26, Aprile, 2024

Conclusa la prima fase del restauro, il Mammut del Tasso si rimette in cammino: entrerà al Paleontologico

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Il fossile di Mammuthus meridionalis sarà inscatolato per il suo ultimo viaggio, che dal laboratorio di San Giovanni dove è rimasto in questi mesi di restauro, lo porterà fino alla sede definitiva del Museo Paleontologico di Montevarchi

Il mammut del Tasso si prepara ad un nuovo viaggio, l'ultimo in realtà in vista del suo collocamento nella collezione del Museo Paleontologico di Montevarchi. Da pochi giorni si è infatti conclusa la prima, importante fase del restauro del cranio di Mammuthus meridionalis che era stato scavato la scorsa estate in località Tasso, a Terranuova, dove lo avevano trovato due cacciatori. Ora, dunque, è arrivato il momento di trasportare il fossile da San Giovanni, dal capannone della ditta Moretti s.p.a dove era stato allestito un laboratorio temporaneo, fino alla sua sede definitiva, il Museo Paleontologico di Montevarchi.

L’arrivo del Mammuthus, scortato dalla Polizia Municipale di San Giovanni e da quella di Montevarchi, è previsto per martedì 3 luglio, intorno alle 15. Attualmente sono in corso le complicate operazioni di imballaggio, necessarie per effettuare in piena sicurezza il trasporto del fossile. In questi mesi la restauratrice Antonella Aquiloni, supportata da Fabrizio Fabbrini, ha completato la liberazione del cranio dal sedimento inglobante, ha consolidato le varie parti dello scheletro e provveduto al temporaneo distacco con taglio controllato di una delle zanne, che aveva bisogno di essere trattata a parte prima di essere reintegrata con il resto del fossile. Alla ditta Giuntini di Pratovecchio spetta il difficile compito di ‘inscatolare’ il fragile reperto e appoggiarlo su un supporto adatto a metterlo al riparo dagli urti.

Il prezioso pacco sarà quindi trasportato martedì e fatto entrare direttamente al primo piano del Museo, grazie al lavoro della ditta Autogru Valdarno di Montevarchi. L’intervento è stato progettato e sostenuto in una proficua collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Siena, Grosseto e Arezzo, l’Accademia Valdarnese del Poggio – Museo Paleontologico e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze, sempre con il sostegno prezioso di centinaia di valdarnesi e non, che con il loro aiuto e le loro donazioni stanno rendendo economicamente possibile questa storica impresa.

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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