06, Maggio, 2024

Associazioni e cittadini contro l’impianto di liquami a Levanella, 938 firme in 20 giorni

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L’associazione “Per la Valdambra” e altre associazioni insieme a numerosi cittadini di Montevarchi e di tutto il Valdarno hanno contestato la possibile realizzazione di un impianto di trattamento liquami a Levanella. Il documento è stato inviato a Comuni, Regione e soggetti in materia ambientale

938 firme in 20 giorni contro la possibile realizzazione di un impianto di trattamento fanghi e liquami a Levanella raccolte dall'associazione "Per la Valdambra" e altre associazioni del territorio: cresce il dissenso contro il procedimento in corso di verifica di assoggettabilità a VIA del progetto di un nuovo impianto nel Comune di Montevarchi. Nel dettaglio, l'impianto sarebbe situato a Levanella nel bivio fra la strada SR69 e la strada di Caposelvi ed è stato proposto da Bio Hera S.r.l. 

Il documento dal titolo "No alla prevista localizzazione" è stato spedito alla Regione Toscana, al Comune di Montevarchi, ai capigruppo dei Comuni di Montevarchi e Bucine e a tutti i soggetti competenti in materia ambientale. Il documento è stato firmato, oltre che da 938 cittadini, da quattro associazioni del territorio: "Per la Valdambra", "Sprondoro", "WWF Arezzo Onlus" e "I'Bercio".

"In appena circa 20 giorni sono state raccolte 938 firme a sostegno del documento – scrive Maurizio Martellini dell'associazione Per la Valdambra – di cui 639 di cittadini residenti in comune di Montevarchi, 167 di residenti del comune di Bucine e 132 di altri comuni. A tutti i sottoscrittori vogliamo rivolgere il plauso e il ringraziamento per aver aderito ad una lodevole iniziativa per scongiurare una scelta profondamente sbagliata del sito per questo tipo di impianto."
 
"Poiché si legge e si sente dire che tutte le forze politiche del comune di Montevarchi si dichiarano contrarie alla localizzazione – conclude Martellini – vogliamo sperare e facciamo appello perché il Consiglio Comunale di Montevarchi, competente nelle scelte di pianificazione territoriale, si pronunci formalmente e il comune faccia pervenire alla Regione la propria voce di dissenso, evitando così anche di far consumare tempo e risorse alla ricerca di una autorizzazione che la comunità locale non accetta."

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