06, Maggio, 2024

Smog, alla centralina di Figline 27 sforamenti dei limiti del Pm10 dall’inizio dell’anno: sette a dicembre

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Il mese di dicembre 2017 è stato meno inquinato di quello del 2016, quando gli sforamenti furono addirittura 25; resta comunque alto il numero raggiunto nell’intero arco dell’anno, anche se non saranno necessarie misure di limitazione al traffico (come invece stanno mettendo in atto Firenze e i comuni del suo hinterland). Intanto in Valdarno aretino si riaccende la polemica per la mancanza di una centralina

Sono stati 27, nel corso di quest'anno, i giorni in cui il valore di polveri sottili nell'aria ha superato il limite di legge, che è di 50 microgrammi per metro cubo d'aria. Di questi, la metà (13 per l'esattezza) si erano registrati a gennaio, un mese terribile da questo punto di vista per la quasi totale assenza di piogge. Il resto degli sforamenti si è concentrato invece fra novembre e dicembre: e in questo mese, non ancora concluso, sono stati 7 i giorni con il Pm10 oltre il limite. 

Un dicembre più clemente di quello dell'anno scorso, da questo punto di vista almeno: perché a dicembre 2016, senza la pioggia, le polveri sottoli fecero segnare picchi altissimi, con ben 25 su 31 giorni oltre il limite, e qualche giorno di record assoluto rispetto al resto della Toscana. 

Tornando al 2017, non saranno dunque necessarie misure di limitazione al traffico in Valdarno: questi provvedimenti scattano, infatti, per legge, oltre i 35 superamenti. Con il contatore fermo per ora a 27 e soltanto tre giorni prima della fine dell'anno, non ci sarà bisogno di bloccare veicoli inquinanti, come avviene ad esempio nel comune di Firenze e in quelli dell'hinterland, dove per cinque giorni, dal 30 dicembre, sono in vigore blocchi al traffico (divieto di circolazione dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 nei centri abitati, per motocicli a 2 tempi Euro 1; autovetture a benzina Euro 1 e a diesel Euro 2 ed Euro 3, veicoli diesel Euro 1 ed Euro 2 per il trasporto merci), e altri divieti per l'uso di caminetti, stufe e limitazioni ai riscaldamenti. 

Resta comunque un territorio che ha necessità di un monitoraggio costante, come ora, almeno in parte, è in grado di garantire la centralina Arpat di Figline, accesa meno di due anni fa. In Valdarno aretino, però, in chiusura di quest'anno si riaccende il dibattito. "Al tempo – si legge in una nota del M5S di Montevarchi – proponemmo un sistema pubblico di monitoraggio della qualità dell'aria su Montevarchi, ma come al solito venne risposto che non ci sono soldi, e che sarebbe stata inutile perché era stato chiesto ad ARPAT di installare una centrale aggiuntiva. Ad un anno esatto delle richieste non vi è traccia di niente. Conta così poco la salute dei cittadini?". 

Quella richiesta è stata presentata dai sindaci all'assessore regionale Fratoni lo scorso mese di marzo, ma per ora non ha portato a nulla. Ai pentastellati si associa anche il movimento Siamo Montevarchi, di cui fa parte l'ex vicesindaco Bucci: "Sebbene ciò che scrive M5S non sia del tutto esatto in riferimento agli indirizzi dati dal consiglio comunale nello scorso mese di marzo, ci sentiamo di condividerne le preoccupazioni. Il consiglio impegnò sindaco e giunta a proseguire nel confronto con la regione per convertire le centraline Enel già presenti sul territorio e a stringere un accordo con i comuni di fondovalle per l’acquisto di un apparato mobile per il rilevamento della qualità dell’aria. Quindi la volontà fu espressa: c’è da chiedersi perché ad oggi nulla di concreto risulti all’evidenza. È grande la preoccupazione nell’apprendere che l’unica centralina presente in Valdarno registra sforamenti di particolato. Chiediamo dunque che la problematica venga affrontata e risolta, specie da parte di chi mostra attenzione per la salute dei cittadini".

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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