Tommaso Pierazzi, M5S, e il tema della sicurezza.
“Arezzo e Montevarchi, due città simbolo della provincia governate dal centrodestra, stanno mostrando con crescente evidenza i limiti delle loro amministrazioni sul tema sicurezza. Nonostante proclami e slogan, il problema sicurezza resta una realtà quotidiana per molti cittadini: aree di spaccio, episodi di violenza in pieno giorno, spranghe e bastoni impugnati nel centro delle città non sono più eccezioni, ma sintomi di un disagio che cresce. Secondo i sindaci di centrodestra, la soluzione sarebbe esclusivamente una maggiore presenza delle forze dell’ordine. Forze dell’ordine che ringraziamo per il loro servizio. Ma pensare che possa bastare il solo incremento delle forze dell’ordine, è una visione parziale e miope. La sicurezza non si garantisce solo con pattuglie e controlli, ma anche e soprattutto con politiche che rendano le città vive, inclusive, partecipate”.
“Una città è più sicura quando non lascia indietro nessuno, quando non esistono quartieri abbandonati, spazi bui e vuoti urbani dimenticati. Quando i cantieri non restano aperti per mesi o peggio per anni senza spiegazioni. Quando il decoro urbano è mantenuto, i servizi funzionano in modo efficiente. Occorre ripartire dalle periferie, dai quartieri “depressi”, riportandoli al centro della vita cittadina. La sicurezza si costruisce 365 giorni l’anno, non con un mese di over-turismo concentrato in Piazza Grande mentre il resto del territorio è lasciato all’incuria. È necessario promuovere il dialogo continuo tra amministrazione, forze dell’ordine, associazioni, operatori sociali e mondo giovanile, promuovendo l’inclusione lavorativa e contrastando il caporalato con maggiore determinazione”.
“Serve offrire alternative a chi è finito ai margini: coinvolgerli in percorsi di formazione e tirocini, o più semplicemente tramite i PUC (Progetti Utili alla Collettività) in ambito sociale, culturale e ambientale. I PUC, introdotte dal Governo Conte, hanno visto la stessa Meloni doverli mantenere proprio per l’importanza sociale che hanno. Laddove sono stati attivati, consentono a chi percepisce sostegni al reddito di svolgere attività utili alla comunità, valorizzando competenze e favorendo reinserimento e dignità. La sicurezza non ha colore politico. Ma farne una bandiera di parte, senza affrontarne davvero le cause profonde, significa solo alimentare paure senza proporre soluzioni”.