Sabato 16 marzo, lo Spazio Politeama di Montevarchi ospiterà un evento letterario unico nel suo genere: “Cogitate Impossibili – Dialoghi Letterari Non Consensuali” con l’eclettico artista Riccardo Dal Ferro, meglio conosciuto come Rick DuFer.
Rick DuFer, noto filosofo, autore e performer teatrale, nonché creatore del famoso podcast “Daily Cogito“, porterà in scena un affascinante monologo dove dialogherà, litigherà e discuterà con personaggi di fantasia provenienti dai più grandi capolavori letterari.
L’idea di conversare con i protagonisti della letteratura è un sogno comune a molti lettori, e Rick DuFer trasformerà questa fantasia in realtà. Da Raskolnikov di Dostoevskij al Capitano Nemo di Jules Verne, passando per i protagonisti senza nome di Kafka e i robot di Asimov, i grandi personaggi della letteratura si troveranno di fronte a DuFer per discutere di tematiche attuali come la pandemia, le gioie di Netflix, la scienza e la filosofia.
Lo spettacolo promette di essere un’esperienza coinvolgente e divertente, con una sana dose di risate e una profonda riflessione su quello che significa conversare con la grande immaginazione degli scrittori. L’appuntamento è fissato per sabato 16 marzo alle ore 21:00 presso lo Spazio Politeama di Montevarchi. Un evento da non perdere per gli amanti della letteratura e della performance teatrale.
L’intervista a Rick DuFer
Come si incontrano satira e filosofia?”La satira è un linguaggio che usa l’umorismo per “allargare” la nostra visione delle cose: attraverso l’uso dell’ironia, un certo evento, un’idea o un pregiudizio vengono scardinati dalla loro concezione comune e messe sotto una luce totalmente diversa. Da sempre i grandi autori di satira, da Jonathan Swift a Bukowski, da Bill Hicks a Terry Gilliam, fanno esattamente questo. Ed è una cosa che accomuna la satira e la filosofia: allargare la nostra visione sulle cose del mondo”
Cose si fa a dialogare con opere temporalmente lontane da noi e renderle attuali?“Le grandi opere non sono lontane da noi, se non dal punto di vista anagrafico. Un’opera diventa immortale quando riesce a parlare al nostro orecchio, pur se scritta 700 anni fa. I personaggi dei grandi classici ci conoscono meglio dei nostri vicini di casa, semplicemente perché il genio dell’autore è riuscito a toccare corde così profonde della natura umana da arrivare fino a noi. Non siamo poi così tanto cambiati rispetto agli esseri umani che 2500 anni fa leggevano l’Iliade, o a Dante che scrive l’Inferno: siamo sempre gli stessi scemi, ma con lo smartphone.”
In base a cosa scegli i personaggi delle ‘Cogitate impossibili L’accostamento tra il personaggio con cui cogiti e l’argomento che fa da perno, come avviene? C’è sempre un nesso logico?“Il nesso sono ovviamente io, la mia sensibilità e il modo con cui quel determinato personaggio è riuscito a parlarmi. Quando racconto la letteratura non pretendo alcuna oggettività: parlo di quello che un certo libro ha scatenato in me, vado con onestà a cercare le corde profonde che ha fatto risuonare nel mio animo e, se sono sufficientemente onesto, riesco a far risuonare le stesse corde nello spettatore. Perciò, la mia è una scelta altamente egoista: parlo con i personaggi che mi hanno scosso di più. Ma so che, se lo faccio bene, questo diventerà altruista, aprendo gli occhi a chi mi ascolta.”
Quale è il personaggio con cui preferisci dialogare, che magari sembra farti spingere sempre un po’ oltre? E quale invece ti è più affine?“Senza dubbio il Satana di John Milton: la sua invidia, i suoi sotterfugi e le sue insicurezze mi hanno sempre scosso, probabilmente perché le ho riconosciute in me. Il personaggio a me più affine invece è Raskolnikov, di “Delitto e Castigo”: anche io ho desiderato ammazzare una mia vicina di casa, ma poi per fortuna ho letto il romanzo di Dostoevskij e ci ho ripensato… per il momento.”