All’unanimità il Consiglio della Toscana ha detto sì a una mozione che mira a contrastare il gioco d’azzardo. Previste misure stringenti, anche per limitare la diffusione delle sale slot. Intanto oggi si riunisce la Conferenza Stato-Regioni-Enti locali che discuterà della riorganizzazione dell’offerta di gioco in Italia: ci sarà anche il documento nato dall’esperienza valdarnese e approvato da Anci Toscana
Meno sale slot, accesso controllato anche attraverso l'uso della tessera sanitaria. Sono le proposte contenute in una mozione approvata ieri all'unanimità dal Consiglio regionale della Toscana sul tema del gioco d’azzardo e dei disturbi da esso provocato. La mozione interviene “in merito alle iniziative legislative parlamentari concernenti il divieto della propaganda pubblicitaria dei giochi con vincite in denaro e ulteriori misure per contrastarne la diffusione”.
L’atto, che è stato presentato da numerosi consiglieri del Pd, vede come prima firmataria la consigliera Alessandra Nardini. Il testo impegna il presidente della Giunta regionale ad attivarsi presso il Parlamento per arrivare velocemente all’approvazione delle iniziative di legge contro la diffusione del gioco d’azzardo, “ai fini di un più efficace contrasto al fenomeno del gioco patologico”, anche “introducendo l’utilizzo della carta sanitaria per poter usare le slot machine, in modo da impedirne l’accesso ai minori e alle persone a cui sia stata diagnosticata una ludopatia”. Propone infine di predisporre interventi di sensibilizzazione per “contrastare il fenomeno della ludopatia anche dal punto di vista culturale”. Infine, per la propaganda pubblicitaria, chiede di impedire la sponsorizzazione del gioco d’azzardo in ambito sportivo, sia sulle maglie dei giocatori che sui cartelloni nei campi da gioco.
Durante il dibattito in aula che ha preceduto il voto finale (con approvazione all'unanimità), diversi gli interventi. Claudio Borghi (Lega nord) ha sottolineato che “se volesse, il Governo potrebbe risolvere alla radice il problema. Invece non lo fa, perché per le casse dello Stato l’introito derivante dal gioco d’azzardo è in continuo aumento”. Andrea Quartini (M5S) ha ricordato che “solo in Toscana nel gioco d’azzardo vengono spesi oltre 4 miliardi: è un insulto al buon senso che la pubblicità al gioco d’azzardo sia fatta dagli sportivi e sia presente sulla maglia dei calciatori”. Anche Paolo Sarti (Sì – Toscana a Sinistra) ha posto l’accento “sull’ipocrisia generale, per cui si dice di non far pubblicità quando poi è lo Stato a incassare” e sul fatto che “il nodo del problema sia davvero una questione culturale, parte dall’idea di poter fare il botto senza impegno”. Serena Spinelli (Pd) si è augurata una maggiore attenzione su un problema così grande. “In Toscana abbiamo investito molto su questo tema ma è necessario intervenire in maniera più organica e su tutto il territorio”.
Intanto il Valdarno resta protagonista di questa battaglia. Simona Neri, sindaco di Pergine e responsabile del Tavolo ludopatie di Anci Toscana, ha annunciato che proprio oggi si terrà un passaggio importante. "Il 27 ottobre la Conferenza Unificata Stato, Regioni ed Enti locali discuterà (e auspicabilmente raggiungerà) l'intesa in merito alla riorganizzazione dell'offerta di gioco in Italia. Ci sarà anche il documento approntato dal Tavolo Tecnico Ludopatie di Anci Toscana. La proposta, ricordiamo, si fondava sulla volontà del governo di eliminare l'offerta di gioco negli esercizi generalisti secondari e di accelerare i tempi della riduzione di almeno il 30 percento delle Awp a cominciare dai pubblici esercizi e dalle rivendite di tabacchi".