Il capogruppo di Prima Montevarchi critico nei confronti dell’amministrazione comunale: “Il Teatro Impero si poteva salvare, e invece niente. Nemmeno la presunta ordinanza per togliere l’amianto probabilmente avrà davvero effetto”
"Le speranze di restituire alla città il Teatro Impero in tempi celeri si fanno sempre più flebili". Così Luciano Bucci, capogruppo di Prima Montevarchi, interviene in merito alla vicenda dell'ex teatro di via Pascoli. Edificio di proprietà privata, per il quale era stato previsto, nell'ambito dell'operazione Piuss, lo 'scambio' con della superficie edificabile, in modo che il comune potesse diventarne proprietario, per poi recuperarlo.
Tutto fermo, invece: la struttura resta privata. E intanto, in base ad alcune recenti analisi, la copertura si scopre essere in amianto, tanto che il sindaco avrebbe firmato un'ordinanza di rimozione. "L’ordinanza, però – commenta Bucci – nonostante le ricerche, anche presso il comando di polizia municipale, non è saltata fuori: l’unica cosa visibile è un “riservata” in data 19 settembre. Riservata? Ma se si tratta dell'ordinanza in questione come mai i giornali ne sono al corrente?".
Non solo: secondo Bucci, infatti, un'ordinanza per la rimozione dell'amianto potrebbe comunque avere poca efficacia. "Problema risolto? Mah! Se in caso d’inadempienza all’ordinanza le sanzioni che scattano sono quelle di all’art. 650 cp ci scappa da ridere … Reclusione fino a tre mesi o 206 euro di multa. Quasi impossibile che sia applicato il provvedimento restrittivo, e quindi… Senza contare che ci sono immobili comunali strapieni di strutture con il micidiale asbesto che versano in condizioni di piena fatiscenza".
E sul possibile recupero del Teatro Impero, il capogruppo di Prima Montevarchi aggiunge: "Il primo cittadino dice di aver impiegato tre anni per comprendere gli strumenti urbanistici. Tre anni inani nei quali, dopo aver avviato il procedimento di variante per individuare siti alternativi a quello previsto dal R.U. per la superficie edificabile caricata sull’Impero, nulla è stato fatto. La traccia lasciata da Valentini, seppur troppo rigida, poteva e doveva essere ripresa, ampliata, snellita, affinché la proprietà che detiene la struttura potesse portare a compimento le condizioni che erano previste nel protocollo d’intesa del 2009. Lo si poteva fare, ripeto".
"Allora, basta con questi incapaci – conclude Bucci – percorriamo le strade istituzionali profittando della scadenza del piano e ridiamo alla città quel teatro che esiste anche nei paesi vicini di duemila anime, liberandola da una bomba ecologica".