19, Aprile, 2024

Allevare pecore in Pratomagno: sogno realizzato di tre giovani valdarnesi. Riporteranno i pascoli sul crinale

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Mattia, montevarchino di 22 anni, insieme a due amici ha ottenuto un appezzamento di terra dell’Unione del Pratomagno per allevare un gregge di pecore: il loro obiettivo è fare il formaggio. “Il nostro sogno è quello di dedicarci a un mestiere ormai quasi scomparso”

Tre giovani valdarnesi che scelgono l'allevamento, in Pratomagno. Grazie a un bando regionale, quello della Banca della Terra, hanno ottenuto la possibilità di sfruttare un terreno oggi inutilizzato, di proprietà dell'Unione dei comuni del Pratomagno. E sopra l'Anciolina, a Loro, alleveranno un gregge di 120 pecore per produrre formaggio. 

Mattia ha 22 anni ed è di Montevarchi. Insieme ad un amico e un'amica, valdarnesi e ventenni anche loro, ha deciso di diventare pastore. Non per vocazione familiare, di certo: "Siamo in tre – racconta – io e due miei soci. Noi partiamo da noi stessi, non abbiamo un'azienda di famiglia e non avevamo la terra per questa, che è la nostra idea e la nostra passione, quella di fare il formaggio in una zona, il Pratomagno, dove negli anni '50 c'erano ancora circa 20 mila pecore e tantissimi appezzamenti coltivati, e oggi di pecore non ce ne sono più, nemmeno una".

La loro scelta, in effetti, è notevole non solo perché tre giovanissimi ragazzi decidono di fare gli allevatori. Ma anche perché riportano in Pratomagno un mestiere che praticamente stava scomparendo. "Noi avevamo a disposizione il terreno, ottimo per il pascolo – spiega Viviano Venturi, che ha seguito il progetto per l'Unione dei comuni del Pratomagno – e lo abbiamo messo a disposizione. In tutto, stiamo procedendo alla ripulitura e ripristino di circa 50 ettari di pascoli, oggi abbandonati". 

Non serviranno solo a questi tre ragazzi: li potrà utilizzare, ad esempio, anche un altro giovane pastore, che su un terreno privato in Chiassaia ha appena realizzato delle stalle per portare un gregge di capre. "E comunque sono a disposizione, se ci fossero altre persone interessate a riattivare questo vecchio mestiere". 

A beneficiarne sarà anche il paesaggio. Perché decine e decine di anni di abbandono da parte degli allevatori hanno modificato l'habitat naturale del crinale. Dove c'erano i pascoli, oggi le ginestre stanno invadendo tutto. "Sul crinale del Pratomagno, in particolare – spiega Venturi – sono almeno 40 anni che non ci sono più greggi ovini e caprini a pascolo. Ora lavoreremo a ripulire quei terreni, poi sarà necessario installare le recinzioni per proteggere le greggi dai lupi. Ma la presenza delle pecore permetterà di mantenere l'habitat naturale, salvaguardandolo dall'invasione delle ginestre". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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