08, Novembre, 2024

La Liberazione di Pian di Scò, 70 anni dopo. Nelle parole dei sopravvissuti la memoria di chi sacrificò la propria vita

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Sono le parole di Lugino Torniai, Omero Poggesi, Piero Alamanni e Fedele Papi a riportare alla memoria i fatti di 70 anni fa: sopravvissuti della Guerra e della lotta per la Liberazione, hanno portato la loro testimonianza, questa mattina, nel corso della cerimonia che si è tenuta ai giardini di Casabiondo

Iniziò il 2 agosto di 70 anni fa, la Liberazione dei territori di Castelfranco e di Pian di Scò. I partigiani si mossero dal Pratomagno, e scesero giù fino a ricacciare indietro i nazifascisti: li avrebbero poi seguiti fino a Firenze, costringendoli ad abbandonare i territori occupati. 

Questa mattina la commemorazione ufficiale del 70esimo anniversario si è svolta nei giardini di Casabiondo a Pian di Scò, intitolati due anni fa alla Brigata Potente: proprio la Brigata che, guidata dal comandante Aligi Barducci, detto 'Potente', contribuì in maniera significativa a liberare il Pratomagno dall'occupazione tedesca. 

"La memoria del passato sia costante monito per il futuro", ha detto il sindaco Enzo Cacioli, invitando i presenti a portare con sé il ricordo di quegli eventi. E la memoria è stata il filo conduttore dell'iniziativa, grazie alla presenza di quattro testimoni diretti, protagonisti della Liberazione e della Seconda Guerra Mondiale. 

A prendere la parola Omero Poggesi, Luigino Torniai, Piero Alamanni e Fedele Papi. Poggesi, soprannominato 'Vendetta', è l'ultimo rimasto dei partigiani della Brigata Potente: nel suo intervento ha ripercorso i giorni in cui, ragazzino di appena 15 anni, si unì insieme al fratello (ucciso il 3 agosto del '44) al movimento della Resistenza. Torniai, invece, ha raccontato come riuscì a sopravvivere solo perché un altro ragazzo perse la vita al posto suo. Piero Alamanni fu membro del Comitato di liberazione nazionale segreto dei partigiani, e collaborò alla organizzazione del movimento di Liberazione. Papi, infine, soldato dell'esercito italiano, fu imprigionato e detenuto in Africa.

Racconti che ricostruiscono vicende che spesso non si trovano nei libri di storia. La memoria di quei giorni resiste ancora nei protagonisti, in coloro che c'erano. E che ogni volta ricordano i nomi e i volti di chi, invece, non riuscì a sopravvivere, ma perse la vita nella lotta per la Liberazione. 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati