24, Novembre, 2024

Le conseguenze del Covid-19: ristorazione in ginocchio, la testimonianza di due imprenditori

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Le disposizioni sempre più stringenti, la minaccia di un secondo lockdown: la nuova ondata raccontata dai ristoratori; la storia della pandemia per i ristoranti di Stefano Caponi e Jonathan Rampi

Gli ultimi DPCM hanno inferto un ulteriore colpo alla ristorazione:  Stefano Caponi, La buca di Ipo, e Jonathan Rampi, La Casa del Buono e Le note del Grano, raccontano le difficoltà delle loro attività a causa della pandemia. Il primo lockdown e i primi ostacoli, le speranze di ripresa e la crisi che stanno affrontando attualmente. 

La situazione che era, che è e che sarà per La buca di Ipo: ne parla Stefano Caponi: "Il primo lockdown è stato traumatico, una scossa improvvisa. Con i miei familiari abbiamo messo in piedi un servizio di take away e consegna a domicilio con le quali abbiamo pagato un po' di spese. L'estate è stata una boccata d'aria fresca, abbiamo avuto grandi numeri a livello clientelare; in quei mesi è tornata la speranza, la fiducia ma è bastata l'ombra malefica del virus, a far chiudere tutti in casa. Abbiamo perso quasi l'80% della clientela. Adesso non c'è luce in fondo al tunnel, o meglio non c'è proprio il tunnel." 

Per quanto riguarda i dipendenti ? "Purtroppo ho dovuto mettere tutti in cassa integrazione. Devono avere ancora la cassa integrazione di maggio e di giugno. Mesi in cui ovviamente non abbiamo lavorato. Ottobre e novembre saranno la medesima cosa".

"Non siamo più imprenditori, siamo intraprenditori" così definisce la classe dei ristoratori, Jonathan Rampi che nel momento di maggior guadagno e successo con La Casa del Buono, decide di comprare una pizzeria a San Giustino, nel novembre 2019; occupa dicembre in investimenti di ristrutturazione e rimesse a norma varie ed eventuali per poi aprire " Le note del grano" il 26 febbraio 2020, alle porte del primo lockdown.
 
Quali sono le maggiori difficoltà attualmente?:"Con questo nuovo decreto riusciamo a fare asporto solo come pizzeria. La casa del Buono è completamente chiusa e Le note del grano è aperta solo per l'asporto. La situazione è alquanto drammatica. Indipendentemente dalla nuova apertura ci siamo trovati ad avere praticamente un nuovo lockdown completo senza alcun tipo di aiuto, nessun tipo di agevolazione o sospensione; con casse integrazione pagate veramente in ritardo. In questa nuova ondata, la difficoltà si fa sentire davvero tanto e lascia poco spazio ai marigini di ripresa. La nostra speranza è che qualcuno in questo momento dia l'imposizione di chiusura ma dia anche la sospensione di tutte quelle che sono le spese; in modo tale da poterci garantire di sopravvivere questi due o tre mesi, con la speranza di ripartire poi in maniera normale". 
 
Entrambi i ristoratori evidenziano le difficoltà che in questo momento trovano anche nei confronti dei dipendenti. Dentro alla ristorazione, la squadra diventa una seconda famiglia e questo responsabilizza moralmente in entrambi i casi i due ristoratori. Se nella prima ondata è stato possibile aiutare i dipendenti anche solo in minima parte, ad oggi i datori di lavoro si trovano in balia degli eventi e questo implica la pochissima possibilità di aiuto. Il lavoro arriva col lavoro ed interrompendosi la rete commerciale di fabbriche ed aziende del territorio è sempre più complicato mantenere una clientela. 
 
 

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