Come stanno reagendo le famiglie alla pandemia? Ce ne ha parlato il dottor Giovanni Salerno evidenziando le criticità del periodo e l’utilizzo dei nuovi strumenti online di comunicazione
A più di un anno dall'inizio della pandemia gli effetti del Covid-19 hanno profondamente cambiato le condizioni di vita delle famiglie italiane. La ricaduta è rilevante sulla salute psicologica: dinamiche relazionali, benessere psicosociale e stili di vita delle famiglie sono stati per mesi al centro dell'attenzione del dottor Giovanni Salerno, psicologo-psicoterapeuta Salute Mentale Infanzia e Adolescenza Valdarno-USL Toscana Sud Est.
Una situazione di tumulto emotivo e grandi cambiamenti che il dottor Salerno ha notato nelle famiglie del Valdarno: "La condizione psicologica delle famiglie in questa precarietà economica e di vita si ripercuote inevitabilmente sullo stress genitoriale – spiega Salerno – paradossalmente nella fase del lockdown di marzo 2020 le famiglie hanno trovato un momento d’importante unione e i ragazzi hanno tirato fuori competenze che non sapevano di avere: hanno aiutato nella gestione dell’economia domestica, del supporto reciproco, i rapporti tra i fratelli si sono rafforzati e intensificati, le famiglie si sono quindi ritrovate ad occuparsi in maniera sempre più diretta dei propri figli anche rendendosi consapevoli dell’importanza del giocare e dello stare assieme a loro, colmando persino quel gap generazionale che c’è nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Questo perché costretti da una condizione lavorativa che era bloccata, sospesa o comunque che in quel momento erano impossibilitati a fare. Ora siamo in un’altra fase, in cui in realtà la resilienza necessaria nelle situazioni di emergenza viene estremamente messa alla prova, anche alla luce delle scelte prossime per il contenimento della pandemia."
Un tumulto emotivo che affligge le famiglie del Valdarno come afferma il dottor Salerno: "Il dato particolare sono le situazioni sommerse, lì dove certe situazioni problematiche di coppia o genitoriali o familiari erano anestetizzate dal mondo del lavoro o della scuola, adesso nel periodo di stress legato alla pandemia, alla precarietà lavorativa, sono situazioni che hanno avuto una sorta di esplosione o emersione diciamo, la parte nascosta delle problematiche familiari sono emerse con delle conseguenze significative dei rapporti affettivi all’interno della famiglia: per esempio abbiamo avuto l’aumento di problematiche dell’area adolescenziale, inerente a disturbi specifici come disturbi del comportamento alimentare, disturbi d’ansia, disturbi depressivi, stiamo vedendo all’interno delle famiglie o nei servizi di salute mentale un incremento di tutto quello che è stato quest’anno lo stress collettivo."
Il dottor Salerno ha poi sottolineato l'importanza per i più giovani dell'attività extrascolastica: "Diciamo che un genitore proietta sui propri figli aspettative, desideri, bisogni e opportunità, è chiaro che queste proiezioni si devono sintonizzare su quelli che sono i desideri dei bambini e degli adolescenti, che a loro volta si sintonizzano sul coinvolgimento diretto: il problema è proprio questo, in un momento storico in cui tutte le attività extrascolastiche sono state bloccate e garantivano il benessere psicologico all’interno della famiglia. Quello che faccio è un invito non appena si potrà ripartire a quelli che sono tutti gli eventi sportivi e associazionistici di organizzare nel rispetto delle regole, delle attività che possano coinvolgere direttamente i ragazzi, soprattutto adesso nel periodo estivo e all’aria aperta, c’è bisogno di attività extrascolastiche, i ragazzi sono chiusi in casa di fatto tra didattica a distanza, compiti e uno stile di vita che si declina principalmente online."
Riguardo all'online, il dottor Salerno ha parlato del servizio di sostegno psicologico attivo già dall'estate scorsa e sui pericoli per i ragazzi di cercare aiuto su internet senza interpellare personale specializzato: "Il servizio che noi psicologi della Asl Toscana Sud Est mettiamo a disposizione è Help Line, attraverso il quale l’utenza può esprimere le proprie paure e noi avere un aggancio su quelle che sono le vere problematiche o la valutazione di un eventuale invio ad un servizio specifico; si tratta di una sorta di primo screening ad una situazione critica correlata al Covid. Dal punto di vista delle nuove tecnologie sappiamo che purtroppo i ragazzi rivolgono domande di carattere medico, clinico, psicologico online, dove non si trova sempre personale specializzato. Pensiamo ai disturbi alimentari: ci sono diete pubblicate su siti che gestiscono strategie come dimagrire in maniera irresponsabile e pericolosa. Il web tuttavia è una grande opportunità d’unione e d’informazione, ci sta dando una grande mano a livello di salute mentale perché noi stiamo mantenendo il servizio e il contatto con gli utenti grazie alle chiamate, le psicoterapie di gruppo con i ragazzi su alcune piattaforme online."
"Il problema qual è? È che le nuove tecnologie non stimolano l’empatia nelle relazioni sociali – continua il dottor Salerno – viene a mancare la comunicazione non verbale, WhatsApp e tanti altri sono canali di comnunicazione che non comprendono il linguaggio non verbale, quest’ultimo è importante perché traduce quelle che sono le impressioni e le emozioni; quindi abbiamo una generazione di ragazzi che si sta un po’ isolando nei dispositivi. Tra le scuole del Valdarno, con capofila i Licei Giovanni da San Giovanni, seguo Cyber Help, un progetto che promuove l’uso consapevole del web e la prevenzione del cyber bullismo, una delle tanti iniziative che stanno creando uina cultura di responsabilità all’interno del Valdarno di questi dispositivi online per promuovere l’utilizzo consapevole della rete e capire quali sono i rischi."
Il dottor Salerno ha poi concluso con una riflessione su questo periodo storico: "Prima un momento storico pesante era vissuto per strada, basti pensare alla peste o alle due guerre mondiali, dove si vedeva effettivamente la gravità della situazione, questa esperienza collettiva secolare passa attraverso la mediazione dei dispositivi digitali, chiusi nelle nostre case non ci rendiamo conto di fatto di ciò che accade e solo la consapevolezza della gravità della situazione ce l'hanno soltanto i sanitari. La realtà è che siamo in una situazione molto grave che chiede un intervento di responsabilità collettiva per arginare questa situazione quindi non è eccessiva la preoccupazione generale da tenere, è chiaro però che se sono un genitore tendenzialmente fobico, molto prudente e tende costantemente a evitare i pericoli a mio figlio, in un momento di stress come questo il mio comportamento come genitore rischia di nevrotizzarsi e di diventare iperprotettivo, inibendo ogni tipo di attività esterna anche se su protezione, e allo stesso tempo innescando uno stato ansioso nel suo rapporto con il figlio."
"È su questo che dobbiamo stare attenti: ci sono profili ansiosi, ma ci sono anche depressivi, ossessivi, quindi i nostri stili normali di organizzazione emotiva e di gestione dei nostri figli, in un momento di stress lavorativo, familiare, pandemico rischia di amplificarsi, nevrotizzarsi e portare a quelle situazioni che stiamo gestendo, dove emergono il disagio e la parte psicopatologica che deve essere presa in carico. Sicuramente, ripeto, le famiglie che cercavano di mantenere un equilibrio grazie al lavoro, alle attività extradomestiche, dove il fondo psicosomatico era precario, grazie alla situazione pandemica sono emersi tutti i problemi, generando una serie di preoccupazioni per il futuro."