22, Novembre, 2024

Anni ’30: il folle aeronauta Vasco Magrini atterra nel grembo dell’Arno a Rignano

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Il nostro territorio è ricco di storie, ma molto spesso esse rimangono solo nelle voci di chi le racconta. La storia di Vasco Magrini, aviatore italiano, che a metà anni ’30 tentò di atterrare su un grembo dell’Arno a Rignano è, invece, stata fissata grazie a qualche fortunato scatto di chi ha visto di persona l’accaduto.

Il protagonista dell’accaduto, Vasco Magrini nasce a Firenze nel 1896 e la sua passione per il volo lo accompagnerà per il resto della sua vita. All’età di venti anni prese il brevetto da aviatore e con lo scoppio della prima guerra mondiale diventò, poi, pilota e istruttore di volo militare. Fu anche uno dei primi piloti a costruire le squadriglie da caccia dell’appena nata Aeronautica militare e da subito si distingue per la sua attitudine alle acrobazie in volo.

Una delle tante spericolate gesta in volo di Vasco Magrini, vede protagonista la città di Rignano, anche se non si hanno notizie certe. La tradizione orale riporta che l’aeronauta, verso la metà degli anni ’30,  stava volando da Firenze quando o per un guasto o per mero divertimento egli decise di tentare un atterraggio di fortuna presso un grembo dell’Arno.L’aeroplano subì dei danni (come si può vedere nelle foto), l’accaduto destò l’attenzione dei cittadini di Rignano, che magari pensando a un incidente in volo, si precipitarono sull’Arno e che, invece, trovarono Vasco Magrini illeso. L’aereo venne portato via, ma a Rignano resta traccia dell’accaduto: infatti l’elica viene tutt’ora conservata dal Comune.

Le sue imprese nei cieli possono essere assimilate a quelle di Gabriele D’Annunzio su Fiume, entrambi accomunati anche dalla fede fascista. A qui tempi, l’aeroporto fiorentino si trovava a Campo di Marte e proprio lì Magrini vi fece costruire un hangar di legno per contenere i suoi tre aerei: fu sempre sostenuto da altri piloti, con i quali diede vita al primo AeroClub della storia. Si occupavano di voli turistici su Firenze, talvolta lanciavano volantini nel cielo e facevano delle esibizioni in cielo per attirare l’attenzione della gente.

Vasco Magrini visse la sua vita sfidando i limiti del cielo, cosa che lo portò a molte traversate difficili come quando, assieme al fratello passò gli Appennini oppure quando nel 1920 passò sotto all’odierno Ponte alla Vittoria senza danni. Roberto Baldini nel suo libro “Firenze il cielo racconta” su Magrini:

Magrini racconterà l’impresa ad un giornalista: “Fu per combinazione che io passai sotto il Ponte della Vittoria. L’idea scaturì da un’illustrazione apparsa su un giornale: riproduceva un famoso aviatore che era passato in volo sotto i ponti dell’Hudson. In quella rivista erano riportati i dati e le misure del ponte e dell’apparecchio. A me sembrava che il pilota una grande difficoltà non l’avesse superata, tant’è vero che parlando agli amici lì presenti, dissi che mi sentivo disposto a farlo anch’io. E per l’appunto, mentre ero in volo, mi trovai davanti agli occhi il ponte delle Cascine. Mi venne spontaneo urlare: “Decia, si passa sotto il ponte!”. E lui: “No, no un’altra volta”. E me lo disse in forma così comica che mi venne proprio voglia di passarci, sotto il ponte. Allora feci una picchiata”.

Tuttavia, la sua impresa più epica si ha nel 1927 quando Magrini sfidò con il sui “Hanriot” il pilota automobilistico fiorentino Emilio Materassi. La celebre sfida prese luogo nell’ippodromo di Prato e vide la vittoria di Magrini, confermando, per i tempi, il primato della velocità degli aeroplani sulle automobili. L’attitudine spericolata e la voglia di sfidare il cielo, purtroppo, non salvarono l’aeronauta: egli morì schiantandosi al suolo con uno dei suoi aerei nel 1961 a Luni. Restano ancora oggi i numerosi primati in volo raggiunti, che se confermati in totale gli conferirebbero il titolo “asso dell’aviazione italiana”.

Il recupero, e poi la condivisione, delle fotografie dell’aereo di Vasco Magrini a Rignano sono stati possibili grazie al lavoro dell'”Archivio del tempo che passa”, organizzazione culturale che svolge un’indagine di archeologia umana e sociale nel territorio comunale.

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