Il Tribunale superiore delle acque accoglie la sospensiva per la demolizione del ponte sul Ponterosso allo Stecco richiesta dai proprietari. Il sindaco di Figline Incisa Giulia Mugnai contesta la decisione. La famiglia Righi replica, invita il sindaco a rileggere le carte e chiede la manutenzione dei torrenti invasi dalle erbacce. “Addossare tutta la colpa a due ottantenni è tanto comodo quanto deprecabile”
"Le parole del sindaco Mugnai cercano di nascondere le mancanze delle precedenti amministrazioni e di quella attuale per quanto riguarda la tutela ambientale e la prevenzione idrogeologica", con queste parole Rinaldo Righi e Barbara Leoncini proprietari del ponte sul Ponterosso allo Stecco, dopo la sospensiva del Tribunale all'ordinanza di demolizione emessa dal comune, replicano al sindaco di Figline Incisa Giulia Mugnai che è intervenuta contestando la decisione.
"Vogliamo ricordare al sindaco che il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche è il massimo organo deputato per esprimersi su questo tipo di vicende e sarà lo stesso tribunale a valutare la legittimità ed il merito del provvedimento emesso dall’ex sindaco Nocentini. La sospensiva che abbiamo richiesto vuole tutelare, oltre che noi stessi, le famiglie e soprattutto i bambini che abitano all’interno del resede. Il motivo per cui solo adesso è arrivato questo provvedimento è da ricercarsi nella lentezza esasperante del Comune che solo poche settimane fa ha individuato l’azienda per eseguire i lavori e soprattutto il giorno di inizio degli stessi. Solo su questa base il giudice ha potuto pronunciarsi accogliendo la nostra richiesta".
La famiglia Righi, poi, continua rivolgendosi al sindaco Mugnai:
"Il neo sindaco probabilmente dovrebbe rileggersi le carte e spiegare ai figlinesi perché nel 2003 l’ex comune di Figline Valdarno voleva aprire un asilo nella nostra proprietà se c’era un ponte pericoloso ed inoltre dovrebbe spiegare dove sono andati a finire i soldi destinati alla modifica del ponte stesso quando nel 2009 Comune e Provincia davano parere favorevole al nuovo progetto definitivo promettendo in tempi brevi la stesura del progetto esecutivo e l’inizio dei lavori".
Poi l'invito a pulire i corsi d'acqua:
"Invitiamo il sindaco, oltre a parlare del ponte, per quello c’è un iter giudiziario che farà il suo corso, a provvedere quanto prima – tramite anche gli altri enti competenti – alla pulizia dei borri che riteniamo la causa principale degli eventi alluvionali dello scorso anno. Oggi come allora Ponterosso, così come il Cerviano, è sommerso da piante di ogni genere. Per aiutarla nel lavoro le alleghiamo alcune foto odierne delle attuali condizioni del torrente Ponterosso e del torrente di Cerviano fiduciosi che prima dell’arrivo di nuove piogge vengano puliti".
"Infine a tutela dei nostri diritti tramite i nostri legali ci riserviamo di intraprendere ulteriori azioni nei confronti del primo cittadino di Figline e Incisa per l’attribuzione di responsabilità degli eventi alluvionali ai sottoscritti nelle more del giudizio e quindi senza ancora una sentenza definitiva".
"Addossare tutta la colpa a due ottantenni è tanto comodo quanto deprecabile e siamo certi che i cittadini sono coscienti che l’acqua non va in salita, quindi asserire che il nostro ponte abbia causato praticamente da solo l’alluvione denota che probabilmente in quei giorni il sindaco era altrove e si è dimenticata del cantiere aperto, di competenza della Provincia, per i lavori alla variante di Via Grevigiana i cui attrezzi hanno ostruito il ponte di Cerviano allagando il cimitero delle Cannucce e tutto San Biagio".