16, Novembre, 2024

Escursionisti trovano carcasse di caprioli, segni della presenza di lupi in Pratomagno. L’esperto: “Consolidati almeno due nuclei riproduttivi”

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Quasi spariti a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, oggi i lupi in Pratomagno sono una presenza stabile. Lo dimostrano anche i resti delle loro prede. “Non restano solo nelle alture, di recente scendono più a valle. Sono animali opportunisti, per questo attaccano anche i greggi”, spiega Duccio Berzi, del Centro per lo studio e la documentazione sul lupo

Orme nella neve invernale, carcasse di caprioli vittime della caccia: le testimonianze della presenza ormai stabile di lupi, nei due crinali del Pratomagno, sono anche questi. Tra dicembre e gennaio sono state scattate, da alcuni escursionisti, le foto che vedete qui sopra: due diversi rinvenimenti di animali cacciati e con tutta probabilità mangiati dai lupi.

Erano quasi spariti dalla montagna che domina il Valdarno, a cavallo tra gli anni '70 e '80. Poi, dagli anni '90, il ritorno del lupo in Pratomagno, come spiega l'esperto: "Ormai si tratta di una presenza stabile, sul versante fiorentino sono presenti sicuramente due nuclei riproduttivi. Le segnalazioni e gli avvistamenti sono costanti, si può presumere che considerando anche il versante aretino siano presenti 3 nuclei. Un conteggio compatibile con l'ampiezza del territorio montano del Pratomagno". 

A parlare è Duccio Berzi, alla guida del ’associazione Canislupus Italia, che è Centro per lo studio e la documentazione sul lupo: una associazione che si occupa di studiare la presenza e la vita del lupo, anche in collaborazione e per conto di enti pubblici. "Con la Provincia di Firenze – spiega – stiamo svolgendo un vero e proprio monitoraggio della presenza del lupo e per la sua conservazione". 

Anche perché la presenza del lupo, se da una parte è segnale di un buono stato di salute generale della montagna, dall'altro lato porta con sé almeno un problema: l'attacco alle greggi, a danno degli allevatori. "Negli ultimi anni – spiega Berzi – i lupi non restano più soltanto nelle alture, ma tendono a scendere più a valle. Questo perché le loro prede, caprioli in questo caso, sono a loro volta attirati dal cibo più a valle".

Ed è per questo che accade con più frequenza che lupi e pecore si incontrino. "Il lupo è animale opportunista: se può mangiare con minore fatica, certamente lo farà. Attaccare le greggi è più semplice che cacciare un capriolo. Sono quindi verosimili le denunce arrivate dagli allevatori". In particolare nelle zone agricole del comune di Terranuova, dove attacchi multipli si sono registrati fra la primavera e l'estate scorsa

Come arginare questi attacchi permettendo agli allevatori di continuare a lavorare e ai lupi di sopravvivere sul Pratomagno? "Esistono almeno due metodi per limitare e contrastare gli attacchi dei lupi. Uno è per così dire antico: l'utilizzo del cane 'da guardianìa', in particolare quello maremmano abruzzese. L'altro, invece, è più moderno: e consiste nell'installazione di recinzioni specifiche a prova di lupo. Certo, si tratta di metodi costosi, per gli allevatori. E tutto questo mentre i contributi per gli allevatori colpiti sono sempre minori, così come gli indennizzi per il danno". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati