13, Novembre, 2024

Si dimette l’assessore Giovanni Rossi: “Rapporto di fiducia irrimediabilmente consumato”

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Durissima la nota con cui motiva la sua decisione: “Il sindaco Grasso pretendeva che io rinunciassi di qui in avanti ad esercitare il mio diritto di esprimere apertamente le mie opinioni”. E rende pubbliche tutte le comunicazioni intercorse con il primo cittadino

Giovanni Rossi non è più assessore della giunta di Montevarchi. Ha rassegnato questa mattina le sue dimissioni, ed è l'atto finale di una vicenda che si è aperta esattamente una settimana fa, quando insieme ad altri nove esponenti del Pd ha firmato una lettera in cui si metteva in forte dubbio la ricandidatura dell'attuale sindaco Francesco Maria Grasso. 

L'immediata reazione del primo cittadino fu di porre "sotto valutazione" il suo assessorato. Poi uno scambio di mail, che oggi lo stesso Giovanni Rossi rende pubblico, e un confronto faccia a faccia con Grasso: del quale, oggi, Rossi racconta i retroscena. Infine, questa mattina, la lettera protocollata con cui dice addio al suo incarico in giunta.

"Quando insieme ad altri ho firmato un documento politico, sette giorni fa, sapevo che mi sarei complicato la vita. Non pensavo però che il sindaco Grasso reagisse “sospendomi” dal mio incarico di assessore e intimando ai dirigenti e ai responsabili degli uffici di non trattare con me le questioni di mia competenza fino a che non avesse valutato la mia posizione. Né mi aspettavo che il mattino successivo lui stesso rendesse pubblica questa decisione alla stampa, costringendomi a sospendere ogni rapporto con i cittadini, oltre che con gli uffici del Comune".

"Devo con ogni probabilità alla grande solidarietà che molti mi hanno dimostrato su facebook e in mille altri modi se poi il sindaco ha cominciato una contorta e contraddittoria marcia indietro, riservandosi di esaminare il documento che avevo firmato. Alla mia richiesta di assumere una decisione, in un senso o nell’altro, egli ha insistito perché ci incontrassimo di persona per un chiarimento. Pur convinto che le cose fossero sufficientemente chiare non me la sono sentita di rifiutare. In quella sede mi sono state poste condizioni che mi sono parse inaccettabili, per la mia permanenza in giunta, che pretendevano che io rinunciassi di qui in avanti ad esercitare il mio diritto di esprimere apertamente le mie opinioni".

Condizioni inaccettabili, dunque, quelle poste da Grasso perché Rossi si potesse considerare ancora membro della sua giunta. Condizioni che Rossi afferma di non aver mai accettato. "Dopo quell’incontro, in ogni caso, il sindaco ha scritto nuovamente a dirigenti e responsabili degli uffici per comunicare di aver chiarito ogni cosa con me e disponendo “la ripresa della operatività amministrativa ordinaria”. Non una parola che in qualche modo spiegasse l’accaduto e i motivi della mia “riabilitazione”, lasciando intendere che io avessi concordato chissà cosa per ottenerla. La mia delegittimazione di fronte ai dipendenti comunali resta di fatto compiuta, pur nella formale marcia indietro. Nessuna intenzione, d’altronde, di rimediare alla delegittimazione inflittami nei confronti dell’opinione pubblica: sembra anzi che nelle stesse ore il sindaco avrebbe dichiarato in Conferenza dei capigruppo (stando a quanto viene riferito da chi era presente) di non aver mai scritto alcuna lettera agli uffici comunali e di non aver mai parlato di me con la stampa". 

"In questi anni ho cercato di collaborare col sindaco Grasso con correttezza e lealtà. Oggi però il rapporto di fiducia reciproca si è ormai irrimediabilmente consumato. Per tutto questo, pur con grande dispiacere, non posso accettare di far finta che nulla sia accaduto. Come potrei svolgere con la necessaria autorevolezza e convinzione il mio ruolo, nei prossimi mesi, senza avvertire l’imbarazzo dei dipendenti comunali e dei cittadini che mi troverei a incontrare? Quali impegni potrei assumere con loro e quale credibilità potrei avere ai loro occhi? Il rispetto che devo a loro e a me stesso mi impone la scelta più dolorosa, ma credo più coerente: quella di rassegnare le mie dimissioni irrevocabili dall’incarico di assessore". 

Infine, i ringraziamenti. "Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato con me in questi anni: i colleghi di giunta, i dipendenti comunali, le associazioni, i tanti volontari e i semplici cittadini senza cui non sarebbe stato possibile mettere in campo una grande mole di iniziative e di attività. Ringrazio i consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, i dirigenti e i militanti del mio partito, tutti coloro che mi hanno stimolato con le loro proposte, le loro critiche e le loro indicazioni. Ringrazio il sindaco Valentini, con cui ha lavorato nella precedente amministrazione, e lo stesso sindaco Grasso, con cui ho condiviso un tratto di strada che oggi sono costretto non per mia volontà ad interrompere: gli auguro sinceramente ogni bene e soprattutto di saper mettere i cittadini di Montevarchi davanti alle sue ambizioni e al desiderio di conservare l’incarico che oggi occupa. I miei maestri mi hanno insegnato una concezione della politica alta ed esigente, a cui è difficile essere fedeli: con tutti i miei limiti però io non ho mai cessato di provarci e cerco di farlo con serenità anche oggi, in un passaggio difficile ma in cui spero di aver difeso la dignità mia e dell’istituzione che sono stato chiamato a servire".

Nella fotogallery, lo scambio di mail pubblicato dallo stesso Rossi.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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