Il sindaco uscente ne ha per tutti, a partire dal segretario regionale Parrini, “nemmeno una telefonata”. Poi il Pd, gli assessori della sua giunta che lo hanno “beffeggiato pubblicamente”, le correnti interne al partito che “volevano solo sconfiggere il sindaco in carica”. Poi l’annuncio: “Io fuori dalle primarie, ora riunirò esponenti politici, del mondo del lavoro e della società civile”
"Basta con questo schifo". Ha aspettato un giorno, il sindaco uscente Francesco Maria Grasso, per commentare l'esito delle primarie di coalizione. Ventiquattro ore di riflessione, poi la decisione di esprimere tutta la sua rabbia in un lungo comunicato stampa, con accuse dirette a tutti: esponenti del suo stesso partito, oppositori, e persino membri della sua giunta.
Quella sconfitta per soli sette voti brucia, ma a bruciare di più è il silenzio che ne è seguito. "Ho atteso fino a ieri sera per ricevere almeno una semplice telefonata di attenzione e di ringraziamento per il lavoro svolto come Sindaco e come iscritto al Pd del “mitico” segretario regionale Dario Parrini, a cui non interessano gli iscritti del Pd, il Sindaco del Pd, ma solo le alleanze di centrosinistra più ampie possibili e pertanto primarie ad ogni costo come “sollecitato” da importanti esponenti locali del Pd della propria area".
Nel mirino di Gasso, però, non finisce solo il segretario regionale, "che non ha mosso un dito per affermare che quando un Sindaco al primo mandato ha ricevuto una valutazione positiva deve essere almeno difeso dalla comunità politica a cui appartiene". C'è tutto il Pd, "che si dimentica dei propri iscritti, ma al contrario telefona e rassicura l’attuale vincitore delle primarie, esponente di una lista civica che per oltre cinque anni in Consiglio comunale non ha fatto altro che distruggere il lavoro portato avanti dalla attuale Amministrazione".
Non sarà del Pd il candidato sindaco di centrosinistra, e Grasso sottolinea che "qualcuno dovrà trarne delle conseguenze politiche". Poi ne ha anche per gli assessori della sua giunta, a partire da Rossi, dimissionario due mesi fa e poi avversario alle primarie. "Sono un Sindaco che ha rappresentato il Pd per cinque anni mentre personalità dello stesso Pd mi hanno criticato e destabilizzato con ogni mezzo; un sindaco “beffeggiato” dal proprio assessore a gennaio 2016 quale scusa per presentarsi contro di lui alle primarie ancora da indire". E poi l'assessore Fabiano, "che ha fatto rimproveri pubblici su facebook su una delibera sulla viabilità ancora non pubblicata e pertanto non esecutiva. Quando il medesimo assessore del Pd di giorno lavorava in giunta e di sera concordava con le forze di opposizione strategie, candidati da appoggiare alle primarie, richieste dallo stesso assessore, contro il sindaco in carica".
Il sindaco uscente definisce "uno schifo" la situazione. E rincara la dose: "La segretaria del circolo del Pd di Montevarchi che di giorno chiedeva le primarie in nome della partecipazione e di sera andava a trattare con forze politiche all’opposizione per candidati e posti di governo locale. “Renziani” e/o “Valentiniani” che in assemblea del Pd, la sera sostenevano le primarie, dopo aver concordato il tutto nel pomeriggio con partiti all’opposizione al fine di far cadere e sconfiggere alle imminenti primarie il sindaco attuale. E quelle stesse componenti che a primarie indette si ritrovavano per concordare strategie e modalità per sconfiggere il sindaco in carica concordando i candidati. Svolgimento delle Primarie con finalità specifiche e diretta a sconfiggere il sindaco Pd ad ogni costo, raggiungendone l’obiettivo per soli sette voti".
"E' giunta l’ora di dire basta", scrive Francesco Maria Grasso. "Ho aderito alla procedura delle primarie credendo che queste si svolgessero in modo trasparente e senza accordi “sottobanco” e nel rispetto con la solidarietà di una comunità politica. Invece, denunciando i fatti, ho deciso di non accettare questo stato di cose". Nel Pd, Grasso, afferma che "non si riconosce più, non è possibile proseguire un percorso". Per questo si riserva "di valutare le azioni politiche per le prossime elezioni comunali, con l’obiettivo di proseguire nel lavoro di rinnovamento, onestà e serietà dell’azione amministrativa ad oggi svolta".
Dunque, l'ipotesi di presentare una lista alternativa si fa strada. Una cosa sembra di leggerla, fra le righe: non appoggerà il candidato uscito dalle primarie: "Prendo, da ora in avanti, le distanze da qualsiasi collaborazione con il percorso delle primarie fin qui svolto non essendone rappresentati i valori del Partito Democratico. Nei prossimi giorni riunirò alcune componenti del mondo politico, del mondo del lavoro e della società civile che hanno, già numerose, sollecitato in tal senso. Tanto dovevo ai miei concittadini ed a tutti gli elettori di Montevarchi".