03, Maggio, 2024

Fondazione Caponnetto: “L’ecomafia nata in Toscana”. Catello Maresca: “La mafia rischia di diventare una mentalit”

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Una disamina precisa e preoccupante quella tracciata da Renato Scalia della Fondazione Caponnetto e dal sostituto procuratore della Repubblica di Arezzo Catello Maresca nel dibattito “Segui i soldi, le mafie in Toscana” sulla piattaforma Agor

"Segui i soldi, le mafie in Toscana": il punto è stato fatto nell'incontro on line organizzato dall'associazione Agorà alla luce anche degli ultimi fatti accaduti in Valdarno. Al dibattito moderato da Francesco Carbini ha partecipato Catello Maresca, sostituto procuratore della Repubblica di Napoli che ha tracciato le dinamiche con le quali si muove la criminalità organizzata, anche e soprattutto in periodi di crisi come quello attuale, ed ha invitato i cittadini a scegliere strade diverse da quelle più facilmente percorribili che radicano però ancora di più le infiltrazioni mafiose sul territorio.

"La prima esigenza è la consapevolezza: c' è quasi reticenza a riconoscere la presenza di attività criminali e la volontà di sentirsi immuni. Dove c'è spaccio di droga, gestione di attività legate alle scommesse clandestine e prostituzione c'è un gruppo criminale che li gestisce. Chi si rivolge al mercato illecito lo fa per risparmiare: imprese, attività economiche.  La consapevolezza e la capacità di creare sentinelle civiche porta al superamento dell'ipocrisia: ognuno di noi può fare tanto anche nel non rivolgersi a quel mercato che è gestito dalla criminalità. La mafia rischia di diventare una mentalità propensa a trovare strade alternative che rifuggono e allontanano il rispetto delle regole. Noi possiamo fare tanto con i nostri comportamenti cercando di creare la cultura della legalità, gli anticorpi che contrastano le infiltrazioni della criminalità. Il mafioso non è più quello con la coppola e la lupara ma l'imprenditore che arriva con la valigetta dei soldi. E' adesso che dobbiamo essere più vigili.  Dobbiamo allontanare e segnalare questa situazioni".

"Le Istituzioni devono svolgere il proprio ruolo soprattutto nei momenti critici. Non deve però diventare un alibi che giustifica certe dinamiche. Deve diventare un punto fermo il non cedere a certe alternative. Dobbiamo uscire dalla situazione di crisi in maniera sana. Ci deve essere sempre un altro modo."

Renato Scalia, Fondazione Caponnetto ha, invece, incentrato l'attenzione sulla questione dei rifiuti: "L'ecomafia è nata in questa Regione non in Campania. Gli esponenti della massoneria deviata erano in Toscana a fare affari sullo smaltimento illecito dei rifiuti. Io ho consegnato a tutti la documentazione ma nessuno si è degnato di leggere quello che c'era scritto oppure ha approfndito i fatti. Ora si sono svegliati tutti mentre finora non hanno fatto niente per intervenire in tempo.  Non si fa niente per disarticolare questo sistema".

Silvia Chiassai Martini, Presidente della Provincia di Arezzo:  "La presenza delle mafie in Toscana non è un fenomeno odierno, ma si annida da anni come la stessa Fondazione Caponnetto ha denunciato, trovando un terreno fertile laddove la politica, che non ha mai voluto vedere, ha grandi responsabilità. L’ambito dei rifiuti è uno dei settori dove le mafie si infiltrano facilmente quando la politica è inerte o fallimentare nella sua gestione. Ci sono realtà, famiglie, che ci siamo resi conto appartenegno alla malavita. La DIA dice che nella nostra Regione ci sono 78 clan attivi, negarlo significa negare l'evidenza. Le Istituzioni in maniera seria devono parlare per togliere quel velo di omertà che non aiuta".

Marco Rossi, Cgil Arezzo: "Proprio in questi giorni stiamo lavorando per organizzare un'iniziativa in Valdarno. L'obiettivo è iniziare a discutere su cosa fare in queste situazioni. Abbiamo notato nel corso degli anni un notevole peggioramento delle condizioni di lavoro cosa che non avveniva tempo fa. C'è un problema di illegalità diffusa".

 

 

 

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