26, Dicembre, 2024

Le fiamme gialle indagano sulle aziende che hanno ottenuto finanziamenti. Alcune sono valdarnesi

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Sono le 14 aziende al vaglio della guardia di finanza. Molte sono legate al Valdarno per territorio o per opere da realizzare. L’inchiesta de Il Messaggero ripresa anche da Il Giornale. Nella vicenda prende posizione anche Fausto Tenti, segretario provinciale di Prc

Il Valdarno continua ad avere un posto di rilievo nella vicenda di Banca Etruria. Secondo un'inchiesta de Il Messaggero ripresa anche da Il Giornale sono 14 le aziende, che hanno ottenuto finanziamenti dall'istituto, sulle quali la guardia di finanza cerca di fare chiarezza. Alcune sono legate al territorio. 

La Banca d'Italia sta vagliando i finanziamenti, del valore di 18 milioni di euro, che potrebbero essere in conflitto d'interessi. 198 le posizioni al vaglio. Alltri 90 milioni figurerebbero tra le posizioni in sofferenza. 

Oltre alla Soc. Coop. Castelnuovese, presieduta fino all'anno scorso da Lorenzo Rosi e che avrebbe ottenuto finanziamenti per la realizzazione dell'outlet di Pescara, nella lista figurano anche la Casprini Holding spa, la Casprini Gruppo Industriale spa, e la Naos srl. E sempre per rimanere in Valdarno tra le 14 aziende figurano i nomi del Consorzio Etruria srl e l'Etruria Investimenti srl legati al recupero del vecchio ospedale Alberti e alla sua trasformazione in Borgo Arnolfo, struttura che adesso è all'asta. 

Tra le altre aziende di cui parla Il Messaggero:  l'Immofin srl e la Città Sant'Angelo Sviluppo spa, la Città Sant'Angelo Outlet Village, il cui 40% è detenuto dalla Soc Coop Castelnuovese e nel cui cda figuravano sia Rosi che Luciano Nataloni. Infine la Td Group spa, la Cd Holding spa, la Cdg srl, la Praha Invest srl, e la Gianosa srl.

Intanto sulla vicenda entra anche Fausto Tenti, Segretario provinciale PRC Arezzo: "Sulla vicenda Banca Etruria si è detto di tutto e sui più svariati argomenti: io intendo soffermarmi sulla colossale omessa comunicazione di conflitti d'interesse da parte dei vertici dell'istituto. Quelli che vado a segnalare sono dati oggettivi, quindi non serve che qualche persona (fisica o giuridica) si arrabbi più di tanto, visto che è tutto reperibile in rete".

"Partiamo dalla S.T.A. – Società Toscana Ambiente – holding che si occupa della gestione del ciclo dei rifiuti (di fatto è socia di maggioranza di Sei Toscana, gestore del servizio rifiuti nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto): essa è costituita dalla UCH Holding (68,5%) dalla Cooplat (9,5%) dal Monte Paschi Siena (12,5%) e dalla Banca Etruria (9,5%). Da notare che quest'ultima ha fatto il suo ingresso tra i soci di S.T.A. solo nel 2010, come si evince dal bilancio economico 2010 della Cooplat. Poi c'è l'UCH Holding, della quale fanno parte Iren (1%) Unieco (49%) e il Gruppo La Castelnuovese (50%): di fatto, attraverso tale holding, il gruppo La Castelnuovese controlla la S.T.A".

Tenti continua: "Lorenzo Rosi è entrato nel Cda di Banca Etruria il 27 aprila 2008, poi è diventato Vice Presidente e infine ne è stato l'ultimo Presidente: per diversi anni Rosi è stato amministratore di Banca Etruria – che nel frattempo è diventata socia della S.T.A. – e contemporaneamente Presidente della S.T.A., Presidente della UCH Holding che è socia di maggioranza col 68,5% della S.T.A., Presidente del *Gruppo La Castelnuovese che possiede il 50% dell'UCH Holding".

"Oltre a Presidente del Gruppo La Castelnuovese, Rosi presiedeva anche – tra le altre – le società La Castelnuovese Ambiente, la Castelnuovese Immobiliare, La Castelnuovese Grandi Opere, La Castelnuovese Inerti, La Castelnuovese Hungaria Kft, ed era consigliere delle società Città Sant'Angelo Service, Città Sant'Angelo Outlet Village, Città Sant'Angelo Sviluppo".

 

Articoli correlati