26, Aprile, 2024

Bekaert, posizione unitaria dall’incontro in Regione. “No alla chiusura”. Domani tutti al Ministero

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Domani alle 11.00 incontro al Ministero dello Sviluppo Economico: saranno presenti il presidente della Regine Toscana, i sindaci e i sindacati

"Ci batteremo fino in fondo, con tutte le nostre forze, non lasceremo nulla di intentato. Sono disposto a stare al vostro fianco in qualsiasi forma di lotta che deciderete di intraprendere per far valere i vostri diritti". Il presidente Enrico Rossi l'ha detto in piazza Duomo, incontrando i lavoratori della Bekaert, e l'ha ripetuto in Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, dove ha incontrato una nutrita rappresentanza sindacale e tutti i sindaci del Valdarno.

Dall'incontro è uscita una posizione unanime. ​"Le lettere devono essere ritirate. Si è trattato di un gesto padronale e arrogante. Imprenditori sprezzanti della dignità dei lavoratori. Il secondo punto è chiamare in causa anche Pirelli che tre anni fa ha ceduto lo stabilimento. Poi chiederemo un impegno forte al Governo. Non possiamo consentire che chiuda lo stabilimento. Noi chiediamo che sia mantenuta la produzione: è inaccettabile che in questa Europa sia consentito di delocalizzare sulle spalle dei lavoratori. Non vogliamo che sia chiuso lo stabilimento di Figline".

"Questa è praticamente una serrata – ha detto il presidente, prima in piazza, poi nell'incontro più ristretto con sindacati e sindaci, assieme al consigliere per il lavoro Gianfranco Simoncini – e per prima cosa noi chiediamo che venga immediatamente revocata, che venga subito ritirata la procedura di chiusura di stabilimento. Poi vogliamo aprire un tavolo che consenta di proseguire la produzione. Dobbiamo capire dove sta il problema, e fare un intervento speciale: situazioni di questo tipo me ne sono viste passare diverse. Se le ragioni sono basate sui salari e sul dumping, bisogna ricontrattare con l'impresa. E se questo è un caso che riguarda l'Europa, dobbiamo costituire un fondo nazionale per chiamare le multinazionali a contrattare, come si stava facendo con Calenda (nel corso dell'incontro, è emerso che un decreto Calenda dell'8 maggio scorso prevede uno stanziamento di 200 milioni di risorse pubbliche contro la delocalizzazione, ndr). Se ci sono cali legati al mercato, che ci sia data la possibilità di intervenire con un fondo per temperare gli squilibri sociali che esistono tra uno stato e l'altro".

"Questa è l'Europa del grande capitale, l'Europa dove vince il neoliberismo e fa arrivare ai lavoratori le lettere di preannuncio di licenziamento mentre sono al lavoro – ha commentato Enrico Rossi -, mentre l'Europa che noi vogliamo è quella dei lavoratori. Io sono profondamente europeista, perché penso che così si tutelino meglio i lavoratori. Ma quella basata sulla concorrenza e sul ricatto è un'Europa che non va bene, bisogna operare una conversione. E gli imprenditori, se rispettano il lavoro e i lavoratori, li considero amici e fratelli, se fanno i padroni e calpestano i diritti dei lavoratori, vanno chiamati padroni".

Rossi ha chiuso l'incontro assicurando che in serata avrebbe provato a chiamare il ministro dello sviluppo economico: "Mi auguro di trovare una posizione ferma da parte sua. E cercherò anche Pirelli e Bekaert, per vedere se con loro si può interloquire".

 

I rappresentanti sindacali hanno ringraziato Rossi, la Regione, i sindaci. "Il mercato risente della forte concorrenza dei Paesi asiatici – hanno sottolineato – Fino a gennaio scorso, nessuno ha posto un problema sul bilancio dell'azienda. Poi abbiamo scoperto che era in rosso di oltre 5 milioni. Ma l'azienda non ha mai discusso con noi di questo, e questo non è un bel segnale. Ci troviamo di fronte a un atto delinquenziale. Il lavoro deve essere diritto e emancipazione e in questo caso la dignità dei lavoratori è stata lesa. I sindaci si sono incontrati con l'azienda e l'arroganza l'hanno vista con i loro occhi. Abbiamo avuto un'azienda sorda a qualunque richiamo delle istituzioni".

 

I sindaci hanno definito "sconvolgente" la situazione che si è venuta a creare sul territorio. "La notizia dei licenziamenti era totalmente inaspettata. L'azienda è inqualificabile sotto tutti i profili, insensibile a qualsiasi proposta di mediazione. La situazione riguarda le 318 persone che lavorano dentro, e tutto l'indotto. Non si può accettare di veder cancellare un'azienda come questa. Se si chiude, da noi rimane il deserto. La vicenda coinvolge non solo Figline, ma tutto il Valdarno. Quello stabilimento c'è da prima della guerra. Dobbiamo coinvolgere anche la Pirelli, e parlare di vicenda Pirelli-Bekaert".
 

Giulia Mugnai, sindaco di Figline Incisa invita ancora una volta tutti a partecipare alla manifestazione del 29 giugno: alle 20.30 un corteo dalla Bekaert fino in piazza Marsilio Ficino e alle 21.30 un consiglio comunale aperto a tutti.

 

 
Sul posto Glenda Venturini

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