28, Marzo, 2024

Selvapiana, troppo pochi i rifiuti da bruciare: Aer Impianti ricorre al Tar con l’appoggio dei Comuni soci, anche valdarnesi

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Troppo pochi i rifiuti da smaltire rispetto alle previsioni iniziali: per questo Aer Impianti presenta ricorso al Tar contro il Piano d’Ambito di Ato Toscana Centro. “Le tariffe di accesso necessarie a garantirne l’equilibrio finanziario porterebbero il costo di smaltimento a carico dei cittadini a livelli inaccettabili”. I Comuni soci, a cominciare da Rignano, pronti a sostenere il ricorso di Aer. A Selvapiana dovrebbero essere conferiti anche i rifiuti del Valdarno Fiorentino ma la riduzione grazie alla differenziata diventa un problema. Soprattutto economico.

Pochi rifiuti da smaltire. Troppo pochi rispetto alle previsioni iniziali, anche per merito dell'aumento della raccolta differenziata, e così Aer Impianti si rivolge al Tar contestando il nuovo Piano d'Ambito dell'Ato Toscana Centro.

E' l'ultimo capitolo della querelle Selvapiana, alla Rufina, dove dovrebbe essere realizzato il nuovo termovalorizzatore: una vicenda che tocca da vicino i Comuni del Valdarno Fiorentino visto che sono soci di Aer Impianti, una costola di Aer nata nel 2009 e che si occupa della realizzazione dell'impianto. Ma visto anche che una parte dei rifiuti prodotti nel territorio dovrebbero essere smaltiti nel nuovo inceneritore, con costi ancora tutti da stabilire e che potrebbero lievitare a dismisura.

Il Piano è stato recentemente recepito anche dalla Provincia di Firenze, competente in materia e che nei mesi scorsi ha approvato il piano interprovinciale dei rifiuti. Secondo Aer Impianti ed alcuni Comuni soci i due piani sono però discordi: "con Deliberazione n. 10 del 26.7.2013, l’Assemblea dei Comuni soci dell’Autorità di Ambito adottava il Piano di Ambito (poi definitivamente approvato con Deliberazione n. 2 del 7.2.2014) prevedendo il conferimento al realizzando impianto di Selvapiana di un quantitativo di rifiuti differente ed inferiore (45.000 t/a a fronte delle previste  60.000 t/a) da quello previsto e quindi in dispregio assoluto delle previsioni di pianificazione interprovinciale" si legge in una delibera del Comune di Rignano.

Questa forbice di 15mila tonnellate all'anno, è il motivo della contesa.

Ed è da questa riduzione del conferimento dei rifiuti da smaltire che nasce il ricorso al Tar ed i problemi per la costruzione di Selvapiana: “il mancato rispetto del principio della piena saturazione dell’Impianto  in misura pari alla potenzialità massima dello stesso, determina una situazione di palese violazione di legge ed eccesso di potere, rendendo, di fatto, impossibile la realizzazione dell’opera per ovvi motivi di natura economico-finanziaria. Anche perché le tariffe di accesso necessarie a garantirne l’equilibrio finanziario con un utilizzo parziale porterebbero il costo di smaltimento a carico dei cittadini a livelli inaccettabili, rendendo altresì non bancabile l’investimento già previsto”.

Del resto già le tariffe previste inizialmente nel piano economico e finanziario del termovalorizzatore erano state ritenute eccessivamente salate da alcuni gruppi di opposizione nei Comuni soci, adesso il rischio è che se dovesse essere costruito ed entrare in funzione l'impianto, con tali volumi potrebbero gonfiare ulteriormente.

Nei mesi scorsi, considerato l'aumento della differenziata nell'area Valdarno Valdisieve, anche alcuni esponenti del Pd avevano chiesto di rivedere la pianificazione e di valutare la possibilità di evitare la costruzione del termovalorizzatore: una strada già intrapresa con la discarica di le Borra a Figline.

Ma su questo nuovo fronte, i Comuni soci sono pronti a sostenere Aer Impianti, come ha fatto nei giorni scorsi proprio Rignano che con una delibera di giunta ha deciso di schierarsi insieme alla società mista nel ricorso al Tar, contro la riduzione dei volumi. Motivo? Le nuove previsioni “generano un evidente danno anche a questa Amministrazione e ciò anche perché, allo stato, l’impianto risulta ancora previsto ancorché per un conferimento di rifiuti urbani limitato a sole 45.000 t./a; situazione che determinerà, in caso di conferma, un aggravio tariffario a tutto danno dei Comuni conferitori e dunque a danno di questo Comune”.

 

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