea più lenta e meno performante”.
Il Movimento Consumatori Toscana APS chiede con urgenza alla Regione Toscana “di convocare un tavolo tecnico con le associazioni di pendolari e i rappresentanti dei consumatori, prima che venga approvato l’orario di dicembre 2025; di garantire massima trasparenza sulle scelte in corso e sugli scenari futuri; di difendere attivamente il servizio ferroviario regionale, invece di accettarne il ridimensionamento”.