02, Maggio, 2024

La magia del Presepe vivente di Castelfranco di Sopra fra tradizione, partecipazione e messaggio di pace

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Proprio in questi giorni, a Castelfranco di Sopra, stanno allestendo lo spazio dedicato allo storico presepe vivente, che dal 1977 prende vita nel piccolo borgo valdarnese per due serate l’anno. Una lunga tradizione portata avanti dalla parrocchia con il sostegno di tutta la cittadinanza. 

Anche quest’anno, il presepe vivente verrà messo in scena alle ore 17 del giorno di Natale e nella giornata del 6 gennaio, dando vita a un presepe vivente speciale formato interamente da bambini.

La tradizione del presepe vivente di Castelfranco di sopra ha, quindi, inizio nel 1977 grazie all’allora parroco Don Sergio Boffici e la parrocchia di San Tommaso, che pensarono di ideare il presepe per coinvolgere la popolazione e sensibilizzarli al Natale. Il presepe si può dire che scorra un pò nel sangue degli abitanti di Castelfranco, dagli anni ’70 la tradizione perdura ancora grazie al contributo della parrocchia, ma anche di molte associazioni del territorio che ogni anno collaborano all’evento, compresa l’amministrazione comunale. Venne allestito, per la prima volta, nel campo dell’oratorio e dato il successo della manifestazione venne deciso di ampliare il gruppo di persone che dava vita al presepe facendo partecipare anche i bambini.

Le vere protagoniste del presepe vivente sono le famiglie di Castelfranco di Sopra, infatti il ruolo della sacra famiglia di Maria, Giuseppe e Gesù viene svolto dalla famiglia dell’ultimo nato dell’anno nel comune di Castelfranco. Così come Erode e Eroide e altre figure da diverse famiglie. I figuranti sono circa ottanta e tutti indossano dei vestiti realizzati con stoffa riciclata, perché uno dei principi di questo Presepe è realizzare una bella scenografia ma con materiali riciclati ed ecologici. I personaggi non parlano, ma si muovono solamente perché ci sono delle letture che sensibilizzano i visitatori. Oltre ai figuranti si può trovare anche delle botteghe dell’epoca, come il forno o l’osteria, un vero villaggio tradizionale. Stefano Stagno Parrocchia di San Tommaso: “La nostra manifestazione non vuole essere solo un film, ma può essere un messaggio all’intera umanità di pace perché il presepe, al di la di tutte le ideologie e religioni, rappresenta un grande simbolo di fratellanza, pace e solidarietà. Lo scopo primario per noi è il messaggio dietro infatti. Si ringrazia anche la collaborazione dell’Amministrazione Comunale che concede il piano della Badia, terreno del Comune”.

Il presepe vivente di Castelfranco, per tradizione, viene rappresentato ogni due anni, con cadenza negli anni dispari, il pomeriggio del giorno di Natale per cui in quel giorno un’intera popolazione condivide il Natale assieme, giovani, adulti e bambini. Inoltre, sarà presentato anche un altro presepe vivente il 6 gennaio per opera di solamente bambini, aiutati dagli educatori di azione cattolica. Altra peculiarità di questo presepe è la scelta del rappresentante del bambin Gesù, ovvero l’ultimo nato dell’anno corrente nel comune di Castelfranco Piandiscò, tradizione attiva e portata avanti fino ad oggi.

Per la prima volta quest’anno, verrà anche celebrata la figura di San Francesco, in quanto primo ideatore del presepe vivente. La leggenda di San Francesco d’Assisi e il primo presepe vivente è un racconto popolare che narra dell’origine della tradizione dei presepi durante il periodo natalizio. La storia è strettamente legata alla figura di San Francesco d’Assisi, il santo patrono degli animali e dell’ambiente, vissuto nel XIII secolo. La leggenda narra che, nel 1223, San Francesco si trovava nella città italiana di Greccio durante il periodo natalizio. Il santo era particolarmente devoto a Gesù Bambino e desiderava creare un’esperienza più viva e tangibile per la comunità per celebrare la nascita di Cristo. Egli ebbe l’idea di allestire una rappresentazione vivente della scena della natività, con persone e animali, per rendere l’evento più realistico e toccante. San Francesco chiese il permesso al Papa Onorio III, che acconsentì alla sua proposta. Con l’aiuto di alcuni abitanti del luogo, il santo organizzò il primo presepe vivente nella grotta di Greccio. Nella notte di Natale, la comunità si radunò per partecipare a questa nuova forma di celebrazione della natività. Il gesto di San Francesco contribuì significativamente a diffondere la pratica della creazione di presepi durante il periodo natalizio, che divenne una tradizione popolare in molte parti del mondo. Oggi, i presepi sono comuni in chiese, case e spazi pubblici durante la stagione natalizia, rappresentando la scena della natività con statuine o addirittura con persone in costume. La leggenda di San Francesco e il primo presepe vivente rimane, quindi, un racconto significativo nell’ambito delle tradizioni natalizie cristiane.

E così, nel piccolo borgo di Castelfranco di sopra, si celebra il giorno di Natale tutti assieme, con un grande spirito di solidarietà e socialità nel cuore. Il presepe vivente diviene un importante momento di condivisione, in nome di una tradizione ormai passata ma sempre mantenuta dai suoi abitanti.

 

Articoli correlati