06, Maggio, 2024

Dirigenti scolastici, situazione ancora incerta: in Valdarno quattro istituti in reggenza e tre presidi in attesa delle nuove decisioni sul concorso

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Il segretario generale di Flc Cgil Toscana torna a denunciare la situazione dei dirigenti scolastici. Anche in Valdarno, soprattutto aretino, si evidenzia la precarietà dell’incarico in alcuni istituti: quattro hanno sede vacante e sono affidati a reggenze; in tre plessi i rispettivi presidi svolgono il loro ruolo nell’incertezza dovuta alla nuova futura graduatoria dopo la ripetizione del concorso del 2011, parzialemente annullato dal Consiglio di Stato

Una situazione sempre più complessa e critica ruota intorno ai dirigenti scolastici in tutta la regione, tra cui il Valdarno. Nei giorni scorsi Alessandro Rapezzi, segretario generale di Flc Cgil Toscana, ha sottolineato il peggioramento delle condizioni di lavoro dei dirigenti degli istituti durante un incontro con il Vice Prefetto di Firenze, con un appello al Governo per aprire una trattativa al più presto.
 
È lo stesso Rapezzi a fare il punto della situazione anche per le scuole del Valdarno. Mentre per il versante fiorentino la situazione è sotto controllo per la presenza di presidi titolari, nell’area aretina si contano quattro dirigenti in reggenza e tre che stanno ricoprendo il ruolo, ma sono in attesa del nuovo svolgimento di una parte del concorso del 2011, che il Consiglio di Stato ha parzialmente annullato a causa della sostituzione, ritenuta illegittima, di parte della commissione.
 
Gli Istituti Comprensivi di Levane, Bucine e Loro Ciuffenna sono affidati a un dirigente in reggenza, cioè titolare di un'altra scuola che, quindi, non garantisce la presenza giornaliera nel plesso. A Bucine è stata incaricata Nicoletta Bellugi, titolare a Lucignano; a Levane la reggenza è affidata a Edoardo Verdiani, dirigente a Pian di Scò, mentre Loro Ciuffenna ad Alberto Riboletti, preside a Terranuova. Per le scuole superiori, l’Isis Valdarno di San Giovanni (che comprende Ipsia Marconi, Itc Severi e Itis) è affidato ad Andrea Marchetti, dirigente scolastico del Vasari di Figline.
 
Posizione precaria, inoltre, per tre dirigenti scolastici di altrettanti istituti: vincitori del concorso prima del parziale annullamento, “da tre anni portano avanti a tutti gli effetti il ruolo di preside con responsabilità e incarichi, in attesa di riaffrontare una parte del concorso e soprattutto l'incertezza su cosa accadrà con la nuova graduatoria”. I tre dirigenti sono Lucia Bacci dell’Istituto Comprensivo “Magiotti” di Montevarchi, Francesco Dallai dell’Istituto Comprensivo “Masaccio” di San Giovanni e Alessandro Papini per l’Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” di Castelnuovo dei Sabbioni e Cavriglia.
 
“Anche in Valdarno, quindi, quasi il 50% delle scuole vive in una situazione di incertezza”, ha commentato Rapezzi. 13 gli istituti di primo e secondo grado, di cui sette con una posizione di dirigenza vacante o insicura. In Toscana sono 104 le scuole in reggenza su 491 totali, oltre a 110 dirigenti idonei per il concorso che sono in servizio, ma in attesa di ripetere gli orali e alcuni di loro anche parte degli scritti, dal futuro dell’incarico incerto.
 
Durante l’incontro avuto con il Vice Prefetto, in seguito al presidio di venerdì mattina, il segretario generale ha “riaffermato le ragioni di una protesta che va avanti da un po' di tempo sulle condizioni di lavoro dei Dirigenti Scolastici”. Un peggioramento della situazione della categoria dovuto a questioni salariali e di aumento delle responsabilità, con le reggenze che vanno a complicare il lavoro, a partire dalle distanze tra i vari istituti assegnati a uno stesso preside. Inoltre, denuncia Rapezzi, pesa l’incertezza del concorso del 2011 e l’assenza del Direttore Scolastico Regionale già da 15 mesi: un’ulteriore grave assenza per la gestione dell’amministrazione scolastica.
 
Da qui le richieste del sindacato di segnalare la situazione a Roma, con l'appello diretto per un intervento del Governo: “Deve aprire una trattativa sulle condizioni di lavoro dei Dirigenti Scolastici, non è possibile chiedere di fare più cose di prima ma con meno risorse”, ha concluso Rapezzi.
 

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