E’ in arrivo un’ordinanza regionale per definire gli interventi necessari per la bonifica del sito di Podere Rota. Atto che produrrà conseguenze anche sul procedimento autorizzativo per l’ampliamento della discarica. Lo ha annunciato l’assessore all’ambiente Monia Monni che conferma anche, dopo la rilevazione di inquinamento da keu nella SP 7 nel Valdarno aretino in seguito agli esami condotti dal perito nominato dalla DDA di Firenze, ulteriori controlli su scala regionale per individuare altre aree potenzialmente interessate.
Su Podere Rota Monia Monni è categorica. “Ripeto ciò che ho sempre detto con estrema chiarezza: se c’è una contaminazione questa va interrotta e si deve procedere alla bonifica. La tutela dell’ambiente è la precondizione. Sulla discarica erano in corso complesse valutazioni di carattere tecnico, necessarie per poter individuare i corretti atti amministrativi da mettere in campo. La consulenza tecnica pervenuta dalla Procura ha accelerato la definizione della situazione e anticipato le conclusioni: adotteremo un’ordinanza che intimerà la predisposizione di un Piano di caratterizzazione, funzionale a definire gli interventi necessari per la bonifica del sito. Non c’è dubbio, come già anticipato, che tale atto avrà riflessi anche sul procedimento autorizzativo in corso per l’ampliamento della discarica perché, ribadisco, la tutela dell’ambiente è sempre stata e rimane la precondizione per qualunque intervento”.
Riguardo invece alla individuazione dell’inquinamento da miscelato contente “keu” sulla SP7 del Valdarno, Monni spiega che “CSAI, che su questo fronte si muove come soggetto non responsabile della contaminazione, sta definendo il piano di caratterizzazione che dovrà concludersi in tempi brevissimi”. “Sul versante dei possibili ulteriori siti in cui può essere riscontrata la presenza di miscelato contenente keu, è in corso da tempo una complessa attività di ricognizione su scala regionale. La stiamo conducendo attraverso Arpat, in collaborazione con l’autorità giudiziaria, sapendo che si tratta di un percorso ampio e i cui esiti devono essere tempestivamente trasmessi alla Procura, ancor prima di essere resi pubblici, in quanto potrebbero costituire notizie di reato. Lo dico con estrema chiarezza – conclude -: non si può escludere la presenza di ulteriori siti, ma alla verifica documentale deve poi essere accompagnata un’analisi puntuale sulle matrici ambientali per accertare la presenza di una contaminazione”.