26, Aprile, 2024

Bekaert, Giulia Mugnai: “Ennesimo ed estremo schiaffo al nostro territorio da parte della multinazionale”

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Dopo il tavolo al Mise e dopo la posizione irremovibile dell’azienda nel non prolungare la cassa integrazione interviene il sindaco di Figline Incisa

Fumata nera dal tavolo al Mise sulla Bekaert: l'azienda è stata irremovibile e non ha accettato il prolungamento della cassa integrazione dando così il via libera ai licenziamenti di 120 lavoratori. Interviene il sindaco di Figline Incisa Giulia Mugnai.

"La Bekaert non ha accettato di prorogare la cassa Covid, che avrebbe permesso di far slittare il termine dei licenziamenti. L'ennesimo ed estremo schiaffo al nostro territorio da parte della multinazionale, sprezzante verso le Istituzioni italiane, i sindacati, i lavoratori. Un "NO" secco, nonostante la cassa Covid non avrebbe avuto alcun costo per l'azienda, come rappresentato dal Ministero del lavoro. Nessuna apertura, nonostante il MiSE, seppure con una convocazione tardiva del tavolo, abbia rappresentato chiaramente sia venerdì che oggi la volontà, nelle 6 settimane che sarebbero state disponibili, di verificare la sostenibilità del progetto che legherebbe la reindustrializzazione dello stabilimento di Figline al piano industriale su Piombino e alla creazione di una filiera toscana dell'acciaio".

"La giornata di oggi rappresenta la ferita più dolorosa per la nostra città. Un grande senso di rabbia e di frustrazione, perché nonostante battaglie, continui appelli, decine di lettere, proteste, manifestazioni, non è bastata la voce del territorio a scongiurare i licenziamenti. Come Comune, non possiamo accettare un epilogo senza risposte per tutti i lavoratori coinvolti ancora nella vertenza e senza una vera proposta per la ripartenza della fabbrica. Non può rimanere sulle spalle della nostra comunità il costo sociale dei licenziamenti e quello urbanistico e ambientale del sito all'abbandono. Chiediamo, quindi, alle Istituzioni superiori che si verifichi la proposta legata a Piombino e, al contempo, che si possa costruire un percorso concreto per la messa in sicurezza occupazionale degli oltre 110 dipendenti ancora coinvolti. Non possiamo permettere che il nostro territorio e i lavoratori vengano abbandonati".

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