24, Novembre, 2024

Ampliamento discarica, Audizione generale, quarta sessione: 13 gli interventi. La prossima settimana l’ultima fase

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

L’ultima sessione dell’inchiesta pubblica sull’ampliamento della discarica di Podere Rota si terr venerd 16 aprile dalle 17.00 alle 21.00

Quarta sessione dell'audizione generale dell'inchiesta pubblica sull'ampliamento della discarica di Podere Rota. 13 gli interventi in tutto: hanno presentato le proprie osservazioni l'assessore del Comuna di San Giovanni Laura Ermini, Stella Scarnicci, avvocato e consigliere comunale del gruppo Liste civiche sangiovannesi, due consiglieri comunali del gruppo di maggioranza di San Giovanni, componenti del Comitato Vittime di Podere Rota un consigliere provinciale di Arezzo, cittadini. 

La prossima sessione, l'ultima, si terrà venerdì 16 aprile dalle 17.00 alle 21.00. In quell'occasione parlìeranno gli ultimi cittadini, poi ci saranno le controdeduzioni di Csai ed infine la discussione. 

Il presidente dell'inchiesta pubblica Alessandro Franchi, in apertura di sessione, ha sintetizzato la relazione in cui Arpat "richiede chiartimenti ed approfondimenti in merito alla costruzione del modello geologico, riscontra una certa vulnerabilità della barriera geologica in alcuni punti delle vsche su cui chiede approfondimenti richiede nuovi sondaggi e carotaggi rihiede approfondimenti progettuali sulle barriere del fondo. Aspetti ambientali: non condivide le ipotesi di sussistenza di fondo naturale mai dimostrate riguardo ai superamenti di csc nelle acque sotterranee. Non ritiene sufficientemente dimostrata l'asserita provenienza da monte di parte dell'inquinamento rilevato nelle acque sotterranee e nè affidabile il modello idrogeologicoutilizzato. Annuncia la richiesta all'autorità competente ed emissione di ordinanza di provvedere ai sensi del titolo V della parte IV del decreto legislativo 152 del 2006. Prescrive nuovi pieziometri per il piano di contrasto. Richiede chiarimenti sul piano di monitoraggio delle acque superficiali. Richiede un piano di caratterizzazione delle terre di scavo più approfondito e chiarimenti sul depositoi temporaneo. Richiede una valutazione delle emissioni delle polveri diffuse e del PM10. Richiede chiarimenti sul perchè sulla valutazione del traffico pesante non si faccia riferimento a problemi di natura odorigena".

Ed ancora: "In tema di odori lo studio diffosionale evidenzia quello scenario attuale di livelli non accettabili di potenziale disturbo con particolare riferimento all'abitato di San Giovanni Valdarno. Richiede di effettuare una ricognizione puntuale dei possibili recettori dell'aria d'interesse almeno per le zone individuate dal rilevatore statistico. Richiede di approfondire le modalità con le quali il proponente accerta la natura del rifiuto all'ingresso. Non ritiene cautelativo concedere deroghe ai test di cessione per il materiale di copertura. Propone prescrizioni sull'utilizzo di fos per la copertura, Richiede chiarimenti sul percolato e sul sistema di estrazione annotando che il proponente non ha affrontato il tema del trattamento in loco dello stesso. Richiede chiarimenti sulla gestione delle acqua meteoriche sul piano di monitoraggio e controllo, approfondimenti sulle valutazioni dell'impatto acustico. Propone un sistema di sorveglianza radiometricaper i rifiuti in ingresso". 

La prima a prendere la parola è stata l'avvocato Stella Scarnicci che ha parlato come consigliere comunale del gruppo Liste civiche sangiovannesi, come cittadine e come membro del Comitato Le Vittime di Podere Rota: "Quello della discarica non è un odore uguale altri. Non si può confondere con nessun altro che conosciamo. E’ acre, insidioso e ti permane nella narici per ore fino a farti cambiare l’umore. Crea Fastidi alle vie respiratori, bruciore agli occhi e senso di vomito e conseguentemente ti fa arrabbiare. Ti fa preoccupare, soprattutto quando la mattina accompagni le tue figlie a scuola e ti rendi conto che, da quando sono nate, sono costrette a respirare questo schifo. Ma ciò che preoccupa non sono solo i miasmi e l’insalubrità di questa aria inquinata ma anche ciò che non si sente, ciò che agisce subdolamente e penetra nel terreno e di conseguenza negli strati sottostanti e nel nostre falde acquifere. Il nostro ambiente ed il nostro paesaggio, quelle delle nostre Balze in particolare, poi è irrimediabilmente deturpato. Sommerso da 30 anni ormai da tonnellate e tonnellate di rifiuti sotterrati e provenienti da ogni dove.Infatti ricordo che Solo per 1/3 accoglie i rifiuti provenienti dai Comuni del Valdarno, per la maggior e restante parte. Da diversi anni ormai accogli anche quelli dei comuni della provincia fiorentina con un impatto ambientale devastante e comprensibile anche da chi non ha una laurea in ingegneria ambientale".

"E’ di dominio pubblico ormai che esistono i report dell’Arpat che dicono il contrario di quanto ci è stato artatamente rappresentato da Csai anche in questa inchiesta. In particolare mi riferisco al lungo rapporto di ispezione ambientale riferito agli anni 2018/2019 nonché al corposo parere tecnico-istruttorio per la conferenza dei servizi in relazione proprio al progetto di ampliamento oggetto della presente inchiesta, pubblicato in questi giorni sul sito della Regione Toscana datato 18 marzo 2021. L'Arpat ha Ribadito il superameno della soglia di potenziale contaminazione delle falde nell’area della discarica, smentendo la versione fornita da CSAI sulla problematica emersa: ovvero che la presenza di elementi inquinanti come i cloruri, solfati, ammoniaca e arsenico, non sarebbero riconducibili all’attività dell’impianto ma alla “sussistenza di un fondo naturale”. Quindi non è condivisibile neanche l’asserita provenienza dal monte idraulico di parte della contaminazione. Sussistono tuttora livelli non accettabili di potenziale disturbo con particolare riferimento all’abitato di San Giovanni Valdarno. Stato di contaminazione delle acque sotterranee perdura. Quindi la giustificazione data da CSAI sulla contaminazione anche in questa sede di  inchiesta pubblica non è credibile e si appalesa del tutto infondata. Viene inoltre rilevato un ulteriore innalzamento delle concentrazione dei solfati e la contaminazione ed il superamento di ulteriori parametri nell’acque sotterranee. Arpat dunque smentisce ancora una volta Csai inserendo Podere Rota tra i siti interessati dall’inevitabile processo di bonifica". ( Tutto l'intervento)

Subito dopo è intervenuta l'assessore del Comune di San Giovanni Laura Ermini che ha incentrato la propria osservazione sulla Tari, la tassa dei rifiuti. "Nelle ultime settimane si è sentito spesso affermare che, a seguito della chiusura della discarica di Podere Rota saremmo incorsi in un aumento vertiginoso delle tariffe e che, sopportare l’ennesimo ampliamento, sarebbe stato lo scotto da pagare per poter avere una bolletta TARI molto più mite. Discorso che, come potrete immaginare, in un contesto sociale così provato come questo, a cui alla normale difficoltà si è aggiunta una pandemia mondiale che ha costretto intere famiglie a fare a meno di stipendi, ha fatto molta presa. Personalmente non sono molto incline al demagogismo, come credo neppure voi presidente e commissari, ho quindi cercato di approfondire la questione ed ho trovato interessanti elementi per poter qualificare tale assunto come una falsità. Con ciò non voglio dire che non vi sarà un aumento della Tariffa dei Rifiuti ma, voglio chiarire, come questo aumento che coinvolgerà probabilmente tutta l’Italia è svincolato dalle sorti della discarica di Casa Rota ed è connesso al nuovo metodo tariffario ARERA".

"Da una parte la questione del conferimento dei rifiuti è stata già affrontata da ATO Toscana Sud, proprio per la certezza che comunque l’autorizzazione e l’esecuzione dell’ampliamento richiesto da CSAI ad ottobre 2020 non sarebbe mai potuto avvenire entro il termine di esaurimento della discarica di Casa Rota; dall’altro come l’ambito territoriale Toscana Sud ha discariche attive più che sufficienti e, addirittura in fase di ampliamento, tali da  consentire di mantenersi autosufficienti per il tempo necessario in attesa dell’ampliamento del  polo di San Zeno". (Tutto l'intervento dell'assessore Ermini con la spiegazione della Tari)

Hanno poi preso la parola due consigliere comunali della maggioranza a San Giovanni, Simona Fabbrini e Francesca Pieraccini, Fabrizio d'Aprile dottore forestale ( tutto l'intervento), Stefano Giuliani, Raffaele Rinaldo, Alessandro Cuccoli, il consigliere provinciale con delega all'ambiente Ezio Lucacci, David Tudela Klett del comitato Vittime di Podere Rota, tutti a favore della chiusura della discarica a causa dei disagi odorigeni ambientali, paesaggistici, causati dalla presenza di Podere Rota.

Andrea Battinelli, del Comitato Vittime di Podere Rota: "Mi permetto di far osservare a sindache e sindaci del Valdarno che sollevare una semplice questione di giustizia, o di aderenza a decisioni programmatiche annunciate e pregresse, è pienamente giustificato ma altrettanto insufficiente. Occorre mostrare alla metropoli che spadroneggia sul nostro territorio depositandovi quanto da sempre non riesce a gestire in autonomia, che noi non manchiamo di coerenza, e che sappiamo predicare non con le parole ma con l'esempio: non basta pretendere la chiusura al 2021, bisogna dichiarare il 2021 l'anno del salto dei rifiuti nel Valdarno, del salto nelle percentuali di raccolta differenziata, del salto nel livello di qualità di tale raccolta – che se è di bassa qualità costa di più ai comuni che la conferiscono e non serve a niente, o a poco – del sal¬to nelle modalità di attuazione del¬la raccolta porta a porta, con il passaggio ad una fase di formazione continua della cittadinanza, superando l’attuale pratica che si limita ad un puro e semplice “facchinaggio d'asporto” senza la necessaria costante interazione tanto con le aziende produttrici e con la grande distribuzione". (Tutto l'intervento)

Infine Rosanna Marini, del Comitato Vittime di Podere Rota, che ha vissuto i problemi legati alla discarica e la lotta per contrastarli in prima persone fino ddal 1989. "Col tempo i disagi sono via aumentati: congestione del traffico, al mattino nei giorni d'inverno soprattutto quando in macchina dovevo raggiungere il posto di lavoro a San Giovanni Valdarno con i figli da portare a scuola, percorrevamo la stretta strada di Riofi incrociando file di camion puzzolenti in fila per entrare in discarica ed era pericoloso quando pioveva soprattutto, percorrerla. E poi i cattivi odori; le notizie dei pozzi inquinati, gli sversamenti nel borro di Riofi. Il nostro territorio ha già dato e pagato il suo prezzo, se continuiamo così non sarà più possibile tornare indietro. Siamo preoccupati per la nostra salute quella dei nostri figli e nipoti, per tutto quello che via via è emerso perchè non si è data seria attuazione al monitoraggio dell'ambiente e della salute dei cittadini e che, col principio che gli impianti servono, non si può continuare a sfruttare sempre questo territorio e questi cittadini. Era già stato preso un impegno di chiusura e va rispettato : basta usare questo territorio per arricchirsi con i rifiuti. Io non mi sono mai arresa anche se questa esperienza mi ha ulteriormente confermato che gli interessi economici e le ingordigie speculative hanno sempre la meglio sul benessere delle persone e dell'ambiente". (Tutto l'intervento)

 

 

 

Articoli correlati